In Cina sono 25 i morti e oltre 800 i contagi. Ma per l’OMS è troppo presto per parlare di emergenza sanitaria globale
Sta meglio la paziente che ieri a Bari ha fatto scattare l’allarme coronavirus. Fonti del Policlinico del capoluogo pugliese, in cui è ricoverata in isolamento, riferiscono a Sanità Informazione che la donna non ha più la febbre e che, in assenza di altri batteri, potrebbe tornare a casa già tra qualche giorno. Le prime analisi condotte dal Policlinico hanno infatti verificato la presenza di un batterio diverso dal coronavirus, un micoplasma. Risultati che sono stati poi confermati dalle verifiche condotte dall’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani, a cui è stato immediatamente inviato un campione biologico della paziente.
Tirano un sospiro di sollievo, allora, medici e operatori sanitari della struttura, che hanno gestito la situazione seguendo le procedure previste dal ministero della Salute. La donna si era recata al Pronto soccorso del Policlinico barese riportando sintomi influenzali, ma il sospetto che potesse trattarsi del primo caso di coronavirus in Italia è nato non appena la paziente ha riferito di essere tornata da pochi giorni da una tournée in Cina che ha toccato anche la regione di Wuhan, focolaio dell’epidemia.
La donna è stata immediatamente trasportata, tramite un percorso protetto, all’interno del reparto di Malattie infettive, dove è stata ricoverata in isolamento, ed il caso è stato segnalato all’Istituto Superiore di Sanità. Le direttive ministeriali e le profilassi da seguire erano state trasmesse la mattina stessa, ed il percorso era quindi già stato attivato. Per questo non si sono verificate reazioni allarmistiche o di panico, né da parte degli operatori sanitari né dei pazienti.
L’Organizzazione mondiale della sanità, che si è riunita ieri per analizzare la situazione, ha deciso di non dichiarare l’epidemia un’emergenza internazionale di salute pubblica perché sono ancora poche le conferme della presenza del virus al di fuori della Cina, e ha diramato agli Stati alcune raccomandazioni che sono risultate in linea con le misure adottate nei giorni scorsi dall’Italia.
Continua a salire, invece, il bilancio dell’epidemia in Cina. In base a quanto riporta l’Ansa, sarebbero 25 le vittime accertate e oltre 800 i casi di contagio. Per cercare di far fronte all’emergenza, le autorità cinesi hanno disposto lo stop ai trasporti in 13 città della provincia di Hubei, bloccando così oltre 41 milioni di cittadini. In molte di queste città è stata disposta anche la chiusura di luoghi aperti al pubblico come teatri o locali per il karaoke. Chiuse anche alcune sezioni della Grande Muraglia e, temporaneamente, anche Disneyland Shanghai.