Salute 26 Giugno 2020 06:57

Covid-19, Ema autorizza trattamento con antivirale remdesivir

L’Agenzia europea del farmaco ha espresso il via libera per adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni con polmonite da Sars-Cov-2 che richiedono ossigeno supplementare

Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha espresso parere positivo – raccomandando la concessione dell’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata – per il medicinale antivirale remdesivir, destinato al trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2. L’utilizzo del farmaco è concesso per trattare la malattia da nuovo coronavirus in adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni con polmonite, che richiedono ossigeno supplementare.

LEGGI ANCHE: COVID-19, AIFA E GILEAD: «ITALIA TRA I PAESI CHE TESTERANNO L’ANTIVIRALE REMDESIVIR»

L’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata è ammessa per un farmaco che soddisfa un’esigenza medica quando il beneficio per la salute pubblica è immediato e supera il rischio derivante dal fatto che sono ancora necessari dati aggiuntivi. È questo il caso dell’antivirale remdesivir, già approvato con le stesse modalità negli Stati Uniti.

Il via libera si basa su precise raccomandazioni nell’uso del medicinale: al momento, sarà utilizzato solo in pazienti in stadio avanzato di malattia: tenendo conto dei dati disponibili, infatti, l’EMA ha ritenuto che «l’equilibrio tra benefici e rischi si sia dimostrato positivo nei pazienti con polmonite che richiedono ossigeno supplementare, cioè i pazienti con malattia grave».

LEGGI ANCHE: COVID-19, CRICELLI (SIMG): «A NOVEMBRE LE PRIME DOSI-TEST VACCINO. NON SI PUÒ RIMPROVERARE NULLA AL SSN PER GESTIONE EPIDEMIA»

«Un’ottima notizia per il vecchio Continente – commenta su Facebook Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova -. Noi ci avevamo creduto fin dal principio. A Genova abbiamo trattato il primo paziente già alla fine di febbraio. Speriamo sia presto disponibile anche in Italia».

Non del tutto soddisfatto Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs che spiega: «L’antivirale remdesivir riduce la degenza ospedaliera da 15 giorni a 11 giorni in media, ma non cambia la mortalità per Covid-19 in modo significativo – precisa – . Abbiamo bisogno di qualcosa di meglio, di qualcosa di più efficace per poter fare la differenza nella cura delle infezioni gravi da nuovo coronavirus». Lo scienziato chiede di potenziare gli sforzi della ricerca e puntare più in alto: «L’effetto è minimo rispetto a quello che dobbiamo cercare di ottenere».

Ora non resta che attendere il lasciapassare definitivo della Commissione europea, che, di norma, avviene circa 60 giorni dopo l’emanazione del parere tecnico del Chmp ma in questo caso seguirà rapidamente il processo decisionale per rendere il prodotto disponibile in Europa prima possibile.

 

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Dall’Istituto Superiore di Sanità nuove linee guida sull’autismo
L’ISS ha pubblicato il testo completo della Linea Guida sulla diagnosi e il trattamento del disturbo dello spettro autistico in bambini e adolescenti che include 27 raccomandazioni e 1 indicazione di buona pratica clinica che gli esperti hanno formulato sulla base della letteratura più aggiornata e della loro esperienzanprofessionale e personale
Long Covid: rischio sovrastimato? Comunità scientifica divisa
Tracy Beth Høeg dell’Università della California, San Francisco, e il suo team di ricerca hanno affermato che c'è una buona probabilità che il Long Covid sia stato sovrastimato. Le conclusioni del loro lavoro hanno sollevato un polverone di polemiche all'interno della comunità scientifica
Long Covid: più vicini a un test del sangue per la diagnosi
I pazienti con Long Covid presentano chiare differenze nella funzione immunitaria e ormonale rispetto alle persone senza sindrome post-infezione. Questo significa che nel plasma potrebbero esserci molecole specifiche in grado di aiutarci a identificare coloro che hanno il Long Covid da chi no
Long Covid: il rischio aumenta quanto più a lungo dura l’infezione
Anche la durata dell'infezione è un importante fattore predittivo del Long Covid, responsabile della persistenza dei sintomi anche dopo settimane e mesi dalla fine della malattia. A dimostrarlo è uno studio italiano
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...