Salute 11 Ottobre 2021 16:09

Covid e non solo, Pezzullo (SPI CGIL): «Vaccino non è obbligo, è diritto»

Con Antonella Pezzullo, segretario nazionale SPI CGIL, analizziamo cosa possono fare reti e sindacati per portare anziani e fragili verso la vaccinazione preventiva. Non solo quella anti-Covid, ma quella che interessa quei virus come l’influenza che ora tornano a farci paura

Cambiare narrativa e trasformare il modo di parlare dei vaccini, per combattere la “vaccine hesitancy” e la sfiducia che una mancata informazione può produrre. Un impegno che i sindacati hanno deciso di portare avanti come prima istanza, per rinascere su quello che la pandemia ha permesso di comprendere. Lo spiega bene Antonella Pezzullo, segretario nazionale SPI CGIL, intervistata da Sanità Informazione.

Sfidare le contraddizioni

Il primo obbiettivo è sfidare le contraddizioni che la pandemia ha creato. «Con questo termine – ha detto – intendo la necessità che noi abbiamo di sviluppare sempre modalità più adeguate a persuadere le persone. Il vaccino non è un obbligo, è un diritto. Ci salva la vita. Per farlo però c’è bisogno di una comunicazione e di una vicinanza alle persone. Tutto questo lo abbiamo appreso tragicamente e anche in modo conflittuale e credo che ci possa aiutare nell’aver fatto esperienza di quali sono le modalità che sono state usate o le strategie che non sono state del tutto aderenti alla necessità».

Mancata vicinanza

Pezzullo parla soprattutto di una vicinanza mancata, specie rispetto a fette di popolazione che dovevano essere condotte verso la vaccinazione con fiducia. «Noi come sindacato pensionati – aggiunge – sappiamo bene quanto anche nel persuadere di un diritto c’è bisogno di una relazione con le persone. Una relazione che rende quelle persone competenti a fare una scelta, quindi in grado di esercitare la democrazia».

Un sindacato in questo può fare ancora molto. «Noi siamo attori sociali e come tali abbiamo delle modalità attraverso le quali rendere un diritto esigibile. La vaccinazione è un LEA, quindi abbiamo modalità rivolte ai vari attori che concorrono al successo di un piano vaccinale che sono le istituzioni nazionali, gli enti locali e poi i cittadini. Noi eserciteremo la nostra persuasione sociale in tutte queste direzioni, senza trascurarne nessuna perché ognuna è fondamentale per il successo del piano vaccinale», spiega Pezzullo.

Anagrafi vaccinali ora

«Una campagna vaccinale o raggiunge dei numeri o si depotenzia molto – prosegue -. Noi chiederemo alle Istituzioni di essere adempienti rispetto al piano che il Ministero della Salute ha predisposto. Penso alle anagrafi vaccinali, che sono esiziali. Capire chi si è vaccinato, dove, quando e far dialogare le varie anagrafi vaccinali rientra in pieno in quella che speriamo essere la rivoluzione digitale che ci condurrà nella modernità».

A questo si affianca l’importanza di accompagnare i singoli nelle loro decisioni. «Chi pensa che ci sia tutta un’omogeneità, che i 14 milioni di ultra 65enni siano un’unica moltitudine, sbaglia. Sono le persone più fragili quelle che vanno accompagnate ad esercitare un diritto. Noi lo faremo perché siamo vicini individualmente a queste persone e cerchiamo di dare loro il potere di esercitare il loro diritto alla salute perché la vaccinazione è salute, prevenzione», conclude.

La campagna HappyAgeing

Il Covid è solo la punta dell’iceberg: nella popolazione anziana la vaccinazione antinfluenzale, quella pneumococcica e per Herpes Zoster hanno importanza altrettanto capitale. HappyAgeing si sta occupando proprio di questo, pensando una campagna di comunicazione per sensibilizzare adulti e anziani verso la prevenzione vaccinale di tutte quelle malattie che ancora costituiscono un pericolo (“L’età non conta, il vaccino sì”).

SPI CGIL si schiera accanto all’associazione, conferma Pezzullo. «Questi valori fanno parte di una visione generale della prevenzione alla quale noi siamo molto affezionati, perché l’invecchiamento in salute è quello a cui cerchiamo di accompagnare le persone che rappresentiamo», è la chiusa.

 

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