Pubblicato il report ISS sui decessi per Covid-19 degli ultimi 8 mesi. I morti non vaccinati sono 23 volte di più di quelli che avevano ricevuto la doppia dose e sono comunque deceduti a causa del virus
In 8 mesi (dal primo febbraio 2021 allo scorso 5 ottobre), i morti positivi al Sars-CoV-2 sono stati 38.096. Tra questi, 33.620 non avevano ricevuto neanche una dose di vaccino anti-Covid, mentre i decessi di persone vaccinate con ciclo completo sono state 1.440. Ciò significa che solo il 3,7% del totale dei decessi riguarda persone che avevano completato il ciclo vaccinale, mentre nel restante 96,3% dei casi i pazienti deceduti per Covid-19 non erano immunizzate. In pratica, i morti che risultano non vaccinati sono 23 volte di più di quelli che avevano ricevuto la doppia dose e sono comunque deceduti a causa del virus.
È quanto emerge da un approfondimento contenuto nel report periodico sui decessi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), basato sull’analisi di un campione di 671 cartelle cliniche di morti avvenute nell’arco temporale analizzato. L’analisi delle caratteristiche dei deceduti indica che la presenza di cardiopatie (cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco), di demenza e di cancro si è dimostrata più alta nel campione di vaccinati. Il numero medio di patologie dei deceduti nonostante il vaccino è dunque significativamente più alto (5,0 vs 3,9 patologie pre-esistenti), così come è più alta la loro età media (85,5 vs 78,3).
Il report descrive le caratteristiche di 130.468 pazienti deceduti e positivi a Sars-CoV-2 in Italia dall’inizio della sorveglianza al 5 ottobre 2021 riportati dalla Sorveglianza Integrata Covid-19 coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). L’età media dei pazienti deceduti e positivi a Sars-CoV-2 è 80 anni (mediana 82, range 0-109). Le donne decedute sono 56.792 (43,5%). Solo nella fascia di età maggiore di 90 anni il numero di decessi di sesso femminile è superiore a quelli di sesso maschile (dato da mettere in relazione al fatto che la popolazione in questa fascia è costituita per circa il 72% da donne).
Complessivamente, le donne decedute dopo aver contratto infezione da Sars-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 anni – uomini 80 anni). Al 5 ottobre 2021 sono 1.601, dei 130.468 (1,2%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 399 di questi avevano meno di 40 anni (245 uomini e 154 donne con età compresa tra 0 e 39 anni).
«I risultati qui presentati – spiega Graziano Onder, direttore del dipartimento di Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’ISS – indicano chiaramente che le persone decedute dopo il completamento del ciclo vaccinale hanno un elevato livello di complessità clinica, significativamente superiore rispetto alle persone che non hanno potuto beneficiare dell’effetto del vaccino a causa di un contagio precoce o perché non hanno neanche iniziato il ciclo vaccinale. È possibile ipotizzare che i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all’infezione da Sars-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati. Queste persone molto fragili e con una ridotta risposta immunitaria, sono quelle che possono maggiormente beneficiare di una ampia copertura vaccinale dell’intera popolazione in quanto ciò riduce ulteriormente il rischio di infezione. Ridurre la circolazione del virus è il miglior modo per proteggerli».
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