Speranza firma nuova ordinanza: in area arancione Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto
«C’è nel Paese un peggioramento della situazione epidemiologica generale e aumenta l’impatto sui servizi assistenziali. Questo scenario implica la massima cautela». Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nelle conclusioni del suo intervento alla conferenza stampa al Ministero della Salute sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della cabina di regia. La curva epidemica dei nuovi contagi di Covid-19 «si è appiattita e ha rallentato la decrescita. Questo ci crea preoccupazione e ci ricorda che dobbiamo stare attenti. I dati sono infatti in controtendenza a partire da questa settimana. C’è una ricrescita dei casi in alcune Regioni: in alcune contenuta e in altre più consistente», ha spiegato.
Tra il 15 e il 28 dicembre scorsi «l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1.03, in aumento da quattro settimane e per la prima volta, dopo sei settimane, sopra uno». È quanto evidenzia il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (ISS)-Ministero Salute, relativo al periodo 28 dicembre 2020-3 gennaio 2021, presentato nello stesso giorno in cui il Ministro Speranza firma una nuova ordinanza con cui Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto passano in zona arancione. Secondo il report sono infatti 12 le Regioni e province autonome a rischio alto e 8 quelle a rischio moderato (di cui due ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane). Solo una Regione (la Toscana) è a rischio basso.
Nello specifico, Calabria, Emilia Romagna e Lombardia hanno un Rt puntuale significativamente maggiore di 1, altre 6 lo superano nel valore medio (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta), altre 4 hanno un valore uguale (come nel caso della Puglia) o che lo sfiora (Lazio, Piemonte e Veneto). Quest’ultima regione, infine, «mostra un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale».
Secondo il report questa settimana si osserva «un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza nazionale a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio». Si osserva inoltre, dopo alcune settimane di diminuzione, un nuovo «aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 313,28 per 100mila abitanti (dal 21 dicembre 2020 al 3 marzo 2021) contro 305,47 per 100mila abitanti (dal 14 dicembre 2020 al 27 dicembre 2020)». Viene inoltre evidenziato «il persistente valore elevato di questo indicatore nella Regione del Veneto (927,36 per 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni). L’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti».
L’epidemia di Covid-19 in Italia si trova «in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni/PA».
Sono 13 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e aree mediche sopra la soglia critica (la settimana precedente erano 10). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale torna a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.565 (al 28 dicembre 2020) a 2.579 (al 4 gennaio 2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è invece lievemente diminuito passando da 23.932 (al 28 dicembre 2020) a 23.317 (4 gennaio 2021).
«Si osserva – si legge nel report – un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile, dovuto a un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di Sars-Cov-2 sul territorio nazionale, in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali è ancora alto nella maggior parte delle Regioni/province autonome». Si conferma pertanto la «necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale – raccomanda il report – che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato