In aumento anche i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva. Il 50% dei nuovi casi si concentra in Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna
Una settimana complessa per l’Italia quella tra il 26 agosto e il 1 settembre. I nuovi casi di Covid-19 sono ulteriormente aumentati di quasi 2.500 unità, con il 37,9% di incremento. In salita anche i pazienti ricoverati con sintomi, 322 in più e 41 in terapia intensiva. Più moderato l’aumento nei decessi, 46 contro i 40 della settimana precedente. In parallelo anche i tamponi salgono di oltre 100 mila unità. Lo rende noto il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE, che calcola a 26.754 gli attualmente positivi.
L’aumento progressivo dei focolai ha provocato una crescita esponenziale dei nuovi casi, prevalentemente autoctoni, in parte da rientro di vacanzieri e, in misura minore, di importazione da stranieri. Da 1.408 nuovi casi riportati nella settimana 15-21 luglio siamo passati a 9.015 nuovi casi di quella 26 agosto-1 settembre, con un incremento del rapporto positivi/casi testati che è schizzato dallo 0,8% al 2,3%.
Molto diversa la situazione nelle varie regioni d’Italia, che mostrano numeri molto eterogenei tra Nord e Sud. Dei 26.754 casi attivi al 1 settembre, il 50,2% si concentra in tre Regioni: Lombardia (7.082), Lazio (3.285), Emilia-Romagna (3.061). Un ulteriore 41,9% si distribuisce tra Veneto (2.460), Campania (2.292), Toscana (1.581), Piemonte (1.464), Sicilia (1.152), Puglia (860), Sardegna (837), Liguria (560). I rimanenti 2.120 casi (7,9%) si collocano nelle restanti 8 Regioni e 2 Province autonome con un range che varia dai 30 della Valle d’Aosta ai 406 dell’Abruzzo.
«Si tratta di segnali – ha affermato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che vanno tutti nella direzione di una ripresa dell’epidemia nel nostro Paese, sia in termini epidemiologici che di manifestazioni cliniche, proprio alla vigilia del momento cruciale della riapertura delle scuole».
«Davanti a questi numeri in preoccupante e indiscutibile ascesa – ha concluso – non possono essere più tollerati comportamenti individuali irresponsabili, esempi scellerati di cattivi maestri, né tantomeno correnti antiscientiste e manifestazioni di piazza che, sotto il falso scudo della libertà, mettono a repentaglio la salute della popolazione».
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