Durante l’approfondimento dell’Istituto superiore di sanità è stato presentato anche uno studio preliminare sulle fonti di infezione condotto su circa 4500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile. Il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro
L’indice Rt, che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, già dal 6 aprile si attestava mediamente a un valore tra 0,2 e 0,7, considerando l’intero Paese. Lo dimostrano i modelli matematici elaborati dall’Istituto superiore di sanità e dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, presentati durante la conferenza stampa di approfondimento epidemiologico.
«Questo indice – spiega l’Iss in una nota – rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l’applicazione delle misure di contenimento dell’epidemia stessa. Lo schema seguente riporta il valore di Rt nelle diverse Regioni italiane, escludendo quelle per cui il dato non è considerato sufficientemente stabile».
Rt, sottolineano gli esperti dell’Iss, è solo uno degli indicatori che servono a definire i provvedimenti da adottare nella Fase 2. La differenza tra gli indici regionali non rappresenta necessariamente una condizione per differenziare le misure successive a questa fase. Il valore di Rt, che sarà pubblicato settimanalmente, rappresenta uno strumento importante per monitorare le misure di controllo nel tempo e la loro efficacia.
Durante l’approfondimento è stato presentato anche uno studio preliminare sulle fonti di infezione condotto dall’Iss su circa 4500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile. Il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro. Da aprile, ha avvertito il presidente Silvio Brusaferro, è in aumento il numero di donne contagiate. L’età media resta più alta rispetto a quella degli uomini e si conferma un indice inferiore di mortalità.
Il presidente del Css Franco Locatelli ha poi ricordato che oggi scadeva il tempo per la commissione creata per valutare la coerenza delle offerte per il test sierologico. Dal 25 al 28 aprile saranno valutate le proposte considerate coerenti con il mando e il 29 verrà pubblicata la graduatoria di identificazione dei test e l’aggiudicazione per la conduzione dello studio di sieroprevalenza sul territorio nazionale.
Sempre durante la conferenza stampa è stata presentata una guida pratica dedicata a chi si prende cura degli anziani, realizzata dal dipartimento di Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità e disponibile sul sito dell’Istituto. L’opuscolo, tradotto in 8 lingue (inglese, francese, spagnolo, rumeno, polacco, russo portoghese e tamil) si rivolge soprattutto a badanti e offre indicazioni su come proteggere gli anziani proteggendo anche se stessi, visto che prendersi cura di un anziano significa aiutarlo ad alzarsi, camminare, mangiare e lavarsi e non è possibile quindi mantenere il distanziamento di almeno un metro. Il documento sarà disponibile anche in forma di decalogo in modo da essere pubblicato sia come post sui social sia in versione stampabile come poster e verrà affisso in farmacie, studi medici, ospedali.
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