Salute 15 Marzo 2021 17:20

Aifa sospende in via precauzionale l’uso dei vaccini AstraZeneca, cosa sta succedendo

Aifa segue Germania e Irlanda e blocca preventivamente le somministrazioni AstraZeneca. Con Ema proseguiranno le indagini

Aifa sospende in via precauzionale l’uso dei vaccini AstraZeneca, cosa sta succedendo

L’Aifa ha deciso di estendere «in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca per Covid-19 su tutto il territorio nazionale». Una decisione, spiegano fonti del Ministero della Salute, assunta dopo un colloquio tra il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ministro della Salute Roberto Speranza, che ha avuto colloqui con i ministri della Salute di Germania, Francia e Spagna.

«Tale decisione è stata – infatti – assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paesi europei. Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso», annuncia l’Aifa che, «in coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione» e che renderà «nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose».

«Le scelte compiute e condivise oggi dai principali Paesi europei su AstraZeneca sono state assunte esclusivamente in via precauzionale in attesa della prossima decisiva riunione di Ema. Abbiamo fiducia che già nelle prossime ore l’agenzia europea possa chiarire definitivamente la questione» ha riferito il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

In Europa anche Germania e Francia hanno sospeso le somministrazioni per precauzione

In Europa, anche Germania, Francia, Paesi Bassi e Irlanda hanno sospeso in via precauzionale le somministrazioni, gli ultimi due fino al 29 marzo, in attesa di verificare casi di trombosi riscontrati in persone da poco vaccinate. Ema continua a ribadire che non c’è alcun nesso tra i due eventi.

Altri 17 paesi europei hanno invece sospeso un solo lotto, l’Abv5300, che comprendeva un milione di dosi distribuite tra Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Spagna e Svezia. In Italia, dove quel lotto non era arrivato, ne è stato sospeso un altro: l’Abv2856, dopo la morte di tre militari in Sicilia che avevano ricevuto dosi provenienti da quel lotto.

Trombosi, perché se ne parla?

Per ora l’Ema ha parlato di 30 eventi tromboembolici su circa 5 milioni di vaccinazioni. Il problema gira intorno a questi coaguli di sangue, che hanno messo in grave pericolo, a volte anche causando la morte, persone da poco vaccinate con AstraZeneca. Ma finora tutti gli esperti hanno rimarcato che un collegamento tra le due cose non esiste.

Le trombosi venose profonde (TVP) si verificano in circa una persona su 1.000 ogni anno, e probabilmente di più nella popolazione più anziana che viene vaccinata. Lavorando sulla base di queste cifre, su 5 milioni di persone che vengono vaccinate, ci dovremmo aspettare significativamente più di 5.000 TVP all’anno, o almeno 100 ogni settimana. Quindi non sorprende affatto che ci siano state 30 segnalazioni.

In uno studio citato dal Guardian, si chiarisce che nelle fasi sperimentali del vaccino AstraZeneca alcuni tipi di eventi avversi sono stati segnalati dal 38% di coloro che hanno ricevuto il vaccino ma, in modo piuttosto notevole, anche dal 28% di coloro che hanno ricevuto il placebo. Di oltre 24.000 partecipanti, meno dell’1% ha riportato un evento avverso grave e, di queste 168 persone, la maggior parte aveva ricevuto il placebo e non il vaccino attivo. Quindi non c’erano prove di un aumento del rischio dall’assunzione del vaccino AstraZeneca. Gli studi Pfizer hanno avuto risultati simili, con eventi avversi più lievi o moderati nel gruppo vaccino ma in numero quasi identico di eventi gravi.

La questione Piemonte

In Italia il caso AstraZeneca ha iniziato a montare dopo la notizia di alcune persone decedute poco dopo la somministrazione del vaccino. Domenica, tuttavia, era stato diffuso un comunicato da parte dell’Aifa: «I casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi. L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato».

In conseguenza alla morte di un professore a Biella, dopo la somministrazione del vaccino, la procura piemontese aveva disposto il sequestro di un altro lotto del vaccino AstraZeneca: Abv5811. I Carabinieri dei Nas stanno procedendo, su tutto il territorio nazionale, all’esecuzione del decreto di sequestro.

Le indagini aperte e quelle già risolte in Italia

Sono state aperte tre inchieste in Sicilia e due in Campania per la morte di cinque persone: i tre militari, un bidello e una professoressa che avevano ricevuto il vaccino. Ad oggi il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco, 54 anni, deceduto per infarto a 48 ore dall’iniezione, e la professoressa Annamaria Mantile di Napoli sono stati sottoposti ad autopsia. I risultati hanno escluso qualsiasi nesso di causa ed effetto con il vaccino. In quest’ultimo caso l’esame istologico ha individuato la causa in un infarto intestinale.

Sulle altre tre vicende si attendono i risultati. A Catania, dove è stata aperta l’ultima indagine siciliana su un militare 50enne, si indaga sulle eventuali controindicazioni del vaccino AstraZeneca su soggetti trombofilici. Ma il procuratore, Carmelo Zuccaro, ha assicurato che per ora non c’è alcuna prova, asserendo di avere lui stesso fatto il vaccino poco dopo l’inizio delle indagini. Anche la procura di Gela ha aperto un’inchiesta su un’insegnante di 37 anni che, dopo aver fatto il vaccino il 1 marzo, due giorni fa è arrivata in gravi condizioni in ospedale per emorragia cerebrale. Il lotto era però diverso dal primo sospeso dall’Aifa.

«Non c’è nessuna indicazione che inviti a non usare il vaccino, è un prodotto sicuro che previene la malattia Covid-19 e i suoi effetti più gravi», aveva sottolineato ieri la portavoce Oms Margaret Harris.

 

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