Salute 25 Febbraio 2020 23:00

Coronavirus, Andreoni (Simit): «Infezione decorre perlopiù in maniera asintomatica. Mortalità interessa persone fragili»

«In Italia migliaia di tamponi anche a chi non presenta segni di malattia: questa ricerca così accurata e puntuale può portare ad avere più casi positivi. Cerchiamo il virus con molta più attenzione rispetto agli altri Paesi» precisa a Sanità Informazione il presidente Simit Massimo Andreoni

Coronavirus, Andreoni (Simit): «Infezione decorre perlopiù in maniera asintomatica. Mortalità interessa persone fragili»

«L’epidemia si sta diffondendo ma non in maniera vertiginosa. La mortalità interessa, quasi nella totalità dei casi, persone anziane e con comorbidità». Gli ultimi dati di infezione da nuovo coronavirus in Italia parlano di più di duecento contagiati. Si sono registrati i primi casi anche in Liguria, Toscana e Sicilia. La situazione è seria e da non sottovalutare, «ma le misure di quarantena obbligatoria e sorveglianza attiva disposte dal Governo sono, al momento, corrette e sufficienti». È questo il pensiero del professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali Simit che, nell’intervista a Sanità Informazione, fa il punto della situazione.

LEGGI ANCHE: CORONAVIRUS E BAMBINI, LO PSICOTERAPEUTA: «HANNO PAURA SE VEDONO ADULTI SPAVENTATI SENZA CONOSCERNE IL MOTIVO. DICIAMO LORO LA VERITÀ»

Presidente Andreoni, che tipo d’infezione è quella da nuovo coronavirus?

«È un’infezione virale, un virus che dall’animale, sembra dal pipistrello, è passato all’uomo. Questo passaggio, che si definisce salto di specie, è un evento sempre molto pericoloso, perché l’essere umano viene infettato da un virus che non ha conosciuto precedentemente, è nuovo per lui e questo determina il fatto che non ha nessuna difesa immunitaria nei suoi confronti. Quando questo fenomeno accade, così come è accaduto per l’HIV e la SARS, effettivamente c’è un grande pericolo che si possa sviluppare una pandemia, ossia che il virus si riesca a diffondere in maniera non controllata tra tutte le persone e in tutto il mondo. Ad oggi, non possiamo ancora di parlare di pandemia per il Covid-19, ma il rischio c’è».

Dai dati registrati finora, parliamo di una mortalità bassa?

«È una mortalità intermedia, più bassa della letalità della SARS che aveva una mortalità di quasi il 10%. Il tasso di letalità di questo virus è intorno al 2,5%, questo significa che su 100 persone ce ne sono 2,5 che muoiono. Confrontato con l’influenza, che ha una mortalità dello 0,1 %, è una mortalità più alta, ma non altissima. E poi, soprattutto, la mortalità interessa quasi nella totalità dei casi persone anziane e con comorbidità, le più fragili».

Qual è la situazione attuale, dai numeri registrati finora in Italia?

«Dai dati che abbiamo in Italia possiamo dire che l’epidemia si sta diffondendo ma non in maniera vertiginosa, è abbastanza controllata. Nella maggior parte dei casi l’infezione decorre in maniera o del tutto asintomatica o con pochi sintomi. In questo senso, prendere l’infezione non vuol dire avere una polmonite gravissima: nella maggior parte dei casi, vuol dire non sviluppare nessuna malattia; se compare la malattia, in casi molto rari sarà grave e potrebbe portare a problemi seri fino ad arrivare anche alla morte.Le persone più anziane certamente hanno un sistema immunitario più fragile degli altri e anche altre comorbidità».

Perché il numero dei contagi in Italia è di gran lunga superiore agli altri Paesi europei?

«Una risposta certa su questo non l’abbiamo: certamente una cosa che possiamo dire è che noi in Italia stiamo facendo migliaia di tamponi a persone che non presentano segni di malattia ma che sono state in qualche modo a contatto con persone malate. Questa ricerca così accurata e puntuale evidentemente determina il fatto che noi potremo avere molti più casi emersi proprio perché cerchiamo il virus con molta più attenzione rispetto agli altri Paesi».

LEGGI ANCHE: CORONAVIRUS A MILANO, PARLA IL DERMATOLOGO DEL POLICLINICO CONTAGIATO: «IL PEGGIO È PASSATO»

Secondo lei, a chi devono essere fatti i tamponi?

«Anche alle persone che non presentano sintomi. Questo è il sistema che permette di controllare la diffusione della malattia; se noi troviamo il virus anche nelle persone non malate le mettiamo comunque in quarantena, in un sistema controllato e sorvegliato in modo tale da verificare se sviluppano la malattia e che non la trasmettano ad altri. Fare tanti tamponi e trovare la positività in gente sana è estremamente utile per fermare l’epidemia».

A livello di prevenzione, cosa possiamo fare?

«Noi dobbiamo fare attenzione quando ci troviamo nelle zone interessate dalla circolazione del virus e quindi, al momento, solo in alcune Regioni. Ci sono da adottare alcune precauzioni: un minimo di distanza dalle persone, soprattutto se starnutiscono o tossiscono perché le goccioline del virus arrivano fino a un metro e mezzo da noi. Poi, dobbiamo lavarci le mani spesso perché possono essere un veicolo che trasporta il virus; acqua calda e sapone in maniera energica e per un tempo sufficientemente lungo è già un buon sistema, ma sono efficaci anche i detergenti ambientali semplici come idrogel alcolici, ipoclorito di sodio, alcol diluito. Sono ottimi strumenti per sanificare l’ambiente e uccidere il virus se fosse presente sulle nostre mani».

Le misure adottate finora sono corrette e sufficienti?

«Le misure di contenimento devono essere limitate in questo momento alle zone dove c’è circolazione del virus. Chiudere le scuole o disporre misure che riducano l’accalcarsi di persone è corretto. Ma chiudere le scuole dove il virus non è segnalato non avrebbe alcun senso. C’è un sistema di sorveglianza molto attento: se il virus dovesse circolare anche nelle zone per ora non coinvolte, saremo pronti a intervenire».

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Long Covid: rischio sovrastimato? Comunità scientifica divisa
Tracy Beth Høeg dell’Università della California, San Francisco, e il suo team di ricerca hanno affermato che c'è una buona probabilità che il Long Covid sia stato sovrastimato. Le conclusioni del loro lavoro hanno sollevato un polverone di polemiche all'interno della comunità scientifica
Long Covid: più vicini a un test del sangue per la diagnosi
I pazienti con Long Covid presentano chiare differenze nella funzione immunitaria e ormonale rispetto alle persone senza sindrome post-infezione. Questo significa che nel plasma potrebbero esserci molecole specifiche in grado di aiutarci a identificare coloro che hanno il Long Covid da chi no
Long Covid: il rischio aumenta quanto più a lungo dura l’infezione
Anche la durata dell'infezione è un importante fattore predittivo del Long Covid, responsabile della persistenza dei sintomi anche dopo settimane e mesi dalla fine della malattia. A dimostrarlo è uno studio italiano
di V.A.
Covid, ISS: inquinamento aria aumenta infezione e mortalità
Esiste un legame tra incidenza di infezioni da Sars-CoV2, mortalità per Covid-19 ed esposizione di lungo periodo (2016-2019) ad alcuni fra i principali inquinanti atmosferici nel nostro paese, quali il biossido di azoto (NO2) e il particolato atmosferico (PM2.5 e PM10). Lo dimostrano i risultati di EpiCovAir, un progetto epidemiologico nazionale di ricerca su Covid-19 e inquinamento promosso da ISS e ISPRA-SNPA
di Redazione
Malattia di Lyme, più vicini a primo vaccino. Gobbi (Negrar): «Implicazioni importanti»
Tra un paio di anni potrebbe essere disponibile, per la prima volta in assoluto, un vaccino contro la malattia di Lyme. La sperimentazione sull'uomo, attualmente in corso in Svezia, ha dato risultati molto incoraggianti
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"