Il ministro della Salute in audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera ha ricordato tutte le strategie messe in campo per fronteggiare l’epidemia. Per gli italiani bloccati a Wuhan si sta valutando il rimpatrio
L’Italia è uno dei Paesi che sta attuando un approccio più protettivo dall’inizio della malattia. Lo ha ribadito davanti alla Commissione Affari Sociali della Camera il ministro della Salute Roberto Speranza in audizione sul caso del coronavirus cinese, il ‘virus misterioso’, come era stato chiamato in una prima fase, che sta mettendo in apprensione il mondo intero.
L’approccio più protettivo riguarda in primis i controlli agli aeroporti per i voli provenienti dalla Cina: a cominciare dai controlli della temperatura corporea con il body scanner. «La procedura adottata – ha affermato il Ministro – serve a valutare casi sintomatici. Prevede la verifica dello stato di salute durante il volo con il rilascio della “health declaration”, poi c’è la verifica della temperatura a bordo da parte del personale sanitario prima dello sbarco. Ove sia presente un caso sospetto a bordo anche per i contatti stretti è prevista la sorveglianza sanitaria. È in atto anche il rintracciamento dei passeggeri provenienti dall’area a rischio nei giorni precedenti l’emergenza».
Resta però il problema di un approccio comune europeo per evitare che una persona contagiata possa transitare per un Paese Ue prima di arrivare in Italia. «Sono in contatto costante con la Commissaria europea alla Salute e con i colleghi europei in attesa di un prossimo confronto, che ho proposto in un colloquio con il ministro della Salute croato, Paese che ha la presidenza di turno – ha affermato Speranza -. Abbiamo bisogno che queste iniziative già assunte dall’Italia siano prese da tutti i Paesi Ue. Questo ci garantirebbe di più».
Secondo Speranza l’unico approccio al problema può essere di “sistema“, facendo rete con le istituzioni sanitarie internazionali e, in Italia, attraverso un dialogo costante tra tutte le istituzioni coinvolte. Per questo dal 22 gennaio si riunisce ogni giorno a Lungotevere Ripa la ‘task force coronavirus’ composta dalla Direzione generale per la prevenzione del Ministero, dalle altre direzioni competenti, dai Carabinieri dei NAS, dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, dall’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), dall’Agenzia italiana del Farmaco, dall’Agenas e dal Consigliere diplomatico.
Il Ministero ha anche provveduto a un reclutamento straordinario di personale medico e infermieristico per potenziare i controlli agli scali di Fiumicino e Malpensa (dove arrivano i voli dalla Cina) e il personale della Sala operativa del numero 1500 appositamente formato al Ministero. «Dal punto di vista del reclutamento e della formazione abbiamo già fatto moltissimo – ha continuato Speranza -. Gli Ordini stanno già facendo un lavoro importante: rivendico di aver voluto fin dall’inizio l’Ordine dei Medici e l’Ordine degli Infermieri nella task force che si vede tutte le mattine al Ministero». Gli operatori raccolgono segnalazioni di casi sospetti e forniscono anche informazioni alla popolazione sul virus. Al momento oltre 400 le telefonate arrivate.
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«Il virus ha un 70-80% di patrimonio genetico comune con il virus della SARS e dà origine a una polmonite ad eziologia ignota», ha ricordato Speranza che ha aggiunto: «Una forma inizialmente lieve può progredire in una forma grave nelle persone con patologie preesistenti».
«Il 22-23 gennaio l’OMS ha riunito il Comitato emergenze. Entro 10 giorni ci sarà una nuova riunione del Comitato», ha spiegato il titolare della Salute. L’OMS al momento non ha voluto dichiarare l’emergenza di sanità pubblica globale ma su questo Speranza, incalzato dai deputati della Commissione, non si è sbilanciato: «Dobbiamo lavorare in sinergia con l’OMS. Sarà decisiva la visita in Cina di una delegazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità».
Il nuovo virus è classificato di tipo B (come Sars e Polio) quanto a pericolosità, ma viene di fatto gestito come uno di classe A, al pari di colera e peste. Speranza ha poi ricordato che secondo l’ECDC «il potenziale impatto dell’epidemia è elevato, esiste una moderata probabilità di infezione e importazione del virus, una moderata probabilità di rilevare casi importati di malattia. La probabilità di casi secondari invece è bassa».
Il Ministro non ha fatto cenno davanti ai deputati della questione degli italiani bloccati a Wuhan. Ne ha parlato a margine dell’audizione con i giornalisti, pur ribadendo che la competenza è della Farnesina: «L’Unità di crisi della Farnesina sta seguendo la vicenda degli italiani bloccati a Wuhan. Si sta valutando l’ipotesi del rimpatrio. Il Ministero della Salute sarà coinvolto per la gestione di queste persone una volta arrivate sul territorio nazionale».