Salute 12 Marzo 2021 10:28

Covid-19, il biofisico Bianconi: «Con le nuove regole proposte avremo altri 36mila morti in 3 mesi. Adottare modello sardo»

Il direttore del Rome International Center for Materials Science Superstripes Antonio Bianconi lancia l’allarme: «Si sta mantenendo la diffusione dell’epidemia nella fase critica quasi stazionaria da due mesi con una media di circa 300 decessi giornalieri». Secondo il gruppo di lavoro la soluzione è quella del metodo Lockdown Finding and Tracing adottato in Sardegna: «Tamponi a tappeto e tracciamento per uscirne»

Covid-19, il biofisico Bianconi: «Con le nuove regole proposte avremo altri 36mila morti in 3 mesi. Adottare modello sardo»

«In questo momento l’infezione è mantenuta in uno “stato critico” e rischiamo altri trentaseimila morti nei prossimi tre mesi, un dato inaccettabile». Il professor Antonio Bianconi, biofisico membro della European Academy of Sciences e dal 2012 direttore del Rome International Center for Materials Science Superstripes (RICMASS), è preoccupato.

«Il lockdown totale sarebbe una soluzione estrema. Avrebbe il solo lato positivo di bloccare le varianti. La verità è che ci ritroviamo a decidere un lockdown totale avendo portato avanti una politica di stop and go troppo a lungo», spiega Bianconi a Sanità Informazione.

Gli studi del centro RICMASS

Il centro RICMASS, dove collaborano ricercatori del CNR, dell’INFN e dell’Università di Camerino, dopo gli studi sulla dinamica della diffusione nella prima ondata Covid-19, ha introdotto un algoritmo, detto RIC-indez, per la misura dell’Indice Rt/Td nelle regioni italiane durante la seconda ondata, alternativo e complementare ai parametri Rt e Td (tempo di raddoppio) comunemente utilizzato. Il risultato dell’utilizzazione di questo indice è una cartina dell’Italia che, al momento, promuove quattro regioni: Sardegna e Valle d’Aosta in primis, Sicilia e Veneto un gradino più sotto. Sono le regioni colorate in verde. Tutte le altre hanno un livello dell’infezione ancora critico.

L’appello del RICMASS per adottare il metodo Lockdown Finding and Tracing

Un anno fa, all’inizio della prima ondata, il 15 Marzo 2020 il gruppo di ricerca RICMASS rivelava in una sua ricerca che il Comitato tecnico scientifico (CTS) aveva scelto il protocollo Lockdown Stop and Go che prevedeva almeno tre ondate in un periodo di almeno 18 mesi. Il gruppo mise in evidenza che il semplice lockdown nazionale sarebbe durato almeno tre mesi con un alto costo sia in numero di decessi che nel campo economico.

«Si suggeriva – spiega Bianconi – di passare nel giro del minor tempo possibile al protocollo alternativo già disponibile: il Lockdown Finding and Tracing (LFT) che prevede un periodo di un solo mese di lockdown con meno decessi e perdite economiche. Si chiedeva al conducente di cambiare urgentemente rotta e seguire il protocollo LFT, ma così non è stato».

Uno dei risultati scientifici più importanti del gruppo è stato l’identificazione di parametri statistici come il RIC-index, che dipende dal rapporto tra il parametro Rt e il tempo di raddoppio Td, per identificare tre stadi dell’evoluzione dell’epidemia: le fasi supercritica, critica, sottocritica. Nella prima ondata l’Italia è passata direttamente dalla fase supercritica alla fase sottocritica attraversando rapidamente la fase critica per entrare nella fase sottocritica tra le ondate successive. Nella seconda ondata iniziata a ottobre 2020, il CTS ha utilizzato la “variante Trump” del protocollo LSG: ove, una volta passata la fase supercritica, si mantiene l’epidemia nella fase critica.

Il rischio di altre migliaia di decessi per Covid

I numeri parlano chiaro e a volte la loro brutalità aiuta a riflettere: se l’Italia ha avuto 100mila decessi in un anno significa che la politica sanitaria ha mantenuto una media annuale di 265 decessi al giorno.

«Durante la prima ondata – aggiunge il professor Bianconi – si è mantenuta una media di 160 decessi giornalieri per 217 giorni. Nella seconda ondata è stata mantenuta una media di 400 decessi giornalieri per 160 giorni. Al 12 marzo 2021 si sta mantenendo la diffusione dell’epidemia nella fase critica quasi stazionaria da due mesi con una media di circa 300 decessi giornalieri».

«Ora il governo Draghi – aggiunge – sta lanciando una vaccinazione di massa per vaccinare gli italiani, ma occorreranno almeno quattro mesi per raggiungere 42 milioni di persone (il 70% della popolazione). Per i prossimi quattro mesi il CTS e i ministri Speranza e Gelmini propongono di mantenere questo stato stazionario fino a non superare il limite di 250 casi positivi a settimana per 100mila abitanti (soglia in cui scatterà l’obbligo di zona rossa). In altre parole, hanno programmato di avere altri 36mila decessi Covid-19 in Italia, ovvero quanti erano stati tutti i decessi della prima ondata. Non è un livello sopportabile».

Il modello sardo

C’è però una regione italiana che ha invertito bruscamente la tendenza, aiutata anche dall’insularità: la Sardegna. Il modello sardo ha seguito il protocollo LFT proposto da RICMASS per l’Italia a cui hanno dato la loro consulenza anche due scienziati vicini al gruppo di Bianconi come il virologo Andrea Crisanti e Luca Ferretti, ricercatore dei Big Data Institute al Dipartimento Nuffield di Medicina all’Università di Oxford. La Sardegna ha blindato i confini, ha creato un’applicazione sullo smartphone che funziona e ha iniziato uno screening a tappeto della popolazione.

«I tamponi a tappeto sono fondamentali: anche con pochi casi in una città di milioni di persone bisogna farli», spiega Bianconi che ha sempre guardato con interesse al modello adottato da molti Stati del Pacifico come Nuova Zelanda, Corea del Sud, Giappone, Cina e Australia.

«Con l’uso delle applicazioni si sarebbe potuto fare molto – continua Bianconi -. In Australia, ad esempio, ogni azienda ha una applicazione per cui un dipendente può entrare in ufficio solo se ha quell’app. Stessa cosa per andare al supermercato. Da noi invece Immuni non ha funzionato ed è un peccato».

Il vaccino ora sembra lanciare una speranza ma non è il momento per rilassarsi: «Adesso questa strategia va integrata con il vaccino. Non ci si può permettere di avere nuove varianti. Ciò vuol dire fermare l’epidemia e la riproduzione del virus. Noi adesso faremo una campagna di vaccinazione che finirà forse a ottobre 2021 e se a fine agosto avremo una variante completamente diversa saremo da capo a piedi. Bisogna fare presto. Per questo va adottato subito il modello sardo all’Italia intera».

 

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