Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità è stato audito dalla Commissione Sanità del Senato su Covid-19, medicina territoriale e plasma iperimmune. Una speranza arriva dagli anticorpi monoclonali, e sullo studio TSUNAMI: «Ci sono rallentamenti, in estati numero di casi adatti diminuito»
«Tra gli asintomatici ci sono persone che hanno superato l’infezione e altre che possono trasmettere il virus. In tutti i casi individuare gli asintomatici è fondamentale per bloccare l’infezione». Con queste parole il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, intervenuto in audizione presso la Commissione Sanità del Senato, sembra aver messo la parola fine all’ipotesi, ventilata nei giorni scorsi dalle Regioni, di fare il tampone solo ai sintomatici. Tuttavia, per Brusaferro, spetta alla medicina territoriale farsi carico di asintomatici e paucisintomatici.
Nel corso dell’intervento il numero uno dell’ISS ha tracciato un quadro allarmante sullo stato della pandemia in Italia: «In tutte le regioni Rt, l’indice di trasmissione del contagio, è ben sopra la soglia 1 e in alcune molto sopra 1» ha ricordato il Presidente ISS.
«L’età mediana dei pazienti infetti è al momento di 40 anni dopo un’estate in cui era intorno a 30 anni e un picco di 70 anni durante i mesi del lockdown» ha spiegato Brusaferro.
Il Presidente ISS ha poi annunciato che nei prossimi giorni uscirà un documento specifico sull’uso dei test: «Oggi – ha spiegato – quello standard è il tampone molecolare ma gli antigenici rapidi hanno buone performance e sono stati consigliati dallo stesso ministero per un utilizzo in determinati contesti. Ma la ricerca tecnologica è molto rapida e nelle prossime settimane potremo disporre di ulteriori test ancora più facili da utilizzare, il che sarà certamente di grande aiuto».
Una speranza significativa sembra arrivare dalla disponibilità di anticorpi monoclonali che per Brusaferro saranno «uno strumento molto importante e potente nella lotta al Covid. C’è anche una produzione italiana, oltre a quella americana, che darà risultati nel prossimo anno. Quando ne avremo la disponibilità, la possibilità di trattare pazienti con determinati livelli di gravità consentirà di avere delle prognosi molto più favorevoli».
Il Presidente ISS ha ricordato anche che allo stato attuale sappiamo che «i bambini possono contrarre meno e quindi trasmettere meno l’infezione, ma gli studi in corso diranno una parola definitiva solo nelle prossime settimane».
Per quanto riguarda il rafforzamento della medicina territoriale, oggetto di un Affare assegnato alla Commissione Sanità, Brusaferro ha ricordato che la medicina territoriale «deve basarsi sulle classiche “tre P”: Promozione, Prevenzione, Protezione e sulla capacità di dar risposte personalizzate alle persone. Ma non si può prescindere dalla partecipazione: senza il consenso è molto difficile aderire alle misure».
Tra i temi su cui porre attenzione, Brusaferro ha rilanciato la necessità di puntare sulla prevenzione alla luce anche di una popolazione tra le più anziane d’Europa e del conseguente aumento delle fragilità.
«La prevenzione attraverso stili di vita e comportamenti adeguati spero diventi uno dei pilasti del SSN», ha affermato Brusaferro che ha aggiunto: «Bisogna costruire intorno alle persone fragili una rete che le aiuti a compensare quei livelli di autosufficienza che hanno perso».
Il presidente ISS ha poi sottolineato l’importanza di puntare sui sistemi informativi e sulle tecnologie, lavorando all’integrazione di tutte le informazioni che abbiamo, e sulla centralità delle risorse umane.
L’Istituto Superiore di Sanità, insieme ad AIFA, è una delle realtà istituzionali che hanno promosso lo studio TSUNAMI per verificare la bontà della terapia al plasma iperimmune. Si tratta di uno studio randomizzato e controllato che però al momento stenta a decollare, almeno a leggere tra le righe dell’audizione: secondo quanto riportato da Brusaferro il campione atteso era di 474 pazienti, mentre al momento le persone inserite sono 188.
«Lo studio ha avuto un rallentamento dovuto al fatto che per fortuna durante i mesi estivi il numero di casi con indicazione per essere inserito è molto diminuito» ha spiegato ancora Brusaferro.
I malati inseriti nella sperimentazione sono coloro che presentano un quadro clinico di polmonite e insufficienza respiratoria: a loro viene somministrato plasma iperimmune compatibile nella misura di 200-300 ml al massimo per tre volte nell’arco di 5 giorni. Sono 79 i centri clinici coinvolti, 88 i centri trasfusionali.
«Obiettivo primario dello studio è verificare se il plasma è efficace per ridurre la ventilazione meccanica – ha spiegato il Presidente ISS -. Lo studio ha un comitato indipendente che valuta i dati che si accumulano», ha concluso.
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