«Con la corsa ai tamponi per inseguire i contagi il Paese è a rischio paralisi indipendentemente dalle nuove regole sulla quarantena. Il sistema di testing è già in tilt»
L’aumento di casi e decessi per Covid-19 è ormai sotto gli occhi di tutti, e non solo in Italia. La Fondazione GIMBE, nel suo monitoraggio settimanale, analizza i numeri relativi alla settimana 22-28 dicembre:
«Da due mesi e mezzo – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’ulteriore impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi».
Nelle ultime due settimane infatti il numero dei tamponi totali è aumentato, rispetto alla settimana 8-14 dicembre, del 38%. «L’aumentata attività di testing, tuttavia, è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi – analizza GIMBE -: dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi, dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari».
«Questi dati – commenta il Presidente – dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane».
La Fondazione registra poi una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi che consegue a vari fattori: identificazione di un maggior numero di casi, aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, aumento del numero delle persone guarite e numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, nelle prossime settimane, si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante omicron.
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +20,4% in area medica e +13,1% in terapia intensiva». A livello nazionale, al 28 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid è del 15,9% in area medica e del 12,6% in terapia intensiva. Crescono i decessi: 1.024 negli ultimi 7 giorni (di cui 36 riferiti a periodi precedenti), con una media di 146 al giorno rispetto ai 126 della settimana precedente.
Nella settimana 20-26 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è sceso a 201.180 (-27%) rispetto ai 275.641 della settimana precedente: tuttavia, a fronte di 93.771 nuovi vaccinati nella fascia 5-11, crolla il numero degli over 12 (-47,5% rispetto alla settimana precedente). Dei 9,44 milioni di persone che al 28 dicembre non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, 3,42 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni che ha iniziato le somministrazioni solo da poco, mentre 2,34 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione: uno zoccolo duro ormai difficile da scalfire, secondo GIMBE.
Al 29 dicembre, sono state somministrate 18.253.942 terze dosi con una media mobile a 7 giorni che, con i rallentamenti del 24, 25 e 26 dicembre, è scesa a 261.714 somministrazioni al giorno. Secondo la platea ufficiale il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 58,9% con nette differenze regionali: dal 45,2% della Sicilia al 68% della Provincia Autonoma di Trento e della Valle D’Aosta.
«In questa fase della pandemia – conclude Cartabellotta – caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento».
«La corsa ai tamponi senza regole, infatti, presenta diversi “effetti collaterali”: innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio; in secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi; ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero” con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost; infine, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da Covid-19».
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