Intervista al direttore della Prima Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma
Il team di scienziati dell’Università Sapienza di Roma, guidati dal professor Francesco Violi, ordinario di Medicina Interna e direttore della Prima Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma, ha studiato il meccanismo a catena che muove il virus SARS-CoV-2 causando spesso gravi danni all’organismo. Lo studio, pubblicato sulla rivista inglese Redox Biology, è stato condotto su 182 pazienti e ha visto la collaborazione di Claudio Maria Mastroianni e Francesco Pugliese dello stesso Policlinico. I risultati ottenuti potrebbero aprire la strada alla ricerca di nuove cure e terapie per il Covid-19, in attesa del vaccino.
Professor Violi, ci spieghi in che modo il virus entra nell’organismo.
«Il virus entra attraverso ACE-2, un enzima che si trova nelle cellule endoteliali dei vasi sanguigni di tutti gli organi, specie del cuore e del polmone. Entrando attraverso l’ACE-2, che fa da cavallo di Troia, il virus lo inattiva e non funziona più».
Cosa fa l’ACE-2? Come funziona quando è attivo?
«Degrada un enzima, l’angiotensina II, che ha un potente effetto infiammatorio dei vasi e mediatore dell’infiammazione delle arterie che avviene attraverso l’attivazione dell’enzima NOX2, il più importante produttore cellulare di ricarica di ossigeno. Quindi, poiché nei soggetti con Covid l’ACE-2 è inattivato e l’angiotensina II è aumentata, l’enzima NOX2 potrebbe essere attivato. E così è. Abbiamo allora dimostrato una catena di eventi che portano all’infiammazione delle arterie e quindi alla trombosi. In altre parole, il virus interrompe la catena che salva le arterie. Quando questa viene interrotta, si avrà un danno a livello arterioso mediato dagli enzimi angiotensina II e NOX2. La nostra intuizione è di aver visto, sapendo che quella che infiamma è la NOX2, come si arriva ad una sua attivazione, perché, non funzionando, l’ACE-2 non impedisce che questa cascata si attivi e quindi che faccia danno alle arterie. Questa è la novità».
Per guarire che cosa bisogna fare?
«Bisogna inibire la NOX2. Ci vuole un farmaco molto particolare che può andare bene per guarire dal Covid-19 in un breve arco di tempo, finché il paziente è ospedalizzato; nel cronico è più complicato, perché si interferirebbe con un sistema che serve all’organismo nel caso di immunità innata».
Serve quindi un farmaco?
«Serve un farmaco finché non si avrà un vaccino che farà scomparire tutto questo, un antiossidante che inibisca la NOX2. È ovvio che lo sviluppo futuro sarà vedere se gli inibitori della NOX2 proteggono dall’infiammazione».
Sono quindi le infiammazioni la base di molte malattie?
«Sì, e di tante che portano ad una precoce mortalità. E noi abbiamo capito perché».