Il Presidente della Commissione Sanità del Senato parla a margine del convegno sulle malattie croniche intestinali e dei problemi della cronicità: «È necessario far conoscere i problemi di questi pazienti e trovare soluzioni. A breve ISS redigerà Registro nazionale»
«Noi medici abbiamo un contratto fermo da troppi anni. Credo che il rinnovo del contratto sia un atto dovuto». Il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Pierpaolo Sileri è il primo a tifare per un rinnovo del contratto della dirigenza medica. Rinnovo per ora fermo al palo tanto che l’intersindacale medica ha proclamato un sit-in a Montecitorio per il 17 ottobre. «Stiamo cercando una soluzione e sono sicuro che verrà trovata – sottolinea Sileri – Abbiamo dei medici che lavorano in ospedale con dei turni massacranti, con degli stipendi che a volte sono davvero, mi lasci dire, offensivi». Sileri è intervenuto a margine della presentazione della campagna di sensibilizzazione per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (M.I.C.I.), un tema caro a Sileri che è chirurgo colon-rettale ed esperto di queste patologie. Le malattie infiammatorie croniche intestinali sono patologie infiammatorie croniche dell’intestino caratterizzate nel loro decorso dall’alternarsi di fasi di riacutizzazione e di remissione con danno intestinale progressivo e si distinguono in due tipi principali: la Malattia di Crohn e la Colite Ulcerosa. Ora in arrivo c’è un registro nazionale che sarà realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità. «Avere un registro – sottolinea Sileri – significa fare una mappatura di questi pazienti e anche una mappatura di quelle che sono le carenze: quando sai dov’è la carenza cerchi di trovare una soluzione per sopperire alla necessità».
Presidente Sileri, lei è un chirurgo colon-rettale e dunque conosce bene le M.I.C.I. Quanto c’è bisogno di parlare di queste malattie?
«Dal punto di vista scientifico dobbiamo saperne sempre di più per trattarle sempre meglio, la popolazione ne sa poco. È necessario che vengano fatte campagne di sensibilizzazione affinché il problema venga posto all’attenzione di tutti, compresa la stampa, perché il fatto che voi siete qui significa che siete il megafono che consente a tutti quanti di conoscere le patologie, ma soprattutto conoscere le difficoltà a cui vanno incontro questi pazienti e i familiari di questi pazienti. Si tratta di difficoltà che a volte sono anche molto importanti. Sono patologie croniche che colpiscono ragazze e ragazzi molto giovani che purtroppo saranno affetti da problemi per tutta la vita. Nella stragrande maggioranza dei casi ben controllati dalle terapie, però dentro vivono quel disagio di persone che sanno che c’è qualcosa che cova dentro di loro. Il che significa che si tratta di pazienti che dovranno fare diversi accessi in ospedale, dovranno fare dei controlli. Insomma una vita praticamente blindata intorno a controlli ospedalieri, eventuali ricoveri, assenze dal lavoro e dalla scuola. In più i familiari stessi di questi vivono con il paziente stesso dei grossi disagi. Non raramente ci sono problemi di accesso in ospedale: ad esempio c’è il problema delle liste di attesa. Magari si tratta di pazienti che hanno bisogno di una tac o di una colonscopia e aspettano mesi per poterla fare ma nel frattempo stanno molto male. Ci sono tanti problemi: l’utilizzo di integratori che purtroppo devono pagare in farmacia, l’assenza dal lavoro che è un ulteriore problema. È necessario far conoscere questi problemi e piano piano trovare soluzioni laddove è necessario, comprese azioni legislative se ci sono dei buchi».
Avete in programma qualcosa su questo tema?
«Già oggi qui si sta parlando di un Registro nazionale che farà l’Istituto Superiore di Sanità sulle malattie infiammatorie croniche intestinali. Avere un registro significa fare una mappatura di questi pazienti e anche una mappatura di quelle che sono le carenze: quando sai dov’è la carenza cerchi di trovare una soluzione per sopperire alla necessità».
Un’ultima battuta sul contratto dei medici: i sindacati hanno minacciato scioperi e manifestazioni. Però il Ministro Grillo ha detto che c’è la volontà di chiudere. Lei cosa si augura?
«Rispondo da medico: sì, in effetti come medici abbiamo un contratto fermo da troppi anni. Da politico devo dire che stiamo cercando una soluzione e sono sicuro che verrà trovata. Abbiamo dei medici che lavorano in ospedale con dei turni massacranti, con degli stipendi che a volte sono davvero, mi lasci dire, offensivi. A volte si tratta di lavorare ore, ore ed ore. Essere maltratti in un sistema che spesso non protegge questi operatori sanitari. Credo che il rinnovo del contratto sia un atto dovuto».
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