Salute 3 Luglio 2024 09:38

Covid-19, l’insufficienza respiratoria non è l’unica causa di morte: “Responsabili anche le microtrombosi”

Nello studio sono stati coinvolti 93 pazienti deceduti per Covid-19 e un gruppo di controllo costituito da diciassette pazienti morti per polmonite non correlata allo stesso virus
Covid-19, l’insufficienza respiratoria non è l’unica causa di morte: “Responsabili anche le microtrombosi”

L’insufficienza respiratoria acuta non è l’unica causa delle morti da Covid-19. Responsabili dei decessi anche le microtrombosi dei piccoli vasi, associate ad una grave compromissione di altri organi – oltre  ai polmoni – come il cuore e i reni. A dimostrarlo uno studio pubblicato sul Journal of  Hepatology, coordinato dall’Università di Padova e condotto da un team di ricercatori delle Università di Yale (Usa) e Birmingham (GB), e le Aziende Ospedaliero-Universitarie di Padova, Papa Giovanni XXIII (Bergamo), Asst Bergamo Est Seriate, e Fatebenefratelli Sacco (Milano). Nello studio sono stati coinvolti 93 pazienti deceduti per Covid-19. Per ognuno sono stati analizzati eventuali danni microvascolari e ipossiemia (ovvero livelli di ossigeno nel sangue inferiori alla norma) ed effettuate istologia e tomografia computerizzata del torace. Il gruppo di controllo, invece, è stato costituito con diciassette pazienti deceduti per polmonite non correlata a Covid-19.

L’importanza dell’autopsia dei pazienti deceduti

“Nell’area di Bergamo – aggiunge Aurelio Sonzogni, responsabile del reparto di Patologia dell’Asst Bergamo Est Seriate – il Covid-19 è stato una tragedia senza precedenti. Nonostante la carenza di personale dovuta alle infezioni tra gli stessi sanitari e gli estenuanti turni di lavoro, abbiamo deciso di eseguire l’autopsia dei pazienti deceduti, per ottenere maggiori informazioni sul tipo di danno indotto dall’infezione da Sars-CoV-2 nei diversi organi. Questo è stato un passo  fondamentale per svelare come la trombosi dei piccoli vasi fosse una delle lesioni più significative nelle forme letali”.

Le conseguenze letali delle microtrombosi

“A livello cellulare – spiega il  coautore dello studio Paolo Simioni, direttore del dipartimento di Medicina a Padova e della Clinica Medica prima – il nostro studio ha dimostrato che la microtrombosi della vena porta è sostenuta da una risposta indotta dall’infezione da Sars-CoV-2, che colpisce un tipo di cellula vascolare ancora molto trascurato, chiamato ‘pericita’, all’esterno del vaso, dove forma una guaina di rivestimento attorno all’endotelio, lo strato di cellule che è a diretto contatto con il flusso sanguigno. Questo tipo di cellula, una volta infettata, attiva la secrezione vascolare di mediatori della coagulazione, tra cui il Fattore Tissutale e il Fattore di von Willebrand, responsabili, da un lato dello stato di ipercoagulabilità locale, con conseguente trombosi, e dall’altro, della dilatazione delle piccole arterie polmonari con conseguente riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue arterioso”.

Gli organi danneggiati dal virus: polmoni, cuore e reni

Nei polmoni dei pazienti con microtrombosi della vena porta  “abbiamo osservato dilatazioni del letto arterioso intrapolmonare che peggioravano l’ossigenazione del paziente e aggravavano l’insufficienza respiratoria, responsabile di una morte più tardiva”, spiega Luca Fabris, docente del  Dipartimento di Medicina padovano e del Liver Center di Yale, corresponding author del lavoro. Sebbene la causa principale della mortalità da Covid-19 fosse stata attribuita all’insufficienza respiratoria ipossica da sindrome da distress respiratorio acuto (Ards), con questo studio, dunque, sono state  segnalate trombosi dei piccoli vasi (microtrombosi) associate a  grave compromissione funzionale in più organi oltre al polmone, come cuore e rene. La microtrombosi è stata osservata anche nel fegato e, seppur il coinvolgimento epatico fosse spesso presente nei pazienti affetti da Covid-19, il significato di queste  alterazioni rimaneva incerto.

Le conclusioni dei ricercatori

“Il coinvolgimento vascolare del fegato – scrivono i ricercatori nelle conclusioni dello studio – rappresenta, dunque, una grave complicanza dell’infezione da Covid-19 che deve essere considerata nell’iter diagnostico dei pazienti con insufficienza respiratoria di lunga durata e in progressivo peggioramento, poiché può associarsi allo sviluppo di dilatazioni vascolari intrapolmonari”. Per Simioni “questo lavoro rappresenta una storia affascinante per quanto concerne il ruolo del fegato nelle malattie acute e nelle condizioni di insufficienza multiorgano. Siamo certi che la rilevanza di questo meccanismo fisiopatologico vada ben oltre il  Covid-19, argomento che stiamo affrontando grazie ad un finanziamento ottenuto dal Ministero della Salute”.

 

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