Il report settimanale della cabina di regia: «Età media dei contagiati scesa a 30 anni. Fondamentale mantenere le misure di precauzione»
Per la terza settimana consecutiva, in Italia si è registrato un aumento dei casi di Covid tale da riportarci ai numeri che si osservavano all’inizio di giugno. Si è abbassata fortemente l’età mediana dei contagiati, scesa a 30 anni. Da qui la minore gravità dei casi diagnosticati, per la maggior parte asintomatici. In tutte le Regioni sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2: il 63% di questi sono stati identificati grazie all’attività di screening e di identificazione dei contatti stretti; i rimanenti casi sono stati identificati in quanto sintomatici (30,4%) o non è riportata la ragione dell’accertamento diagnostico (7,1%). In alcune Regioni è stato segnalato un aumento del numero di ospedalizzazioni, ma non è stato identificato alcun segnale di sovraccarico dei servizi sanitari. In aumento anche il numero di focolai attivi, complessivamente 1077 di cui 281 nuovi; nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 925 focolai attivi di cui 225 nuovi.
Il nuovo report settimanale delle Regioni, relativo al periodo 10-16 agosto, mette nero su bianco quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: «L’Italia si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento». La cabina di regia del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, quindi, evidenzia ancora una volta la necessità di «mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali, continuare a rafforzare la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi, la quarantena dei loro contatti stretti».
Anche il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE conferma l’andamento riscontrato dalla cabina di regia. Sebbene i numeri si riferiscano alla settimana 12-18 agosto, GIMBE rileva, rispetto alla precedente, un incremento del 20,6% dei nuovi casi (3.399 vs 2.818, un valore superiore al 140% rispetto alla settimana 15-21 luglio, quando erano 1.408), a fronte di un lieve aumento dei casi testati (180.300 vs 174.671). Relativamente ai dati ospedalieri, in crescita i pazienti ricoverati con sintomi (843 vs 801) e quelli in terapia intensiva (58 vs 49).
«Dopo 4 settimane di crescita costante – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – siamo davanti a segnali che invitano a mantenere l’attenzione molto alta sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese».
Notevoli le variabilità regionali evidenziate dalla Fondazione: in 6 Regioni e nelle 2 Province Autonome si rileva una riduzione complessiva di 180 nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con variazioni che oscillano dai -6 di Bolzano ai -53 dell’Abruzzo. 13 Regioni fanno registrare un aumento dei nuovi casi per un totale di 761 nuovi casi, con un range che varia dai 169 del Lazio agli 8 della Sardegna.
«Davanti a questi numeri – conclude Cartabellotta – se da un lato bisogna evitare inutili allarmismi, dall’altro non è ammissibile sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il Paese, quali riapertura di scuole e università e consultazioni elettorali. L’arma migliore per una serena convivenza con il virus rimane la massima aderenza ai comportamenti raccomandati: dal frequente lavaggio delle mani alle misure di igiene respiratoria, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina negli ambienti pubblici al chiuso e all’aperto dove non è possibile mantenere la distanza minima di un metro, al rigoroso rispetto del divieto di assembramenti. Dal canto loro, le autorità sanitarie devono potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia per identificare e circoscrivere i focolai, sia per individuare tempestivamente casi di importazione e di rientro».