Il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe conferma un ulteriore calo di tutte le curve, ad eccezione dei decessi che si confermano stabili. L’esitazione vaccinale persiste negli over 50 e frena la fascia 12-19: 1,5 milioni di ragazzi non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino
Il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 15-21 settembre 2021 una diminuzione di nuovi casi (28.676 vs 33.712) e una sostanziale stabilità dei decessi (394 vs 389). In calo anche i casi attualmente positivi (109.513 vs 122.340), le persone in isolamento domiciliare (105.060 vs 117.621), i ricoveri con sintomi (3.937 vs 4.165) e le terapie intensive (516 vs 554).
Nella settimana 15-21 settembre 2021 solo 4 Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi, mentre in 3 Regioni crescono i casi attualmente positivi. Scendono a 35 le Province con incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti, ma in nessuna si superano i 150 casi per 100.000 abitanti. Sostanzialmente stabili i decessi: 394 negli ultimi 7 giorni (di cui 33 riferiti a periodi precedenti), con una media di 56 al giorno, pari a quella della settimana precedente.
Al 22 settembre (aggiornamento ore 6.16) risultano consegnate 93.563.560 dosi: nonostante nell’ultima settimana siano state ricevute solo 1,4 milioni di dosi le scorte di vaccini a mRNA restano stabilmente sopra quota 10 milioni.
Al 22 settembre il 75% della popolazione (n. 44.450.943) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+526.912 rispetto alla settimana precedente) e il 69,8% (n. 41.345.448) ha completato il ciclo vaccinale (+1.049.468). Continua a scendere il numero di somministrazioni settimanali (n. 1.480.800) con una media mobile a 7 giorni di 212.789 somministrazioni/die.
«Nonostante la considerevole disponibilità di dosi – commenta Cartabellotta – il numero di nuovi vaccinati settimanali, dopo la timida risalita di fine agosto (831mila), nell’ultima settimana è crollato intorno a quota 487mila. Stante l’attuale e ingiustificata indisponibilità pubblica di dati sulle prenotazioni non è possibile sapere in che misura questi numeri saliranno nelle prossime settimane per effetto dell’estensione dell’obbligo di green pass sui luoghi di lavoro». Nel frattempo, le Regioni hanno dato il via alla terza dose nelle persone con immunocompromissione clinicamente rilevante: dal 14 settembre sono state somministrate 12.612 dosi.
L’89,5% della popolazione over 50 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con un irrisorio incremento settimanale nazionale (+0,6%) e nette differenze regionali: dal 93,7% della Puglia al 83,7% della Calabria.
Complessivamente 3,7 milioni di over 50 (13,5%) non hanno ancora completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali (dal 16,3% della Calabria al 6,3% della Puglia): di questi, 2,88 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, le fasce 20-29 e 30-39 anni continuano a salire, seppure ad un ritmo meno sostenuto, mentre la fascia 12-19 mostra segni di frenata.
In occasione della presentazione dell’Osservatorio Civico sulla sicurezza nelle scuole promosso ieri da Cittadinanzattiva «abbiamo ribadito – spiega il Presidente – che le evidenze scientifiche da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale combinando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale». Di seguito una sintesi delle attuali criticità:
«Si parla tanto di scuola – spiega Cartabellotta – ma lo si fa in modo generico, senza considerare che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole, ciascuna delle quali richiederebbe un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta tra bambini e adolescenti. In particolare, non disponiamo di vaccini autorizzati sotto i 12 anni, l’obbligo di mascherine vige solo a partire dalla scuola primaria e il distanziamento non è realisticamente applicabile nei nidi e nella scuola dell’infanzia».
«A fronte delle evidenze scientifiche – conclude il Presidente – il mondo reale della scuola si ritrova all’inizio del nuovo anno scolastico senza una strategia di screening sistematico di personale e studenti, con regole sul distanziamento derogabili in presenza di limiti logistici e senza interventi sistematici su aerazione e ventilazione delle aule, né sulla gestione dei trasporti. E la vaccinazione di personale e studenti, seppur indispensabile, non è sufficiente per arginare la diffusione del virus e scongiurare la DAD, in particolare nelle scuole primarie».
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