Salute 20 Luglio 2020 12:41

Covid-19, perché la letalità è così alta in Italia (specialmente per gli anziani)? Intervista all’esperto

Le risposte del dott. Nicola Buonaiuto, specialista ambulatoriale e Geriatria, delegato Cisl Medici Lazio

di Vanessa Seffer
Covid-19, perché la letalità è così alta in Italia (specialmente per gli anziani)? Intervista all’esperto

Stando ai tassi di letalità del Covid-19 in Italia siamo quasi al 9%. Un tasso molto alto se confrontato con la Spagna (6,6%), la Cina (4%) e la Francia (3,9%). Quali potrebbero essere i motivi di questa differenza? Potrebbe essere dovuta a ceppi maggiormente letali? L’eccesso di mortalità più consistente secondo l’Istat si registra per gli uomini fra i 70 e gli 89 anni, per i quali i decessi dal primo gennaio e il 30 aprile 2020 sono aumentati del 52% rispetto allo stesso periodo della media 2015/2019. Nelle donne l’incremento della mortalità è più contenuto, del 42%, in tutte le classi di età. Ne parliamo con il dott. Nicola Buonaiuto, specialista ambulatoriale e Geriatria, delegato Cisl Medici Lazio.

Ceppo più letale o maggior disinteresse per gli anziani, dato che tra i deceduti la gran parte ha oltre 70 anni?

«Sono state osservate frequenti mutazioni del virus ma al momento è piuttosto difficile attribuire con certezza a queste mutazioni la maggiore o minore letalità nei vari paesi. Bisogna poi premettere che molte delle differenze nelle statistiche di mortalità età correlate per Covid-19 nei differenti paesi sono dovute a differenze di metodologie di rilevazione e da differenti percentuali di popolazione sottoposta a tamponi diagnostici e quindi alla possibile eventuale sottostima della presenza stessa del virus nella popolazione di altri paesi. Inoltre nel nostro paese sono state contabilizzate come morti da Covid quelle in cui era dimostrata l’infezione senza tenere conto della possibilità che il decesso potesse essere causato da altra severa patologia concomitante, come ad esempio una neoplasia, e questo potrebbe aver fatto parte della differenza delle stime con altri paesi. Sarà necessario altro tempo e ulteriori approfondimenti epidemiologici per avere evidenze su questo tema».

Il nostro modello culturale e l’approccio all’assistenza ai nostri anziani potrebbe aver fatto la differenza in questa maggiore letalità riscontrata nelle età avanzate?

«Nel nostro paese ci sono profonde differenze nell’approccio all’assistenza agli anziani a seconda delle zone geografiche considerate. Abbiamo alte percentuali di ultra 65enni ospitati nelle strutture residenziali del nord Italia (Case di riposo, RSA) perché culturalmente è una scelta più accettata e condivisa a fronte di un numero sensibilmente più basso nel meridione del paese dove, sia per la carenza di strutture sia per una storica cultura che lega la presenza dell’anziano in casa, sia per una minor dispersione dei nuclei familiari, il ricorso alla istituzionalizzazione è molto meno praticato. Questa recente epidemia ha certamente mostrato la fragilità dei modelli assistenziali nelle RSA e nello specifico, gli accertamenti in corso – anche con numerose indagini della magistratura – stanno riguardando la correttezza delle procedure di accoglienza, i protocolli adottati nell’emergenza, l’adeguatezza numerica e di formazione del personale impiegato e l’adeguatezza degli spazi accreditati. La sensazione è che, sia da parte di molte strutture sia da parte degli organismi regionali e delle Aziende Sanitarie che presiedono ai controlli e alle verifiche sulle strutture non ci sia stata la adeguata prevenzione con piani dedicati a questa emergenza. Ciò, senza togliere nulla all‘oggettiva difficoltà nell’affrontare una straordinaria evenienza mai vissuta prima dai nostri SSR, deve porre in primo piano la necessità di adottare subito i correttivi necessari affinché il sistema sia più solido e reattivo a questi eventi e che le strutture residenziali rivedano completamente i propri protocolli legati a eventi epidemici. Infine ritengo che in ogni regione la sanità pubblica debba riprendere piena responsabilità nella governance del privato accreditato, riprendere sempre più la responsabilità della gestione diretta dei servizi sanitari e socio-assistenziali perché le esperienze di privatizzazione spinta da alcune regioni degli ultimi anni hanno mostrato, in questa vicenda, le molte debolezze del meccanismo di totale delega da parte del pubblico, senza la possibilità di esercitare continui e diretti controlli sulla gestione delle strutture e delle loro procedure di funzionamento».

Ci sono malattie con cui si può convivere benissimo in età avanzata ma che insieme alle complicanze causate dal Coronavirus diventano letali?

«La popolazione anziana è normalmente più a rischio di complicanze e quindi mortalità in caso di insorgenza di infezioni; questo sia perché il sistema immunitario nella vecchiaia è meno efficiente, al pari degli altri organi che perdono gradualmente la loro piena funzionalità ma anche perché è molto più presente, con l’avanzare dell’età, la contemporaneità di altre patologie croniche, come il diabete, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, o lo scompenso cardiaco. Queste ultime due in particolare scontano maggiormente l’attacco di un virus come il Covid-19 che mostra particolare aggressività verso l’apparato cardiovascolare. Inoltre la comorbidità spesso rappresenta un fattore di confondimento per una diagnosi precoce del virus poiché può mimare una sintomatologia attribuibile ad altre patologie e ritardare così la diagnosi precoce del Covid che rappresenta un elemento fondamentale per la prevenzione di complicanze e mortalità».

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

Articoli correlati
Covid: spray nasale con anticorpi protegge da infezione. Gli scienziati: “Approccio utile contro nuove varianti e in futuro anche contro altri virus”
I ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, hanno dimostrato che lo spray nasale anti-Covid sviluppato, a base di anticorpi IgA, può offrire protezione dall'infezione. O almeno così è stato nei topi su cui è stato testato, come riportato da uno studio pubblicato su PNAS. I risultati aprono la strada a una nuova strategia per proteggere le persone ad alto rischio a causa delle diverse varianti del virus Sars-CoV-2 e possibilmente anche da altre infezioni
Fiaso: Covid ancora in calo, ma preoccupa l’influenza
Si conferma in calo l’indice dei ricoveri Covid. La rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso fa registrare un complessivo -16% nell’ultima settimana del 2023. Secondo l'ultima rilevazione Fiaso i virus influenzali stanno avendo un impatto in termini assoluti maggiore sugli ospedali
di V.A.
Covid: le varianti sono emerse in risposta al comportamento umano
Le varianti del virus Sars-CoV-2 potrebbero essere emerse a causa di comportamenti umani, come il lockdown o le misure di isolamento, le stesse previste per arginare la diffusione dei contagi. Queste sono le conclusioni di uno studio coordinato dall’Università di Nagoya e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Utilizzando la tecnologia dell’intelligenza artificiale e la modellazione matematica […]
Covid: in commercio terapie di dubbia sicurezza ed efficacia
Ci sono la bellezza di 38 aziende che hanno messo in commercio presunti trattamenti a base di cellule staminali e di esosomi (vescicole extracellulari) per la prevenzione e il trattamento del Covid-19
Covid: alta adesione degli over 60 ai vaccini ridurrebbe fino al 32% i ricoveri, le raccomandazioni nel Calendario per la Vita
Il board del Calendario per la Vita, costituito da diverse società scientifiche, ha redatto delle raccomandazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid per l’autunno-inverno 2023
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"