Salute 11 Settembre 2023 10:33

Covid: Eris sempre più diffusa. Uno studio italiano spiega il perchè

Secondo i ricercatori dell’Università dell’Insubria l’aumento sarebbe dovuto ad una maggiore resistenza agli anticorpi della variante EG.5, Eris, rispetto alle precedenti Omicron

Covid: Eris sempre più diffusa. Uno studio italiano spiega il perchè

In una sola settimana i casi di Covid-19 in Italia sono aumentati del 43,4%, i decessi del 44,6%. A spiegare il perché di questa impennata è una nuova ricerca dell’Università dell’Insubria sulla variante Eris, coordinata da Fabio Angeli, docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica dell’ateneo. Secondo gli studiosi l’aumento sarebbe dovuto ad una maggiore resistenza agli anticorpi della variante EG.5, Eris, rispetto alle precedenti Omicron.

La diffusione delle varianti non diminuirà

Le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori spiegherebbero anche perché questa variante, già presente in almeno il 40% dei sequenziamenti, stia diventando dominante in Italia. Contemporaneamente, si affievoliscono le speranze che le nuove varianti, Eris compresa, possano diventare col tempo meno diffuse. Lo studio, firmato, oltre che dal professor Angeli, anche da Martina Zappa, biotecnologa dell’Insubria, Andrea Andolina, infettivologo di Ics Maugeri, e Paolo Verdecchia, ricercatore cardiovascolare di Perugia, è stato appena pubblicato sulla rivista European Journal of Internal Medicine.

Lo studio

La EG.5 è attenzionata dagli scienziati di tutto il mondo da quando, il 9 agosto scorso, l’Organizzazione mondiale della sanità l’ha inserita tra le varinati “di interesse” del SARS-CoV-2. Lo studio dell’Università dell’Insubria ha valutato l’effetto di una particolare mutazione (F456L) avvenuta a livello della proteina Spike del virus, che conferirebbe a questa variante una maggiore capacità di sfuggire alle difese anticorpali (generate sia da precedenti infezioni che dai vaccini). In particolare, gli autori dello studio hanno dimostrato che questa nuova mutazione fa mantenere ad EG.5 le stesse capacità funzionali e trasmissive delle precedenti varianti Omicron che hanno dominato lo scenario pandemico degli ultimi mesi. «Ora più   che mai – conclude il professore Fabio Angeli – è importante continuare a studiare e monitorare la diffusione delle varianti del virus, anche per indirizzare le future strategie preventive».

 

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