Online il report dell’Istituto Superiore di Sanità ‘Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di Sars-Cov-2: la situazione in Italia’
«La percentuale dei focolai in ambito scolastico si è mantenuta sempre bassa e le scuole non rappresentano i primi tre contesti di trasmissione in Italia, che sono il contesto familiare/domiciliare, sanitario assistenziale e lavorativo». È quanto evidenzia il report dell’Istituto Superiore di Sanità ‘Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di Sars-Cov-2: la situazione in Italia‘, pubblicato sul sito dell’istituto. Il report spiega che dopo la riapertura delle scuole, nel mese di settembre 2020, l’andamento dei casi di Covid-19 nella popolazione in età scolastica ha seguito quello della popolazione adulta, rendendo difficile identificare l’effetto sull’epidemia del ritorno all’attività didattica in presenza.
Quello che si può notare è che pur con le scuole del primo ciclo sempre in presenza, salvo che su alcuni territori regionali, la curva epidemica mostra a partire da metà novembre un decremento, evidenziando un impatto sicuramente limitato dell’apertura delle scuole del primo ciclo sull’andamento dei contagi. Non solo: «L’incidenza giornaliera è risultata sovrapponibile fino al 20 ottobre per poi aumentare nelle persone non in età scolare rispetto a quelle in età scolare». A metà ottobre, ovvero ad un mese dalla riapertura delle scuole, la percentuale dei focolai in cui la trasmissione poteva essere avvenuta in ambito scolastico era intorno al 3,7% del totale, «valore che poi si è progressivamente ridotto».
Secondo il report dell’ISS negli ultimi 4 mesi del 2020 (dal 24 agosto e al 27 dicembre) «sono stati diagnosticati in Italia come positivi per Sars-Cov-2 1.783.418 casi, di questi 203.350 (11%) in età scolare (3-18 anni)». «La percentuale dei casi in bambini e adolescenti è aumentata dal 21 settembre al 26 ottobre (con un picco del 16% nella settimana dal 12 al 18 ottobre) per poi tornare ai livelli precedenti – osserva il documento -. Le percentuali di casi in età scolare rispetto al numero dei casi in età non scolare oscillano tra l’8,6% della Valle d’Aosta e il 15,0% della provincia autonoma di Bolzano».
«La maggior parte dei casi in età scolare (40%) si è verificata negli adolescenti di età compresa tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), dai ragazzi delle scuole medie di 11- 13 anni (23%) e dai bambini delle scuole per l’infanzia di 3-5 anni (10%) – prosegue il report -. Nel mese di settembre, l’età mediana dei casi in età scolare è stata di circa 12 anni, per poi aumentare leggermente nel mese di ottobre e tornare al valore precedente a novembre e dicembre. La distribuzione dei casi tra femmine e maschi è risultata totalmente bilanciata a livello nazionale, ma con lievi differenze a livello regionale, talvolta con percentuali un po’ più alte per i maschi nel mese di settembre, prima della riapertura delle scuole».
«La scuola, come tutti i luoghi in cui i protocolli sono seguiti, è un luogo in cui il rischio di contagio è basso. La sua riapertura è dunque auspicabile, applicando un monitoraggio costante e prestando maggiore attenzione a ciò che c’è intorno ad essa, come il trasporto pubblico e la mobilità in generale». Lo ha sottolineato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ospite de ‘I fatti vostri’ su RaiDue.
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