Mentre il Ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia la firma di due nuove ordinanze (in vigore dal 29 novembre) con cui si dispone l’area arancione per le Regioni Calabria, Lombardia e Piemonte e l’area gialla per le Regioni Liguria e Sicilia (rinnovate le misure restrittive per Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Toscana), l’ultimo Report dell’Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute spiega come «questa settimana si osserva per la prima volta in varie settimane una diminuzione nell’incidenza a livello nazionale» delle infezioni da coronavirus Sars-CoV-2 «negli ultimi 14 giorni (706,27 per 100mila abitanti nel periodo 9-22 novembre vs 732,6 per 100mila abitanti nel periodo 2-15 novembre), sebbene questa rimanga a livelli molto alti. In diverse Regioni, tuttavia, si continua a segnalare un’incidenza in aumento». L’analisi è relativa al periodo 16-22 novembre, con dati aggiornati al 25.
«Questo andamento – precisano gli esperti – non deve portare a un rilassamento prematuro delle misure o a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti». Pertanto «si conferma la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. E’ fondamentale – si raccomanda – che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie, e di rimanere a casa il più possibile».
Si ricorda che «è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine». Si ribadisce infine «la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi».
Nella settimana di monitoraggio «quasi tutte le Regioni o Province autonome sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio, o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. In particolare, 10 Regioni o Province autonome sono classificate a rischio alto di una trasmissione di Sars-CoV-2».
Fra le 10 Regioni, «9 sono state classificate a rischio alto o equiparate a rischio alto per 3 o più settimane consecutive», e «questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale in base al documento ‘Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale’ trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre».
«Delle 10 aree a rischio alto o ad esso equiparate – prosegue il report – 5 presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 2 e le 5 restanti hanno uno scenario di tipo 1, tranne in un caso» appunto «in cui tale classificazione non è considerata affidabile per incompletezza dei dati. Le rimanenti sono classificate a rischio moderato di cui 7 con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese, e presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 2 in 2 di queste e con uno scenario di tipo 1 per la rimanente».
Data «la trasmissibilità e la probabilità elevata di un imminente passaggio alla classificazione di rischio alto – si legge nel documento – si raccomanda alle autorità sanitarie delle 7 Regioni o Province autonome con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese di valutare la opportunità di adottare, anche a livello sub-regionale, ulteriori misure di mitigazione».
Cala ancora l’indice di trasmissibilità di Sars-CoV-2 in Italia. Secondo il monitoraggio «nel periodo 4-17 novembre l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,08 (95% CI: 0,91-1,25)». Inoltre si riscontrano «valori medi di Rt tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle Regioni e Province italiane», mentre in 4 Regioni l’Rt puntuale è inferiore a 1 anche nel suo intervallo di confidenza maggiore, «indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità», conclude il report.
Nella maggior parte del territorio nazionale «la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 1, in miglioramento rispetto a quello della settimana precedente, ma con Rt puntuale ancora maggiore di 1 nel suo valore medio in diverse Regioni/Province autonome». L’epidemia di Covid-19 in Italia, «seppur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente e questo – si legge ancora – è un segnale di impatto importante delle misure di mitigazione introdotte». Si osserva inoltre una diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (77.541 contro 87.202 della settimana precedente), che «potrebbe suggerire un miglioramento nelle attività di tracciamento».
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