La federazione della terza età chiede di proteggere gli anziani dal rischio contagio che potrebbe derivare dal loro ruolo di baby sitter. Messina: «Incentivare smart working per i genitori e predisporre voucher per il baby sitting»
«Credo che, di fronte alle complesse circostanze provocate dalla diffusione del Coronavirus nel nostro paese, dobbiamo ancora una volta ringraziare i nostri insostituibili nonni – dichiara il Presidente Senior Italia FederAnziani Roberto Messina – . Questa difficile circostanza di tipo sanitario si sta infatti rivelando, per poter essere affrontata, come una situazione con aspetti di emergenza sul piano della nostra vita sociale, per quanto riguarda l’organizzazione quotidiana, e ancora una volta i nonni si dimostrano il grande ammortizzatore senza il quale spesso i figli non potrebbero avere una propria famiglia».
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«La chiusura delle scuole, resasi necessaria a scopo preventivo per frenare la diffusione del virus – prosegue Messina – ha infatti rafforzato il ricorso proprio all’accudimento da parte dei nonni nei confronti dei nipoti, prassi già comune ed essenziale nella nostra società e, ora, resasi ancora più indispensabile per tutti quei genitori che comprensibilmente, in questa emergenza, non sanno più come gestire l’equilibrio tra famiglia e lavoro. I nonni, baby sitter per gran parte dell’anno, ora sono chiamati a farlo in molti casi praticamente a tempo pieno, aiutando in questo modo figli e nipoti sia sul piano sociale sia su quello economico, dal momento che la spesa per un servizio di baby sitting corrispondente all’intero orario di lavoro sarebbe per molte famiglie insostenibile».
«Ci chiediamo però”, prosegue Messina – se in questo caso non si stia chiedendo ai nonni un sacrificio di certo da loro donato volentieri, ma eccessivo e rischioso. Da una parte le regole di prevenzione prevedono infatti che agli anziani, soprattutto i più fragili, è consigliato di rimanere in casa ed evitare contatti con le altre persone, dall’altro, per forza di cose, gli si chiede di trascorrere tutto il giorno a stretto contatto con i propri nipoti. Se è vero che, da quanto emerge fin qui, i bambini non sarebbero i principali bersagli del Coronavirus, è anche vero, che il mondo scientifico si chiede se possano essere comunque degli importanti vettori del virus stesso, mettendo così in pericolo l’incolumità dei nonni, che invece, soprattutto quando sono più fragili, sono i principali soggetti a rischio».
«Per questo – conclude Messina – ci sembra strettamente opportuno che si trovi con urgenza la quadra di questo che rischia di essere una sorta di cortocircuito sociale e sanitario. Vanno messe in campo quelle risorse che consentano ai genitori di gestire in questo momento direttamente la cura dei figli senza ricorrere in modo così indispensabile ai nonni, quali l’incentivazione dello smart working e la predisposizione di voucher per il baby sitting. Chiediamo, insomma, la promozione di un atteggiamento di prudenza dell’intera collettività, sostenuta dagli strumenti necessari, per tutelare quelli che sono i principali bersagli del virus. E ai nonni chiediamo, in particolare, di avere pazienza. Sappiamo che per loro è un sacrificio anche quello di tenere le dovute distanze dai propri nipoti, per questo diciamo loro: pazientate e aspettate che questa situazione sia superata. Il rischio, stavolta, ne vale la pena».
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