Uno studio clinico realizzato dall’Ospedale Niguarda e dall’Università di Milano su 2497 tra medici e infermieri a 14 giorni dall’inoculazione rivela una risposta immunitaria importante. Scaglione (laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia): «Da quando il personale è vaccinato, non ci sono più stati casi di Covid tra gli operatori sanitari. Ripeteremo le analisi a 3, 6 e 12 mesi»
Il 98,4% dei 2497 operatori sanitari del grande Ospedale Niguarda di Milano vaccinati con Pfizer tra gennaio e febbraio ha sviluppato gli anticorpi attesi con valori molto alti, anche superiori a quanto ipotizzato. È questo il dato più importante ottenuto dallo studio clinico RENAISSANCE realizzato dall’Ospedale Niguarda in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. «Si tratta di una risposta significativa, anche superiore alle aspettative», ha spiegato Francesco Scaglione, Direttore del laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia di Niguarda raggiunto telefonicamente.
«Nello studio abbiamo fissato tre obiettivi: valutare la durata della risposta immunitaria, e per questo abbiamo previsto controlli a 14 giorni, 3 mesi, 6 mesi e ad un anno; se gli anticorpi prodotti sono neutralizzanti, ovvero se sono protettivi; e in terza analisi se viene conservata la memoria immunitaria».
«Per il momento abbiamo potuto esaminare il risultato a 14 giorni e quanto è emerso è andato oltre ogni più rosea aspettativa: il 98,6% ha avuto una risposta molto importante, l’1,6% buona ma non eclatante, da valutare nel tempo; e solo 4 persone su 2500 analizzate hanno avuto un esito scarso, direi inesistente di anticorpi».
«Siamo partiti con l’intento di fare lo studio solo su soggetti che non avevano avuto il Covid; invece, dagli esami fatti, abbiamo scoperto che oltre cento persone vaccinate in realtà avevano incontrato il virus senza rendersene conto. Erano stati asintomatici e l’abbiamo visto a posteriori. Dagli esami fatti è risultato infatti che oggi hanno sia gli anticorpi che vengono sviluppati dal vaccino, ma anche quelli prodotti dalla malattia con il risultato di avere una copertura molto alta».
«Sono soggetti che stavano facendo terapie con immunosoppressori. Ciò non vuol dire però che i soggetti immunocompromessi o trapiantati non rispondano al vaccino: in altri soggetti si è evidenziata una presenza di anticorpi in quantità inferiore».
«Sì, potrebbe essere quella la strada, è un’ipotesi da studiare».
«Il dato più confortante arriva proprio dall’ospedale: da quando siamo tutti vaccinati non c’è più un caso di Covid tra il personale sanitario, neppure per le varianti».
Da Milano a Roma il risultato non cambia: al Bambino Gesù a 21 giorni dalla somministrazione della prima dose a 3000 operatori sanitari che non hanno mai incontrato il virus, il 99% dei vaccinati esaminati ha sviluppato una quantità di anticorpi specifici 50 volte superiori alla soglia di negatività, mentre per i 1425 operatori a cui è stata somministrata la seconda dose, a 7 giorni gli anticorpi sono stati sviluppati dal 100% dei vaccinati con un elevato tasso di protezione. A 7 giorni dalla prima somministrazione si è registrato un incremento delle cellule B di memoria, ovvero quelle che mantengono la produzione di anticorpi nel tempo, nell’80% dei casi, mentre delle cellule T che coordinano l’intera risposta immunitaria contro il virus nel 64% delle persone vaccinate.
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