Una crescita finora mai registrata dall’estate. Il rapporto positivi/testati sopra al 6% in tutte le regioni, certifica Gimbe. Cartabellotta: «Il rischio di restrizioni più ampie (lockdown incluso) è dietro l’angolo»
Un «incremento esponenziale nel trend dei nuovi casi». La Fondazione Gimbe definisce così, nel suo monitoraggio, la settimana 7-13 ottobre rispetto a quella precedente. Sono 35.204 i nuovi casi, erano 17.252 sette giorni fa con un rapporto positivi/testati che dal 4% schizza al 7%. In totale in Italia ci sono 87.193 positivi e 5.076 ricoverati con sintomi. In terapia intensiva dai 319 della scorsa settimana si è arrivati a 519, mentre i morti sono stati 216.
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, queste le variazioni:
«Nell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si rileva un raddoppio dei nuovi casi, a conferma di un incremento esponenziale che si riflette anche sulla curva di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva. Inoltre, con il netto aumento dei casi si rendono molto più evidenti le numerose variabilità regionali, oltre che provinciali». A livello nazionale l’incremento percentuale dei casi totali è del 10,7%, con variazioni regionali che oscillano dal 4% della Provincia Autonoma di Trento al 30,9% dell’Umbria.
Il valore positivi/testati superiore al 6% in quasi tutte le Regioni dimostra un sovraccarico nel tracciamento e isolamento dei focolai e richiede un potenziamento urgente dei servizi territoriali deputati alle attività di testing & tracing. Rispetto ad una media nazionale del 7% il range varia dal 2% della Calabria al 16,4% della Valle D’Aosta.
Al 13 ottobre, rispetto ad una media nazionale di 144 casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, il range varia dai 41 della Calabria ai 205 della Valle D’Aosta. La percentuale complessiva di pazienti ospedalizzati sul totale dei casi attualmente positivi, rispetto ad una media nazionale del 6,4%, oscilla dal 2,6% del Friuli-Venezia Giulia al 10,2% della Liguria.
L’incidenza di nuovi casi per 100.000 abitanti, rispetto a una media nazionale di 58,3, è superiore a 100 in due Regioni, Valle d’Aosta (141,6) e Liguria (113,1), e in 6 province: Belluno (181,3), Genova (144,7), Arezzo (129), Pisa (125,3), Prato (125,3), Napoli (110,3).
«Gli effetti delle misure del nuovo Dpcm – conclude Cartabellotta – oltre a non poter essere valutati prima di 3 settimane, saranno in parte neutralizzati dall’incremento esponenziale dei contagi e dall’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari dovuto alla stagione influenzale. Ecco perché la Fondazione Gimbe si appella al senso di responsabilità ed alla massima collaborazione tra Presidenti di Regioni e amministratori locali, sindaci in primis: intervenire tempestivamente con misure restrittive locali, compresi lockdown mirati, per spegnere i focolai, arginare il contagio diffuso e prevenire il sovraccarico degli ospedali. Altrimenti, persistendo i trend delle ultime settimane – secondo gli scenari previsti dalla nuova circolare del Ministero della Salute – il rischio di restrizioni più ampie (lockdown incluso) è dietro l’angolo».
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