Salute 19 Marzo 2021 10:42

Covid-19, il 98% degli operatori sanitari vaccinati ha anticorpi molto alti

Uno studio clinico realizzato dall’Ospedale Niguarda e dall’Università di Milano su 2497 tra medici e infermieri a 14 giorni dall’inoculazione rivela una risposta immunitaria importante. Scaglione (laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia): «Da quando il personale è vaccinato, non ci sono più stati casi di Covid tra gli operatori sanitari. Ripeteremo le analisi a 3, 6 e 12 mesi»

di Federica Bosco
Covid-19, il 98% degli operatori sanitari vaccinati ha anticorpi molto alti

Il 98,4% dei 2497 operatori sanitari del grande Ospedale Niguarda di Milano vaccinati con Pfizer tra gennaio e febbraio ha sviluppato gli anticorpi attesi con valori molto alti, anche superiori a quanto ipotizzato. È questo il dato più importante ottenuto dallo studio clinico RENAISSANCE realizzato dall’Ospedale Niguarda in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. «Si tratta di una risposta significativa, anche superiore alle aspettative», ha spiegato Francesco Scaglione, Direttore del laboratorio di Analisi chimiche e Microbiologia di Niguarda raggiunto telefonicamente.

Professore, cosa avete indagato?

«Nello studio abbiamo fissato tre obiettivi: valutare la durata della risposta immunitaria, e per questo abbiamo previsto controlli a 14 giorni, 3 mesi, 6 mesi e ad un anno; se gli anticorpi prodotti sono neutralizzanti, ovvero se sono protettivi; e in terza analisi se viene conservata la memoria immunitaria».

Vi aspettavate questo risultato?

«Per il momento abbiamo potuto esaminare il risultato a 14 giorni e quanto è emerso è andato oltre ogni più rosea aspettativa: il 98,6% ha avuto una risposta molto importante, l’1,6% buona ma non eclatante, da valutare nel tempo; e solo 4 persone su 2500 analizzate hanno avuto un esito scarso, direi inesistente di anticorpi».

Andando nel dettaglio, si può fare un profilo delle persone che hanno avuto una risposta immunitaria molto alta così come di coloro che hanno avuto un esito meno felice?

«Siamo partiti con l’intento di fare lo studio solo su soggetti che non avevano avuto il Covid; invece, dagli esami fatti, abbiamo scoperto che oltre cento persone vaccinate in realtà avevano incontrato il virus senza rendersene conto. Erano stati asintomatici e l’abbiamo visto a posteriori. Dagli esami fatti è risultato infatti che oggi hanno sia gli anticorpi che vengono sviluppati dal vaccino, ma anche quelli prodotti dalla malattia con il risultato di avere una copertura molto alta».

Invece i quattro individui completamente privi di copertura a cosa devono la resistenza al vaccino?

«Sono soggetti che stavano facendo terapie con immunosoppressori. Ciò non vuol dire però che i soggetti immunocompromessi o trapiantati non rispondano al vaccino: in altri soggetti si è evidenziata una presenza di anticorpi in quantità inferiore».

Questo significa che dovrebbero fare una dose in più eventualmente?

«Sì, potrebbe essere quella la strada, è un’ipotesi da studiare».

Possiamo mandare un messaggio alla popolazione ora che è arrivato anche il via libera di Ema per AstraZeneca?

«Il dato più confortante arriva proprio dall’ospedale: da quando siamo tutti vaccinati non c’è più un caso di Covid tra il personale sanitario, neppure per le varianti».

Al Bambino Gesù di Roma su 3000 operatori il 99% ha sviluppato anticorpi contro il virus

Da Milano a Roma il risultato non cambia: al Bambino Gesù a 21 giorni dalla somministrazione della prima dose a 3000 operatori sanitari che non hanno mai incontrato il virus, il 99% dei vaccinati esaminati ha sviluppato una quantità di anticorpi specifici 50 volte superiori alla soglia di negatività, mentre per i 1425 operatori a cui è stata somministrata la seconda dose, a 7 giorni gli anticorpi sono stati sviluppati dal 100% dei vaccinati con un elevato tasso di protezione. A 7 giorni dalla prima somministrazione si è registrato un incremento delle cellule B di memoria, ovvero quelle che mantengono la produzione di anticorpi nel tempo, nell’80% dei casi, mentre delle cellule T che coordinano l’intera risposta immunitaria contro il virus nel 64% delle persone vaccinate.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Al Bambino Gesù terapia CAR-T sui primi 3 pazienti con malattie autoimmuni
Due ragazze italiane e 1 bambino ucraino di 12 anni, fuggito dalla guerra, sono i primi pazienti pediatrici affetti da gravi patologie autoimmuni ad essere stati trattati con cellule CAR-T capaci di mandare in remissione la loro malattia. Il trattamento è stato eseguito all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma
di V.A.
Nuovo vaccino anti Covid proteico: il Niguarda cerca volontari per la fase III della sperimentazione
Scaglione (direttore microbiologia): «Sarà un booster realizzato con una tecnologia già collaudata in passato contro morbillo e papilloma virus. Possibile copertura contro tutte le varianti e per un periodo più lungo»
Epatite acuta pediatrica misteriosa. Caso del bimbo di Prato, Basso (Bambino Gesù): «Migliora spontaneamente»
Si sta facendo strada l’ipotesi che possa trattarsi non dei classici virus che danno vita alle epatiti A, B e C, ma di un adenovirus, spesso causa solo di banali raffreddori, che nei bambini può provocare problemi gastrointestinali. Ne parliamo con Indolfi (Meyer), che ha curato il bambino di Prato esaminato in via precauzionale per trapianto di fegato
«Curare anche quando non si può guarire»: in Lazio il Centro di Cure Palliative Pediatriche più grande d’Italia
Il Centro dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è stato inaugurato oggi a Passoscuro, nel comune di Fiumicino. È dedicato all’accoglienza di bambini e adolescenti con malattie rare, inguaribili, ad alta complessità assistenziale. Garantisce la presa in carico del paziente e di tutto il nucleo familiare. Già accolti alcuni pazienti ucraini fuggiti dalla guerra
Giornata mondiale delle malattie rare: circa 25mila pazienti seguiti al Bambino Gesù
Accordo di collaborazione tra l’Ospedale, Orphanet e OMaR per promuovere l’informazione e i servizi rivolti a famiglie e associazioni
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Salute

Tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato: lo stato dell’arte di nivolumab

Sono stati presentati al recente Congresso ASCO gli aggiornamenti degli studi relativi all’impiego di nivolumab nel tumore del polmone non a piccole cellule di stadio precoce e avanzato. Il quad...
Advocacy e Associazioni

Cirrosi epatica, i pazienti chiedono meno burocrazia e maggior accesso al teleconsulto

Nella nuova puntata di The Patient Voice, Ivan Gardini (EpaC Ets), Ilenia Malavasi (Affari Sociali) e Francesca Ponziani (Pol. Gemelli)