Salute 19 Agosto 2021 15:35

Covid, il rischio di contagio potrebbe essere maggiore tra gruppi sanguigni compatibili

L’autore dello studio pubblicato sulla rivista PLoS One: «Chi è gruppo AB può essere infettato da qualsiasi individuo mentre chi è 0 può contagiare chiunque»

Covid, il rischio di contagio potrebbe essere maggiore tra gruppi sanguigni compatibili

Sars-Cov-2 potrebbe trasmettersi maggiormente tra soggetti compatibili dal punto di vista del gruppo sanguigno. A supportare l’ipotesi, un modello matematico sviluppato da un team del Center for Life Nano&Neuroscience dell’Istituto italiano di tecnologia. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista internazionale ‘PLoS One’.

La teoria, nata in Francia, riporta la possibilità che i virus replicandosi all’interno di un ospite si ‘vestano’ di molecole di cui sono ‘vestiti’ anche i globuli rossi e altre cellule del nostro corpo. In questo modo, esattamente come succede nelle trasfusioni, se un virus passa ad un individuo non compatibile dal punto di vista dei gruppi sanguigni, il nostro sistema immunitario reagisce attaccando l’intruso debellando l’infezione sul nascere.

La compatibilità tra gruppi sanguigni

Gli esseri umani – spiegano i ricercatori – sono caratterizzati da 4 principali gruppi sanguigni: 0, A, B e AB. La compatibilità tra i gruppi sanguigni è dovuta alla presenza di antigeni (una sorta di chiave riconoscimento) che può portare alla produzione di anticorpi specifici e quindi a una risposta immunitaria nei confronti del sangue non compatibile.

I soggetti caratterizzati dal gruppo 0 sono donatori universali ma non possiedono gli antigeni A e B, pertanto non possono ricevere sangue da nessuno degli altri 3 gruppi sanguigni. D’altra parte chi è AB possiede entrambi gli antigeni ed è ricettore universale ma può solo donare ad AB. I soggetti con sangue di tipo A e B invece non risultano compatibili tra di loro e possono ricevere solo da soggetti dello stesso gruppo o da 0.

Gruppi sanguigni e Covid-19

Allo stesso modo, quindi, «chi ha il sangue appartenente al gruppo AB può essere infettato da qualsiasi individuo mentre chi è 0 può contagiare chiunque senza discriminazione di gruppi sanguigni» spiega Mattia Miotto, ricercatore IIT e primo autore dello studio.

«Nei Paesi, come l’Italia e il Sud America – aggiunge – in cui c’è una prevalenza del gruppo 0, l’infezione, infatti, è stata subito molto veloce rispetto ad altri Paesi asiatici ad esempio in cui i gruppi sanguigni sono più omogeneamente distribuiti».

Studio e conseguenze

Lo studio è basato su una grande quantità di dati pubblici sulla distribuzione dei gruppi sanguigni e sull’andamento dell’infezione in 78 Paesi. Inoltre hanno analizzato ulteriori set di dati provenienti da diversi ospedali nel mondo tra cui la Cina, la Turchia, la Danimarca e gli Stati Uniti. I dati sono stati messi in relazione mediante il modello matematico sviluppato con l’andamento del contagio nelle primissime fasi, prima che ciascun Paese iniziasse a contrastare l’infezione con misure preventive quali lockdown, distanziamento fisico e uso di mascherine chirurgiche.

I risultati di questo studio – sottolinea la nota dell’Istituto italiano di tecnologia – forniscono una solida base teorica per ulteriori sperimentazioni in vitro e in vivo sui meccanismi di trasmissione del virus Sars-Cov-2 e potrebbe fornire, se confermata sperimentalmente, indicazioni specifiche utili per predire l’andamento di un contagio in una popolazione in assenza di misure sanitarie adeguate o a mantenere un distanziamento fisico più efficace, selezionando ad esempio i soggetti in base ai gruppi sanguigni nella costituzione di una classe di scuola o nell’organizzazione dei turni sul posto di lavoro.

 

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