Nello studio sono stati coinvolti 93 pazienti deceduti per Covid-19 e un gruppo di controllo costituito da diciassette pazienti morti per polmonite non correlata allo stesso virus
L’insufficienza respiratoria acuta non è l’unica causa delle morti da Covid-19. Responsabili dei decessi anche le microtrombosi dei piccoli vasi, associate ad una grave compromissione di altri organi – oltre ai polmoni – come il cuore e i reni. A dimostrarlo uno studio pubblicato sul Journal of Hepatology, coordinato dall’Università di Padova e condotto da un team di ricercatori delle Università di Yale (Usa) e Birmingham (GB), e le Aziende Ospedaliero-Universitarie di Padova, Papa Giovanni XXIII (Bergamo), Asst Bergamo Est Seriate, e Fatebenefratelli Sacco (Milano). Nello studio sono stati coinvolti 93 pazienti deceduti per Covid-19. Per ognuno sono stati analizzati eventuali danni microvascolari e ipossiemia (ovvero livelli di ossigeno nel sangue inferiori alla norma) ed effettuate istologia e tomografia computerizzata del torace. Il gruppo di controllo, invece, è stato costituito con diciassette pazienti deceduti per polmonite non correlata a Covid-19.
“Nell’area di Bergamo – aggiunge Aurelio Sonzogni, responsabile del reparto di Patologia dell’Asst Bergamo Est Seriate – il Covid-19 è stato una tragedia senza precedenti. Nonostante la carenza di personale dovuta alle infezioni tra gli stessi sanitari e gli estenuanti turni di lavoro, abbiamo deciso di eseguire l’autopsia dei pazienti deceduti, per ottenere maggiori informazioni sul tipo di danno indotto dall’infezione da Sars-CoV-2 nei diversi organi. Questo è stato un passo fondamentale per svelare come la trombosi dei piccoli vasi fosse una delle lesioni più significative nelle forme letali”.
“A livello cellulare – spiega il coautore dello studio Paolo Simioni, direttore del dipartimento di Medicina a Padova e della Clinica Medica prima – il nostro studio ha dimostrato che la microtrombosi della vena porta è sostenuta da una risposta indotta dall’infezione da Sars-CoV-2, che colpisce un tipo di cellula vascolare ancora molto trascurato, chiamato ‘pericita’, all’esterno del vaso, dove forma una guaina di rivestimento attorno all’endotelio, lo strato di cellule che è a diretto contatto con il flusso sanguigno. Questo tipo di cellula, una volta infettata, attiva la secrezione vascolare di mediatori della coagulazione, tra cui il Fattore Tissutale e il Fattore di von Willebrand, responsabili, da un lato dello stato di ipercoagulabilità locale, con conseguente trombosi, e dall’altro, della dilatazione delle piccole arterie polmonari con conseguente riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue arterioso”.
Nei polmoni dei pazienti con microtrombosi della vena porta “abbiamo osservato dilatazioni del letto arterioso intrapolmonare che peggioravano l’ossigenazione del paziente e aggravavano l’insufficienza respiratoria, responsabile di una morte più tardiva”, spiega Luca Fabris, docente del Dipartimento di Medicina padovano e del Liver Center di Yale, corresponding author del lavoro. Sebbene la causa principale della mortalità da Covid-19 fosse stata attribuita all’insufficienza respiratoria ipossica da sindrome da distress respiratorio acuto (Ards), con questo studio, dunque, sono state segnalate trombosi dei piccoli vasi (microtrombosi) associate a grave compromissione funzionale in più organi oltre al polmone, come cuore e rene. La microtrombosi è stata osservata anche nel fegato e, seppur il coinvolgimento epatico fosse spesso presente nei pazienti affetti da Covid-19, il significato di queste alterazioni rimaneva incerto.
“Il coinvolgimento vascolare del fegato – scrivono i ricercatori nelle conclusioni dello studio – rappresenta, dunque, una grave complicanza dell’infezione da Covid-19 che deve essere considerata nell’iter diagnostico dei pazienti con insufficienza respiratoria di lunga durata e in progressivo peggioramento, poiché può associarsi allo sviluppo di dilatazioni vascolari intrapolmonari”. Per Simioni “questo lavoro rappresenta una storia affascinante per quanto concerne il ruolo del fegato nelle malattie acute e nelle condizioni di insufficienza multiorgano. Siamo certi che la rilevanza di questo meccanismo fisiopatologico vada ben oltre il Covid-19, argomento che stiamo affrontando grazie ad un finanziamento ottenuto dal Ministero della Salute”.
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