«La sua volontà prevale». Nel caso rifiuti l’iniezione, «va informato ma non obbligato»
Se la volontà dell’adolescente di vaccinarsi fosse in contrasto con quella dei genitori, questi deve «essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica». E’ quanto sostiene il Comitato nazionale di bioetica (Cnb), nel parere su ‘Vaccini Covid-19 e adolescenti’, approvato all’unanimità lo scorso 29 luglio.
Se un adolescente rifiuta la vaccinazione anti-Covid «a fronte del consenso dei genitori, il Comitato – si legge nel parere – ritiene importante e auspicabile che l’adolescente sia informato che la vaccinazione è nell’interesse della sua salute, della salute delle persone prossime e della salute pubblica. In ultimo appare comunque corretto, dal punto di vista bioetico, non procedere all’obbligo di vaccinare in mancanza di una legge, ma porre in essere misure atte a salvaguardare la salute pubblica». Il Comitato ritiene altresì «opportuno che, nelle circostanze di contrasto tra le parti, la volontà sia certificata per esplicitare con la massima chiarezza le rispettive posizioni, anche al fine di individuare meglio i contrasti nel tentativo di ricomporli».
Il Cnb si pronuncia inoltre anche sugli adolescenti con patologie e quelli rientranti nelle categorie identificate dal Ministero della Salute (in una lista aggiornata) per le quali la vaccinazione è raccomandata. Per questi ragazzi «emerge in forma ancora più pressante l’obbligo dei genitori (rappresentanti legali) di garantire ai propri figli il miglior interesse; è importante ricorrere al comitato di etica clinica o ad uno spazio etico e, come extrema ratio, al giudice tutelare».
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