Salute 24 Novembre 2020 12:00

Covid, Ippolito (Spallanzani): «Primi risultati vaccino italiano soddisfacenti»

Ippolito (Spallanzani): «A breve – prosegue – avremo anche i dati dei volontari di età superiore a 65 anni, e potremo così pianificare con ReiThera le fasi 2 e 3 della sperimentazione, in linea con i tempi stabiliti»

Covid, Ippolito (Spallanzani): «Primi risultati vaccino italiano soddisfacenti»

ReiThera, la società biotecnologica di Castelromano, ha reso noti i primi dati sul candidato vaccino italiano Grad-Cov2,  la cui sperimentazione è attualmente in corso presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma. «Le prime indicazioni che arrivano dalla sperimentazione sui volontari tra i 18 e i 55 anni ci dicono che questo vaccino è sicuro ed induce una consistente risposta immunitaria, con la produzione sia di anticorpi neutralizzanti specifici che con l’attivazione di una forte risposta da parte dei linfociti T», ha dichiarato il direttore scientifico Giuseppe Ippolito.

«A breve – prosegue – avremo anche i dati dei volontari di età superiore a 65 anni, e potremo così pianificare con ReiThera le fasi 2 e 3 della sperimentazione, in linea con i tempi stabiliti. Ci conforta sapere che altri vaccini che utilizzano la stessa tecnologia del vettore virale, e che hanno iniziato la sperimentazione prima di noi, hanno annunciato nei giorni scorsi dati molto incoraggianti sulla capacità di questo tipo di vaccino di proteggere dal virus». Anche il vaccino Oxford/AstraZeneca si basa su un vettore virale, è di ieri la notizia di un’efficacia del 90% con una dose e mezza a distanza di un mese.

«Le notizie di oggi confermano inoltre la bontà della scelta che la Regione Lazio e il Ministero della Ricerca hanno fatto, sin dalle prime fasi della pandemia, di finanziare la sperimentazione di un candidato vaccino ideato, testato e prodotto nel nostro Paese, nel distretto industriale biotecnologico di Pomezia-Castelromano, attivando una virtuosa collaborazione tra eccellenze pubbliche e avanzate strutture biotecnologiche private», conclude Ippolito.

 

 

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