Sul Lancet il punto della situazione sul rapporto fra gravidanza, parto e Sars-CoV-2: «L’allattamento al seno con precauzioni è sicuro, ma rischio nascite premature»
Più volte nei giorni scorsi si sono rincorse indicazioni in questo senso: il coronavirus non ha mollato la sua presa e, anzi, in molte zone del mondo l’epidemia non fa che accelerare. Sono molti i mesi alle nostre spalle passati in compagnia del Covid-19. E tutto porta a pensare che anche l’esito delle gravidanze iniziate proprio durante la fase epidemica sarà accompagnato dalla presenza del virus. Per le famiglie di questi bimbi e per i tantissimi nati negli ultimi mesi, il Lancet fa il punto sul rapporto madre-neonato nell’era Covid-19, riassumendo le evidenze scientifiche a disposizione.
Il dato più importante per mamme e papà è certamente questo: «Il rischio di trasmissione, l’insorgenza clinica e le conseguenze del Sars-CoV-2 fra i neonati nati da madri Covid positive è scarso. Il rischio di trasmissione verticale appare basso, mentre è invece significativo fra altri coronavirus. Il Covid-19 è, sì, stato individuato entro le 48 ore dalla nascita fra alcuni neonati di madre positiva, tuttavia questo potrebbe indicare una trasmissione di tipo orizzontale», spiega la celebre rivista medica inglese. E ancora: «I primi studi evidenziano che i neonati positivi al Covid-19 hanno sintomi molto lievi e che il latte materno non è fonte di infezione».
Lo studio si concentra poi sui primissimi giorni di vita del bimbo, affrontando la questione relativa alla sicurezza dell’allattamento al seno in era Covid. «Vi sono versioni contrastanti» a seconda delle linee guida dell’OMS, del britannico Royal College of Obstetricians and Gynaecologist o di quelle dell’American Academy of Pediatrics.
C’è un ulteriore studio, pubblicato sempre sul Lancet, che raccomanda una linea equilibrata fra l’allattamento al seno libero e le eventuali misure sostitutive; si tratta del più ampio studio effettuato sui neonati e sulle mamme Covid positive attualmente a disposizione, spiega Lancet: «La coabitazione nella stessa stanza e l’allattamento al seno sono sicuri se sono accompagnati dall’utilizzo di una mascherina e il frequente lavaggio di mani e seno. Inoltre, la trasmissione del virus verso i neonati da parte di membri della famiglia infetti è improbabile, se vengono prese tutte le precauzioni del caso».
C’è poi un altro aspetto da sottolineare: la positività al coronavirus dimostrerebbe una correlazione con casi di nascite premature. «Nel Regno Unito il 26% delle donne Covid positive ha partorito in anticipo», con nascite premature anche a 28-31 settimane di gestazione: «Un aumentato tasso di bambini prematuri potrebbe porre dei rischi molto seri alla salute e al benessere dei bimbi nel mondo», spiega la dottoressa Medvedev, autrice dell’articolo.
Tuttavia, avverte Lancet, questo studio è necessariamente iniziale e incompleto: «Molti bambini non sono stati analizzati dopo la prima osservazione, i genitori hanno deciso di non riportarli per lo screening, impauriti dagli effetti del Covid su una popolazione così fragile».
«Delle domande cruciali rimangono senza risposta – conclude Medvedev -. Sono necessari dei dati robusti per quantificare le complicazioni riguardanti donne incinte e neonati e per capire i tassi e i percorsi di trasmissione verticale e orizzontale, inclusi i casi asintomatici. Ulteriori studi sono necessari per determinare il tasso di efficacia delle profilassi anti-infezione e delle pratiche di controllo nelle unità neonatali».
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