Pressione su ospedali sotto soglia critica in tutte le Regioni. Brusaferro (ISS): «La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione»
Per i casi di infezione da virus SARS-CoV-2 «si conferma la diminuzione dell’incidenza, sia sull’intero territorio nazionale che in tutte le Regioni e Province autonome, con valori molto al di sotto della soglia di 50 casi per 100.000 abitanti ogni 7 giorni». L’effettuazione di «attività di tracciamento sistematico» può consentire «una gestione basata sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti». È quanto evidenzia il report ISS-Ministero della Salute sui dati del monitoraggio dei dati relativi al periodo 21-27 giugno.
Secondo i dati del flusso dell’Istituto Superiore di Sanità, «l’incidenza settimanale si attesta a 9 per 100.000 abitanti (21/06/2021-27/06/2021) contro i 12 per 100.000 abitanti della rilevazione precedente (13/06/2021-20/06/2021). La campagna vaccinale progredisce velocemente e l’incidenza è a un livello che permetterebbe il contenimento dei nuovi casi».
Poiché la variante Delta «sta portando ad un aumento dei casi anche in Paesi con alta copertura vaccinale», è opportuno realizzare un «capillare tracciamento e sequenziamento dei casi». È necessario secondo il report «raggiungere una elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggior trasmissibilità».
«Sulla base dei dati e delle previsioni Ecdc – si può leggere ancora –, della presenza di focolai causati dalla variante virale Delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali, è opportuno mantenere elevata l’attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale».
«Si osserva una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (1.578 vs 2.407 la settimana precedente)». Inoltre, la «percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione (37,4% vs 39,5% la scorsa settimana)». Stabile invece «la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35,8% vs 35,5%). Infine, il 26,8% è stato diagnosticato attraverso attività di screening».
«Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione tra fine maggio ed inizio giugno», sottolinea il rapporto.
«La pressione sui servizi ospedalieri si conferma al di sotto della soglia critica in tutte le Regioni e Province autonome». Tutte sono infatti classificate a rischio basso e hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno». Nessuna Regione e Provincia autonoma «supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 3%, sotto la soglia critica, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 362 (22/06/2021) a 240 (29/06/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente (3%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 2.289 (22/06/2021) a 1.676 (29/06/2021)», si legge nel report. Solo due Regioni, Sardegna e Puglia, riportano una allerta di resilienza, nessuna Regione riporta molteplici allerte.
In Italia al 22 giugno scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante Alfa’ (B.1.1.7) di SARS-CoV-2 era del 57,8%, in calo rispetto all’88,1% del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 16,7% e il 100%. Alla stessa data, la variante cosiddetta ‘Gamma’ (P.1) aveva una prevalenza pari a 11,8% (con un range tra 0 e 37,5%, mentre nella precedente survay era al 7,3%). La cosiddetta ‘variante Delta’ (B.1.167.2) aveva una prevalenza pari al 22,7% ed è stata identificata in 16 Regioni/PA (con un range tra lo 0 e il 70,6%).
La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall’ISS e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. L’indagine integra le attività di monitoraggio di routine, e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione. La cosiddetta ‘variante Kappa’, ad esempio, uno dei sottotipi di B.1.617 (B.1.617.1), non è stata trovata nella flash survey, ma diversi casi sono stati segnalati sulla piattaforma integrata che invece raccoglie le analisi giorno per giorno.
«La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione – afferma il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro -. È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall’Ema, questo garantisce la migliore protezione».
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