Salute 19 Febbraio 2020 09:00

Covid-19, Spallanzani: «Ecco tutto quello che c’è da sapere»

L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani (INMI) diffonde le informazioni più aggiornate sul Covid-19

Covid-19, Spallanzani: «Ecco tutto quello che c’è da sapere»

Che cosa è successo?

Lo scorso 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi hanno reso nota la presenza di un focolaio di sindrome febbrile, associata a polmonite di origine sconosciuta, tra gli abitanti di Wuhan, città di 11 milioni di abitanti nella Cina Centro-meridionale. Il punto di partenza dell’infezione è stato identificato nel mercato del pesce e di animali vivi (c.d. “wet market”)  chiuso il 1 gennaio 2020.

A cosa è dovuta l’infezione?

Il 7 gennaio è stato isolato l’agente patogeno responsabile dell’epidemia: si tratta di un nuovo betacoronavirus, che il WHO ha denominato dapprima 2019-nCoV, poi SARS-CoV-2 e ora COVID-19 per indicare la malattia causata dal nuovo virus.

Che cosa sono i coronavirus?

I coronavirus, sono una famiglia di virus che causa infezioni negli esseri umani e in una varietà di animali, tra cui uccelli e mammiferi come cammelli, gatti e pipistrelli. Molto diffusi in natura, possono causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Come è avvenuto il contagio?

Il contagio è stato causato dalla trasmissione del virus da animale a uomo ma non sappiamo ancora con precisione quale sia stato l’animale che ha trasmesso il virus all’uomo: appare probabile sia stato un mammifero. La rivista Science ha ipotizzato che l’animale che ha trasmesso il virus all’uomo possa essere il pangolino, un mammifero protetto ricoperto di squame il cui traffico illegale è purtroppo diffuso in Cina, dove viene utilizzato nelle pratiche mediche tradizionali.

Il virus può trasmettersi da uomo a uomo?

È stata dimostrata la trasmissione interumana del virus in Cina e anche al di fuori dalla Cina, dove si è originata l’epidemia.

In che modo si trasmette il virus? Come è possibile proteggersi?

Il virus si trasmette attraverso le goccioline del respiro della persona infetta, con la tosse o gli starnuti, tramite contatto diretto personale, oppure toccandosi la bocca, il naso o gli occhi con le mani contaminate.

Quanto sono gravi le infezioni causate da SARS-CoV-2?

Questo nuovo coronavirus è strettamente correlato da un punto di vista genetico al virus SARS del 2003 e sembra avere caratteristiche simili. Può causare sintomi lievi, simil-influenzali, ma anche malattie gravi. Le persone con condizioni croniche preesistenti, come ipertensione e altri disturbi cardiovascolari, diabete, disturbi epatici e altre malattie respiratorie, sembrano essere più a rischio.

Quanto è mortale il virus?

Per quanto riguarda la mortalità del virus, lo studio del China CDC ha evidenziato 1.023 esiti fatali, corrispondenti ad un tasso di mortalità complessiva del 2,3% che sale al 14,8% tra le persone di età superiore agli 80 anni. La presenza di patologie concomitanti aumenti il tasso di mortalità. Le persone senza alcuna co-morbilità hanno evidenziato un tasso di mortalità dello 0,9%.

Quali sono i sintomi della malattia COVID-19? Come si cura?

I sintomi sono tipicamente respiratori: febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, grave affaticamento polmonare. Al momento non ci sono terapie specifiche: la malattia si cura come i casi di influenza grave, con terapie di supporto (antifebbrili, idratazione), ma contrariamente all’influenza non sono disponibili antivirali specifici.

Esiste un vaccino?

No. Durante il meeting della ricerca svoltosi il 10 e 11 febbraio a Ginevra, il direttore generale del WHO Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che il primo vaccino potrebbe essere pronto tra diciotto mesi.

Quanto è diffusa l’epidemia?

Secondo i dati ECDC, Agenzia Europea per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie, i casi accertati complessivi sono 73.328, con 1.873 decessi. Tra questi, i casi registrati in Cina, sono 72.530, pari al 99% del totale. Soltanto tre decessi si sono verificati sinora fuori da questo ambito: nelle Filippine, in Giappone, in Francia. Al di fuori dalla Cina, sono stati confermati 258 casi in Asia. Ad essi si aggiungono 454 casi confermati all’interno della nave da crociera Diamond Princess. Fuori dal continente asiatico, sono stati confermati 15 casi in Australia, 15 negli Stati Uniti, otto in Canada. L’Europa sinora ha fatto registrare 16 casi in Germania, 12 in Francia, nove nel Regno Unito, due in Russia e Spagna, uno in Belgio, Finlandia e Svezia. Un caso soltanto sino ad oggi nel continente africano, in Egitto.

I casi registrati in Italia sono al momento tre: si tratta di una coppia cinese originaria di Wuhan, che si trovava a Roma in viaggio di nozze, e di un cittadino italiano che faceva parte del gruppo di connazionali che si trovavano nella regione dello Hubei e che sono stati rimpatriati e posti in isolamento in una caserma della città militare della Cecchignola a Roma.

LEGGI ANCHE: COVID-19: UN DOCUFILM ECM ANTI-PSICOSI E FAKE NEWS PER MEDICI E PAZIENTI

Quali misure sono state prese per contenere l’epidemia di COVID-19?

Dal 23 gennaio, dapprima nella città di Wuhan, poi in numerose altre città della provincia dello Hubei, sono stati sospesi i trasporti pubblici, chiusi porti, stazioni ferroviarie ed aeroporti, bloccate le vie stradali di accesso. Di fatto nella regione dello Hubei circa 60 milioni di persone sono state messe in quarantena. Nel resto della Cina è in vigore il livello 1 di emergenza di sanità pubblica, il più elevato.

Quali sono i rischi per l’Italia e per l’Europa?

L’ultimo volo da Wuhan, è atterrato a Fiumicino nella mattinata del 23 gennaio, e il 30 gennaio il Governo italiano ha deciso di sospendere tutti i collegamenti aerei diretti da e per la Repubblica Popolare Cinese. Sono previsti controlli aeroportuali e procedure sanitarie per verificare la presenza di casi sospetti sintomatici ed il loro eventuale trasferimento in bio-contenimento all’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma.

Possiamo continuare a viaggiare all’estero, soprattutto in Cina?

Il nostro Ministero degli Esteri raccomanda:

  • di evitare tutti i viaggi nella provincia dell’Hubei;
  • di posticipare tutti i viaggi non necessari in Cina;
  • di tenersi regolarmente informati sulla situazione dell’epidemia consultando i siti del WHO, dell’ECDC, del Ministero della Salute, oltre al sito www.viaggiaresicuri.it e al sito dell’unità di crisi della Farnesina;
  • se ci si trova in Cina, di seguire le indicazioni delle autorità locali e di contattare, in caso di necessità, il numero di emergenza dell’Ambasciata d’Italia a Pechino (+8613901032957) o il Consolato di riferimento.

Quali precauzioni occorre prendere per prevenire l’infezione?

Il Ministero della salute e l’Istituto Superiore di Sanità, hanno realizzato un decalogo per promuovere una corretta informazione sui comportamenti da seguire per prevenire l’infezione da coronavirus:

  1. Lavarsi spesso le mani
  2. Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
  3. Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani
  4. Coprire bocca e naso se si starnutisce o si tossisce
  5. Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico
  6. Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
  7. Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o si assistono persone malate
  8. I prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
  9. Contattare il Numero Verde 1500 se si ha febbre o tosse e si è tornati dalla Cina da meno di 14 giorni
  10. Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus

Cosa fare se si sospetta di aver contratto l’infezione da coronavirus?

Secondo le raccomandazioni dell’ECDC, perché vi sia un caso sospetto di coronavirus il paziente deve presentare sintomi di tosse e/o mal di gola e/o difficoltà respiratorie; e inoltre, nei 14 giorni precedenti all’insorgere dei sintomi, deve aver effettuato almeno una di queste attività:

  • aver avuto contatti ravvicinati con un caso confermato o probabile COVID-19,
  • aver viaggiato in aree dove vi sia, o si presume vi sia, la trasmissione comunitaria del virus;
  • aver visitato o aver lavorato in ambienti sanitari nei quali erano curati pazienti affetti da COVID-19.

Se un paziente dovesse rientrare nelle condizioni sopra descritte, deve:

  • contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500;
  • indossare una mascherina chirurgica se entra in contatto con altre persone;
  • utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.

L’Italia è pronta per una eventuale emergenza?

La capacità di intervento e risposta del nostro SSN si è perfezionata alla luce delle esperienze fatte con la SARS, l’influenza aviaria, Ebola. In particolare, l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani (INMI) è pronto a mettere in atto tutte le procedure per eventuali emergenze con la valutazione dei livelli di rischio e l’isolamento di eventuali casi sospetti. Il laboratorio di virologia, a sole 48 ore dalla diagnosi dei primi due casi in territorio italiano, ha isolato il virus, mettendolo a disposizione della comunità scientifica. Avere a disposizione il virus permetterà di studiare meglio i meccanismi della malattia, facilitando la messa a punto della diagnostica e la ricerca sulle possibili cure e sul vaccino.

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