I dati principali emersi dalla cabina di regia: tutte le Regioni sono a rischio moderato. Sotto la lente Friuli-Venezia Giulia, Bolzano, Trentino-Alto Adige, Marche e Calabria
Cresce ancora la curva epidemica in Italia. Ieri i contagi hanno superato quota 10mila: sale la pressione ospedaliera, sia nelle terapie intensive che nei reparti ordinari.
Il monitoraggio settimanale dell’Iss, all’esame della cabina di regia, registra l’aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 98 per 100mila abitanti che in una settimana sale da 78 a 98 casi. L’Rt resta stabile a 1,21 come la settimana scorsa e al di sopra della soglia epidemica. In leggera diminuzione, ma ancora sopra la soglia epidemica, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero.
Anche sul fronte ospedaliero l’Iss segnala un incremento dei posti letto occupati da pazienti positivi al Covid-19: il tasso di occupazione in terapia intensiva è salito dal 4,4 al 5,3%. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è salito dal 6,1 al 7,1%.
«Tutte le 21 Regioni e Provincie autonome risultano classificate a rischio moderato. Tra queste – precisa l’Iss – una Regione è ad alta probabilità di progressione a rischio alto secondo il DM del 20 aprile 2020». A rischiare sono il Friuli-Venezia Giulia e la provincia di Bolzano. In osservazione anche Trentino-Alto Adige, Marche e Calabria.
Difficile l’attività di contact tracing. Lo testimonia il forte aumento del numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: 15.773 contro gli 11.001 della settimana precedente. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile al 34%. Scende la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (45% contro il 48% della settimana precedente) e aumenta quella dei casi diagnosticati con gli screening (21% contro il 18%).
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