Pubblicato il monitoraggio settimanale di ISS e Ministero Salute: Rt stabile a 0,99. Cinque regioni a rischio alto
Dopo un «iniziale lento peggioramento», l’epidemia da Covid-19 «entra questa settimana nuovamente in una fase in cui si osserva una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza nazionale. Sono necessarie urgenti misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione e contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari». È quanto evidenzia l’ultimo report settimanale, realizzato da ISS (Istituto Superiore di Sanità) e Ministero della Salute, relativo alla settimana 15-21 febbraio.
L’indice di contagio medio calcolato sui casi sintomatici è pari a 0.99 (range 0.93-1.03), come la precedente settimana, con un limite superiore oltre 1: «Dieci Regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Basilicata) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1.25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove – si può leggere nel report –, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni e province autonome hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno». Cinque Regioni (Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria), hanno un «livello di rischio alto secondo il Dm del 30 aprile 2020» rispetto alla settimana precedente.
Si conferma inoltre per la quarta settimana consecutiva un «peggioramento nel livello generale del rischio. Sono 15 le Regioni/Province autonome con un rischio alto o moderato». Accanto alle 5 a rischio alto, sono 10 (la settimana precedente ne erano 12) le Regioni/Pa con una classificazione di rischio moderato (di cui 5 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 6 con rischio basso (la settimana precedente ne erano 8). Le 10 Regioni con un Rt puntuale sopra 1 sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Molise, Piemonte, provincia autonoma di Trento, Toscana e Umbria.
Nell’ultima settimana di monitoraggio dell’andamento di Covid-19 in Italia «si osserva un peggioramento anche nel numero di Regioni/Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica» (8 Regioni/Pa contro le 5 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto, ma sotto la soglia critica (24%). Complessivamente, «il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.074 (16 febbraio 2021) a 2.146 (23 febbraio)», mentre nello stesso periodo «il numero di persone ricoverate in aree mediche è sostanzialmente stabile (da 18.463 a 18.295)».
«Tale tendenza a livello nazionale – sottolineano gli esperti – sottende forti variazioni inter-regionali con alcune Regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza, impongono comunque misure restrittive». Le 8 Regioni/Pa sono Marche, Molise, Bolzano e Umbria, che presentano un sovraccarico sia nelle terapie intensive sia in area medica, e Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Trento dove il sovraccarico riguarda solo le intensive.
Si osserva una «chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente»: 145,16 per 100mila abitanti dal 15 al 21 febbraio 2021 contro 135,46 per 100mila abitanti dall’8 al 14 febbraio. «L’incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi – sottolineano gli autori – si allontana da livelli (50 per 100mila) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti». In particolare, l’incidenza settimanale supera la soglia di 250 casi per 100mila abitanti in due Province autonome: Pa di Bolzano (539,01 per 100mila abitanti) e Pa di Trento (309,12 per 100mila abitanti). Quattro Regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Molise e Umbria) hanno una incidenza maggiore di 200 casi per 100mila abitanti.
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