Salute 12 Aprile 2022 18:41

Covid, Magrini (Aifa): «Verosimile prossimo richiamo con vaccino adattato»

Quarta dose, nuovi vaccini e obbligo mascherine al chiuso. I temi più discussi nella conferenza al ministero della salute

Covid, Magrini (Aifa): «Verosimile prossimo richiamo con vaccino adattato»

Il prossimo richiamo vaccinale anti-Covid, quello esteso, sarà con un vaccino verosimilmente adattato alle nuove varianti circolanti di Sars-CoV-2, più efficace, con o senza anti-influenza nella stessa iniezione. Questo è ancora da decidere». È questa una delle novità emerse dalle dichiarazioni del direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), Nicola Magrini, durante la conferenza stampa sul proseguimento della campagna vaccinale e la somministrazione della seconda dose di richiamo anti Covid-19 al ministero della salute.

«Le tecnologie a Rna – ha detto Magrini – consentono una più rapida capacità di aggiornamento del vaccino stesso. E un vaccino pancoronavirus, mirato contro tutti i coronavirus che rappresentano una minaccia per l’uomo, presenti e futuri, «è sicuramente l’obiettivo. Probabilmente avrà tempi più lunghi, ma non molto più lunghi. Venerdì ero all’Oms a Ginevra, per ragionare di questo».

Quarta dose, Magrini: «Da decidere se richiamo autunnale per tutti o per over 50-60»

Sulla quarta dose, Magrini ha specificato che «preferiamo chiamarla seconda dose di richiamo. Avremo il richiamo autunnale come richiamo annuale. La decisione da assumere – ha aggiunto – è se rivaccineremo tutta la popolazione, come è stato, o ci limiteremo a ultracinquantenni e ultrasessantenni. L’orientamento è di occuparci di questa metà della popolazione».

Mascherine al chiuso, Locatelli: «È vero che è finita l’emergenza, ma non è finita la pandemia»

Un altro tema ampiamente dibattuto in questi giorni è la necessità o meno di mantenere l’obbligo di mascherine al chiuso. «La scelta sulle mascherine spetta al decisore politico – ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità -. Ma credo che in determinati contesti come il trasporto pubblico, treni, aerei, ma anche durante spettacoli al chiuso, nei cinema e teatri, la mascherina conferisca una protezione. Io personalmente la indosso e continuerò a indossarla proprio perché dà una protezione importante e fondamentale. È vero che è finita l’emergenza, ma non è finita la pandemia».

Rezza: «Opportuno continuare a usare mascherine al chiuso»

Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. «In casi di contatti ravvicinati in luoghi pubblici, potrebbe essere opportuno continuare a portarla, indipendentemente dagli obblighi che spettano al decisore politico. La mascherina in luoghi chiusi – ha chiarito – può rappresentare un dovere morale per chi avesse dei sintomi. E allo stesso tempo un sano diritto per chi vuole proteggersi. Io continuerò a portare la mascherina in luoghi chiusi. Penso che dovremmo abituarci a pensare e agire con cautela al di là degli obblighi» ha evidenziato.

Rezza: «Fase di stanchezza vaccinale normale. Vaccini vittime del loro stesso successo»

Dopo gli estremamente vulnerabili, la quarta dose del vaccino contro il Covid- 19 sarà resa disponibile per gli over 80 e per i fragili tra i 60 e i 79 anni. Ma quanti saranno pronti e convinti a farla? C’è un concreto di rischio di “flop” da addebitare alla cosiddetta “stanchezza vaccinale”.

«È normale che ci sia – ha aggiunto Rezza -. Quando un vaccino si rende disponibile c’è un periodo che si chiama ‘luna di miele’. È chiaro infatti che, quando la percezione del rischio è molto elevata e c’è molta gente che si ammala si accoglie positivamente l’arrivo di uno strumento che ci permette di non ammalarci». Poi però, il vaccino fa il suo dovere: diminuisce la malattia grave e subentra una fase di stanchezza. «Perché i vaccini sono vittime del loro stesso successo. Fanno scomparire o diminuire molto i casi di malattia grave e le persone hanno un abbassamento della percezione del rischio. Quando però le coperture vaccinali scendono – ha concluso Rezza – allora risale in numero di casi, riaumenta la percezione del rischio e ci si vaccina di nuovo. Noi dobbiamo anticipare questa fase. Bisogna fare in modo che la percezione del rischio non dipenda da un aumento dei casi».

 

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