Salute 15 Aprile 2021 09:20

Covid-19, Ciccozzi: «Decessi non diminuiranno finché non vaccineremo il 90% degli over 70. In estate respireremo»

L’epidemiologo del Campus Bio-Medico spiega: «Il virus soffre il caldo, è dimostrato. Prossima estate sarà simile a quella precedente». Sui vaccini: «In teoria ipotesi di una seconda dose con prodotto diverso dalla prima dovrebbe funzionare, ma servono dati»

Covid-19, Ciccozzi: «Decessi non diminuiranno finché non vaccineremo il 90% degli over 70. In estate respireremo»

«Grazie al caldo e alle vaccinazioni potremo avere un’estate molto simile a quella dell’anno scorso e respirare un po’». È la previsione che Massimo Ciccozzi, Direttore dell’Unità Epidemiologica del Campus Bio-Medico di Roma, affida a Sanità Informazione. Un ottimismo che, per diventare realtà, necessità di alcune condizioni: «Servono almeno 400mila vaccinazioni al giorno come programmato nel piano Figliuolo», chiarisce Ciccozzi.

L’ipotesi del vaccino diverso tra prima e seconda dose

La partita più importante si gioca sui vaccini. Date le difficoltà con AstraZeneca e Johnson&Johnson, l’ipotesi di una seconda dose con un prodotto diverso dalla prima non sembra così peregrina. «Il principio fondamentalmente è giusto – spiega Ciccozzi -. Si parla della proteina Spike: nei diversi vaccini la proteina è la stessa. È il vettore che cambia: o usiamo un adenovirus umano o di scimmia oppure utilizziamo un RNA con delle palline di grasso a contorno per farlo entrare nella cellula. Ma si tratta sempre della proteina Spike. Dunque, in teoria, non dovrebbe cambiare molto. Ma servono dati ed è giusto fare sperimentazioni».

L’efficacia dei vaccini

Ciccozzi smonta poi uno studio che metteva in guardia sulla possibilità che la variante sudafricana potesse ‘bucare’ l’immunità data dal vaccino Pfizer: «Innanzitutto parliamo di una variante presente nell’1% dei casi totali. Lo studio poi andava letto tutto. È una sperimentazione su troppe poche persone. Per avere dati più concreti bisognerà aspettare luglio-agosto».

L’ottimismo di Ciccozzi nasce anche dall’aver visto in prima persona l’effetto positivo del vaccino sulle persone: «Ho discusso un caso il 10 marzo di una RSA di anziani infettati dopo la vaccinazione. Erano tutti completamente asintomatici. Hanno fatto un tampone di sorveglianza altrimenti nemmeno se ne sarebbero accorti. Sappiamo poco sulla possibilità di infettarsi (e di infettare) anche dopo il vaccino ma mi sembra un dato molto incoraggiante».

Perché in Italia così tanti decessi

L’epidemiologo del Campus Bio-Medico prova a dare una spiegazione all’elevato numero di decessi per Covid in Italia, molto più numerosi rispetto ad altri Paesi europei: «La mediana dei decessi data dall’ISS è sempre di 81 anni. E la vaccinazione che stiamo facendo sugli over 80 è ancora molto parziale. Ci sono ancora delle persone scoperte. La vaccinazione è importante specie per quella categoria di età perché toglie i sintomi della malattia. Fino a che noi non vacciniamo almeno il 90% degli over 70 le morti non diminuiranno mai. Può anche accadere che un giovane di 35 anni vada in terapia intensiva: invece di tre settimane starà quattro settimane, ma ce la farà. Diverso per una persona anziana».

Il nodo dell’indice Rt

Ciccozzi, da poco nominato membro della Commissione Covid dell’Ordine dei Medici di Roma che avrà il compito di informare cittadini e camici bianchi sui vaccini e creare un tavolo di confronto tra esperti per fare il punto sulla ricerca, ha recentemente contestato, attraverso un articolo sul Journal of Medical Virology scritto con gli statistici Fabio Divino e Antonello Maruotti, l’attendibilità dell’indice Rt per determinare le chiusure.

«L’indice Rt non è sufficiente per determinare se si può chiudere una regione – spiega l’epidemiologo -. È troppo variabile. Se io ho un cluster familiare, l’indice Rt in quella settimana va sopra l’unità. Se io prendo non una finestra di una settimana ma di 15 giorni quell’indice può andare sotto l’unità. L’Rt va accompagnato dal numero di nuovi casi sulla popolazione e dal tasso di riempimento delle terapie intensive. Queste tre cose insieme possono andare d’accordo. L’indice Rt da solo è troppo ballerino».

Secondo Ciccozzi l’immunità di gregge potrà arrivare solo quando sarà vaccinato almeno il 75% della popolazione, un traguardo al momento molto lontano. Ma l’estate potrebbe essere in discesa grazie anche al caldo che, ormai è dimostrato, non aiuta il virus: «La temperatura calda dà fastidio al virus perché le goccioline di droplet si seccano con il sole. E poi si sta di più all’aria aperta. Se tutto andrà bene, noi avremo un’estate dove si potrà respirare un pochino anche se sempre con la mascherina. Il sole lo prenderemo senza mascherina, il caffè lo prenderemo con la mascherina. Al ristorante potremo andare con i protocolli che già ci sono. Sarà un’estate come l’anno scorso».

 

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