Il numero è 800.620.525. Dopo il suicidio di una infermiera a Venezia e l’escalation di contagi tra i professionisti sanitari, l’appello ad Ordini, istituzioni e Società Scientifiche: «In campo una task force per evitare altre tragedie»
«In quest’emergenza sanitaria senza precedenti, a pagarne le spese sono soprattutto i medici e gli operatori sanitari, che svolgono il loro lavoro senza sosta. Ora stanno affrontando con coraggio la situazione, in molti anche a costo della vita, ma non vanno sottovalutate le devastanti conseguenze psicologiche e non solo di questa situazione, nell’immediato e nel futuro».
Lo dichiara Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, a commento dell’ultima notizia di cronaca che coinvolge un’infermiera di Venezia che lavorava al reparto di terapia intensiva che non ce l’ha fatta e si è tolta la vita dopo aver appreso di essere stata contagiata. Ed è per dare un sostegno ai medici e agli operatori sanitari che Consulcesi, realtà da sempre tutela la categoria, ha attivato il Telefono Rosso per accogliere segnalazioni e denunce sulla gestione dei presidi di sicurezza per l’emergenza per il Coronavirus. Già operativo per la gestione delle aggressioni ai sanitari, – la linea dedicata che risponde al numero 800.620.525 – rappresenta un primo sportello di ascolto e di indirizzo per assistenza legale dedicato a tutti gli operatori sanitari impegnati su diversi fronti, a combattere l’emergenza causata dal Covid-19. «È nella nostra natura e nella nostra storia essere al fianco degli operatori sanitari – commenta Tortorella – ed anche in questo delicato momento ci siamo: per supportarli, sostenerli e anche per promuovere iniziative tese a tutelarli con diffide, esposti e tutto quanto sia necessario affinché possano continuare ad essere in prima linea ma a patto di lavorare in condizioni di massima sicurezza possibile e con dispositivi di sicurezza adeguati alla situazione. Ci stiamo attivando – anticipa il presidente di Consulcesi – per avviare una vera e propria task force di esperti con Ordini, Istituzioni e Società Scientifiche per fare rete e affrontare insieme l’emergenza».
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Ad oggi, sono 2.629 i medici contagiati come sottolinea FNOMCeO, anche per cause non riconducibili direttamente al coronavirus perché il tampone non viene effettuato. I medici sono arrabbiati, esasperati da questo stillicidio di brutte notizie, spaventati dall’escalation di contagi e si sentono dimenticati, poco considerati anche l’ultimo Decreto legge sull’emergenza coronavirus, come ha evidenziato anche il Presidente Filippo Anelli.
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