Il Ministro della Salute ha risposto al Question Time al Senato: «L’85% personale scolastico ha già avuto prima dose. Al lavoro perché dato cresca in modo significativo»
«La scuola è per il Governo una questione assolutamente prioritaria. Sono fiducioso che la prossima settimana sarà quella giusta per un intervento più organico che ci consenta di programmare una ripartenza che tutto l’Esecutivo vuole che sia in presenza e in sicurezza. Queste due cose devono tenersi insieme». Lo ha detto il Ministro della Salute Roberto Speranza, rispondendo al Question time in Senato. «Vogliamo lavorare – ha aggiunto – perché i nostri ragazzi possano tornare a scuola in presenza, superando una lunga stagione di didattica a distanza, ma anche in sicurezza. E utilizzeremo tutti gli strumenti possibili per realizzare questo obiettivo».
Speranza ha ricordato che nel personale scolastico l’85% ha già avuto una prima dose di vaccino anti-Covid: «Il Governo lavora perché questa percentuale possa crescere in maniera molto significativa. Noi siamo al lavoro per costruire modalità che ci consentano una ripresa e una ripartenza in presenza e in sicurezza della scuola, questo è l’obiettivo del Governo. Il nostro ministro dell’Istruzione ha aperto un confronto con le parti sociali, con i sindacati, con tutte le variegate rappresentanze del mondo della scuola, c’è una discussione aperta con le Regioni, sicuramente non farà mancare una iniziativa molto forte anche su questo tema per raggiungere un obiettivo che reputiamo strategico», ha spiegato ancora Speranza.
Anche nella fascia d’età 12-19 anni i numeri delle vaccinazioni anti-Covid per il Ministro Speranza «sono incoraggianti: nonostante questa vaccinazione sia iniziata molto tardi, il 30% delle persone vaccinabili in quella fascia d’età ha avuto la prima dose e il 15% anche la seconda dose». «Come noto, EMA e AIFA – ha continuato – hanno provveduto ad approvare» i vaccini anti-Covid anche per la fascia d’età tra 12-19. Una scelta alla base della quale ci sono due «ragioni fondamentali: da una parte questa vaccinazione protegge chi riceve il vaccino, perché anche in questa fascia, purtroppo, ci sono casi di persone che contraggono il virus e ne deriva una situazione di gravità, come il caso della 11enne di Palermo che ha perso la vita. In più chi si vaccina non protegge solo se stesso ma aiuta la protezione di tutti gli altri e una vaccinazione dentro quella fascia generazionale potrà favorire la riduzione della circolazione del virus».
Sull’approvazione dei vaccini per i ragazzi, il ministro ha ricordato che «il Governo, come sempre ha fatto in questi mesi così difficili, ritiene che scelte di questa natura debbano avere un fondamento di evidenza scientifica e noi abbiamo fiducia nelle nostre istituzioni internazionali, l’EMA da una parte e l’AIFA dall’altra. La nostra comunità scientifica nazionale ha espresso una opinione di favore rispetto a questa vaccinazione, l’ha fatto il nostro Cts, il presidente dell’ISS, il presidente dell’AIFA stessa. Anche la società italiana di pediatria – ha concluso – con un’espressione di natura formale ha raccomandato questa vaccinazione».
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