Salute 22 Aprile 2020 13:28

Covid-19, Stefano Vella: «Fase 2 con mascherine e rispettando distanze, non sarà come prima. Basta un nulla per riaccendere l’epidemia»

Lo scienziato, ex presidente Aifa, non crede che il caldo aiuterà: «È solo una speranza, non abbiamo evidenze di questo». Poi spiega: «Servirà una rete di sorveglianza sul territorio basata sui medici di famiglia». E ribadisce: «Le mascherine servono, in alcuni Paesi hanno funzionato». L’unica speranza per Vella è «la scoperta di un vaccino che vada a stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti»

Covid-19, Stefano Vella: «Fase 2 con mascherine e rispettando distanze, non sarà come prima. Basta un nulla per riaccendere l’epidemia»

«Al momento il Covid-19 non si può paragonare con l’AIDS che ha infettato 80 milioni di persone uccidendone la metà, e questo trasmettendosi solo per via sessuale. Però questo Coronavirus fa paura per la velocità con cui riesce a contagiare e perché non abbiamo al momento farmaci». Stefano Vella, ricercatore, direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale ed ex presidente dell’AIFA, ha una lunga esperienza nella lotta ai virus. Impossibile evitare il paragone con l’HIV, il virus che ha studiato a lungo contribuendo in modo sostanziale alla scoperta dei meccanismi patogenetici della malattia e alla messa a punto della terapia antiretrovirale.

Oggi però il nemico si chiama Sars-Cov-2 e Vella sta dando il suo contributo all’interno del Comitato Tecnico Scientifico, oltre che collaborando a vari trial internazionali, come “Discovery” e “Solidarity”, che studiano l’efficacia dei farmaci cosiddetti “riposizionati”, cioè usati già per altre patologie.

«I numeri stanno calando, ma l’epidemia non è ancora finita – sottolinea Vella a Sanità Informazione -. Ci sono sicuramente meno nuove infezioni. È come quando finisce l’influenza, ci sono sempre meno casi fino a che sparisce. Da qui a dire che stiamo del tutto tranquilli ce ne vuole. I dati non sono uniformi in tutta Italia. In alcune regioni più colpite, c’è ancora tanto virus in circolazione. Da parecchio tempo abbiamo capito che questo virus si trasmette anche dagli asintomatici, paucisintomatici o persone che lo stanno incubando: questo rende più incerto capire quando l’epidemia è realmente finita».

Secondo Vella può essere una buona idea programmare una ripartenza differenziata tra le regioni anche se questo può comportare dei problemi alla mobilità interregionale: «Si potrebbe ripartire con le regioni che hanno casi vicino allo zero. E potrebbe avere senso. Ma è anche vero che le regioni meno colpite potrebbero essere anche quelle dove la suscettibilità al virus è maggiore: questo dato al momento non è noto».

LEGGI ANCHE: COVID-19, CLAVENNA (MARIO NEGRI): «RIPARTENZA DIFFERENZIATA TRA REGIONI PUÒ ESSERE UTILE»

La grande incognita su cui si stanno arrovellando gli scienziati di mezzo mondo è infatti capire quanto dura l’immunità che si acquisisce dopo aver superato il virus. «Questo ancora non lo sappiamo. Si pensa che un po’ duri: se il virus è stato sconfitto dall’organismo vuol dire che qualche anticorpo l’ha fatto. Adesso però non sappiamo quanto questi anticorpi siano persistenti. Per un periodo breve sicuramente siamo protetti. Ma questi Coronavirus possono tornare, basta pensare a quelli del raffreddore: non danno una immunità persistente».

Secondo lo scienziato romano, difficilmente le alte temperature estive potranno darci una mano nella lotta al Covid-19: «Questa idea che il virus sia sensibile al caldo è solo una speranza. In realtà non abbiamo nessuna certezza che sia proprio così. Io penso che il fatto che abbia colpito di più al nord sia un caso dovuto solo al fatto che è arrivato prima lì».

Ma come si potrà convivere con il virus? «Riaperture non vuol dire che ricominciamo tutto come prima – sottolinea subito Vella -. Sicuramente c’è necessità di riaprire alcune attività sennò andiamo in rovina, ma sarebbe utile mantenere il distanziamento sociale, anche senza rimanere rintanati in casa. Le attività all’aperto possono riprendere, soprattutto quelle dove c’è meno assembramento, come i cantieri. Sempre con i Dpi e sempre stando un po’ distanti. Però possono riprendere anche delle attività in ambienti interni: ad esempio in una falegnameria se le persone portano i dispositivi di protezione e i tavoli dove si lavora sono abbastanza distanziati si può riprendere. Poi bisogna sempre sanificare gli ambienti. Forse potranno riprendere anche alcune attività di ristorazione, soprattutto quelle che hanno gli spazi all’aperto in cui si può stare veramente distanti. Alcune cose possono tornare a una semi-normalità tenendo presente che però basta un nulla per riaccendere l’epidemia che, ricordiamolo, è scoppiata con una persona: il contagio è partito da una sola persona che a Wuhan s’è presa il virus».

Ed è a proposito delle mascherine che l’opinione di Stefano Vella è abbastanza netta, a differenza di quella di altri suoi colleghi: «Io sono favorevole alle mascherine. Qualcuno dice che manca la ‘prova provata’. Ma è come l’esperimento del paracadute: qualcuno ha mai fatto un trial randomizzato per vedere se è meglio buttarsi col paracadute o senza? Io penso che funzionino, in alcuni Paesi hanno funzionato perché permettono di non trasmettere le particelle di saliva».

Per ripartire serve dunque «una rete di sorveglianza sul territorio. L’ospedale rimarrà per i casi più gravi. Si deve puntare sulla medicina del territorio: al primo segno di un malanno, bisogna che ci sia una struttura di territorio protetta che va a vedere, ed eventualmente spegnere l’incendio. Servono cure domiciliari e isolamento. Poi serve il controllo da remoto, meglio non portare i contagiati in ospedale dove si può facilmente infettare qualcun altro. Nell’80% dei casi la malattia decorre senza gravi sintomi, soprattutto se il paziente è senza gravi fattori di rischio. E appunto serve poi una gradazione del rischio. Ci sono dei pazienti più fragili dove l’occhio deve essere ancora più vigile».

LEGGI ANCHE: COVID-19, UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE E’ POSSIBILE: LA PROPOSTA DELLA FNOMCeO

Per le cure sono in tanti a sperare per il vaccino, ma i tempi rischiano di non essere così brevi come invece potrebbe essere per alcuni farmaci. «Bisogna puntare su tutti e due – sottolinea Vella -. Una cosa è l’immunità naturale, che uno sviluppa quando si infetta e che potrebbe non essere duratura. Ma l’unica immunità veramente duratura che potremmo immaginare è quella data da un vaccino che va a stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti, magari da ripetere tutti gli anni. Però non possiamo aspettare che si infetti tutta la popolazione per dire ‘abbiamo l’immunità di gregge’. Quella si fa solo con il vaccino, non si fa con l’infezione naturale. Anche nella rosolia, che è una malattia che dà immunità permanente, comunque c’è il vaccino, perché non si può aspettare che tutti i bambini della Terra si prendano la rosolia. L’unica speranza è un vaccino che dia una immunità neutralizzante. Tante malattie fanno sviluppare un gran numero di anticorpi ma non sono anticorpi protettivi per l’infezione. Non lavorano sulla porta di ingresso. Questo virus arriva, entra nelle vie respiratorie e deve sviluppare una immunità nelle vie respiratorie. Noi pensiamo che bisogna sviluppare un vaccino che sviluppi l’immunità alla porta d’ingresso».

Per quel che riguarda i farmaci, invece, più che sui farmaci ‘riposizionati’ l’attesa è per nuovi farmaci specifici: «L’industria ci sta lavorando, entro qualche mese li avremo. C’è tanta collaborazione fatta bene tra pubblico e privato, è una cosa molto importante. Questa epidemia ha fatto capire quanto sarà importante la collaborazione pubblico-privato. Grandi istituzioni di ricerca insieme all’industria. Entro qualche mese arriveranno, quelli specifici sono già in fase 1 o 2».

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Nuove pandemie, Vella (Cattolica): «Attenzione all’influenza umana, potrebbe essere prossima emergenza»
Per il docente di Salute Globale alla Cattolica tanti i virus su cui dobbiamo vigilare, dal Marburg a Zika. Poi Elogia il modello Intersos adottato per portare i vaccini in zone di guerra come Nigeria e Yemen. Al Pandemic fund creato dal G20 arrivati oltre 850 progetti: «Potremo lavorare per rafforzare i sistemi sanitari dei paesi del sud del mondo anche se i fondi sono limitati»
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Covid-19 e vaccini: i numeri in Italia e nel mondo
Ad oggi, 28 febbraio 2023, sono 675.188.796 i casi di Covid-19 in tutto il mondo e 6.870.894 i decessi. Mappa elaborata dalla Johns Hopkins CSSE. I casi in Italia L’ultimo bollettino disponibile (23 febbraio 2023): Oggi in Italia il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 25.576.852 (4.720 in più rispetto a ieri). Il […]
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...