«Vivo qui da 25 anni, ma non ho mai visto Bergamo così abbattuta». Partita raccolta fondi per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e per sostenere la popolazione anziana con spese a domicilio, consegna medicinali e supporto psicologico
Bergamo è in ginocchio, ma non si ferma. Mentre è arrivato il via libera alla realizzazione di un ospedale da campo per far fronte all’emergenza Coronavirus, prosegue l’impegno di Cesvi, l’ONG della città che raccoglie fondi per l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e per gli over 65. Al suo fianco tanti personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo, tra cui l’Atalanta e Cristina Parodi, madrina ed ambasciatrice di Cesvi, che abbiamo raggiunto via Skype nella sua casa di Bergamo.
Cristina, cos’è oggi Bergamo?
«È una città fantasma. Le cifre sono alte e non accennano a diminuire, né quelle dei contagi, né quelle dei morti. Purtroppo probabilmente sono anche inferiori a quelle reali. Oggi è anche una giornata particolarmente triste, perché noi bergamaschi abbiamo tutti negli occhi quell’immagine terribile dei camion dell’esercito che portavano via dal nostro cimitero 65 bare, perché non c’è più posto neppure per loro, per i morti, che devono essere accolti in altri Comuni. È una situazione che non abbiamo mai vissuto. Io vivo qui da 25 anni ma non ho mai visto la mia città così abbattuta, così colpita da un male terribile come questo Coronavirus».
Cosa state facendo per cercare di arginare questa situazione?
«Stiamo cercando di reagire tutti con grande consapevolezza e responsabilità, però indubbiamente è il periodo più difficile che Bergamo abbia mai vissuto. In tutto questo io ho pensato di rendermi utile per cercare di aiutare l’ospedale che sta facendo un lavoro straordinario. Da dieci giorni sto raccogliendo fondi per il Papa Giovanni XXIII su una piattaforma di crowdfunding insieme al Cesvi, che è l’ONG di Bergamo, abituata più a lavorare all’estero per i Paesi più in difficoltà, ma oggi invece concentrata sulla sua città. Abbiamo raccolto circa 700mila euro, ma non ci fermiamo. Dobbiamo andare avanti perché c’è molta necessità, abbiamo fatto un investimento di 100mila euro per dispositivi di sicurezza per i medici perché questa è la prima urgenza, quindi mascherine, occhiali, guanti e camici, tutto ciò che serve loro per lavorare e proteggersi. E poi adesso stiamo provvedendo ad acquistare respiratori che rappresentano l’altra cosa fondamentale per combattere il Coronavirus».
Un messaggio per gli italiani dalla città più colpita dal virus?
«Ci sarà un decreto ancora più severo, ci saranno anche punizioni per persone che non rispettano le regole. Mi raccomando, rimanete a casa. È l’unico modo per cercare di far diminuire il contagio».
Cesvi, in partnership con l’assessorato alle politiche sociali di Bergamo, è attivo sul territorio anche per sostenere i servizi per gli anziani, incrementando la disponibilità di dispositivi di protezione individuale, in particolare le mascherine, supportare i nuclei fragili, isolati o in emergenza sanitaria con interventi legati alle prime necessità e coordinando le realtà associative e di volontariato del territorio disponibili ad aiutare. Tra le attività avviate anche a Milano nell’ambito del municipio VI, ci sono la consegna della spesa a domicilio, il disbrigo delle commissioni legate all’acquisto di farmaci, il pagamento delle utenze e, aspetto molto importante in occasione di questa emergenza che impone la permanenza obbligatoria in casa, anche un ascolto telefonico delle persone in stato di bisogno, oltre che di costante monitoraggio dello stato di salute e di vita quotidiana.
Per sostenere le attività del CESVI legate all’emergenza coronavirus è possibile effettuare una donazione online sul sito di CESVI o attraverso un bonifico sul conto corrente IT92R0311111299000000000095, oppure partecipando alla campagna crowdfunding dedicata sul sito https://www.gofundme.com/emergenza-covid-cesvi-per-bergamo. E’ attivo, inoltre, il numero verde 800036036 per donazioni telefoniche.