La domanda globale dell’anticorpo monoclonale, utilizzato anche per il trattamento del Covid, ha generato dei problemi per i pazienti con varie patologie in cura
È prevista una «carenza temporanea» nella fornitura in Italia dell’anticorpo monoclonale tocilizumab, nella formulazione endovenosa e non per quella sottocute. Il problema è in corso da metà settembre e il rifornimento è previsto entro il 21 dicembre prossimo. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) lo aveva già segnalato attraverso il Direttore generale, Nicola Magrini, ma ora lo scrive nero su bianco in una “Nota informativa importante”. Una comunicazione ufficiale, dunque, emanata perché la carenza del farmaco (per il quale «la domanda globale è aumentata ad un ritmo senza precedenti», essendo utilizzato ora «anche per il trattamento dei pazienti adulti ospedalizzati con Covid grave o con livelli elevati degli indici di infiammazione sistemica») implica dei problemi per i pazienti con varie patologie in cura.
«In caso di carenza nella fornitura – spiega l’Aifa – l’interruzione del trattamento potrebbe portare al verificarsi di una recidiva (aumento dell’attività della malattia/peggioramento dei sintomi)». E infatti l’ente regolatorio fornisce «opzioni terapeutiche per mitigare qualsiasi rischio potenziale di recidiva durante questo periodo». Si tratta di pazienti affetti da artrite reumatoide, artrite idiopatica giovanile poli articolare, artrite idiopatica giovanile sistemica. L’AIFA invita quindi i sanitari a rivalutare le condizioni generali e il rischio di recidiva dei pazienti nel caso dovessero interrompere la terapia e, in presenza di questo rischio, di intervenire seguendo diverse possibili strade, elencate nella nota.
Anche per far fronte alla momentanea carenza del tocilizumab, l’AIFA ha approvato tre farmaci nel trattamento di soggetti ospedalizzati con Covid-19 con polmonite ingravescente sottoposti a vari livelli di supporto con ossigenoterapia. I tre farmaci sono stati aggiunti nell’elenco della L.648/96 che consente la copertura a carico del Ssn. Si tratta di anakinra, baricitinib e sarilumab, ovvero farmaci immunomodulanti attualmente autorizzati per altre indicazioni. «I tre farmaci – si può leggere in una nota dell’AIFA -, pur avendo proprie specificità, si aggiungono al tocilizumab nel trattamento di soggetti ospedalizzati con Covid-19 con polmonite ingravescente sottoposti a vari livelli di supporto con ossigenoterapia. Tale decisione, basata sulle evidenze di letteratura recentemente pubblicate, allarga il numero di opzioni terapeutiche e nello stesso tempo consente di evitare che l’eventuale carenza di tocilizumab o di uno di questi tre farmaci possa avere un impatto negativo sulle possibilità di cura».
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