Una nuova “sorella” di Omicron è stata classificata come “variante di interesse” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a causa “della sua diffusione in rapido aumento”. Si tratta di JN.1, rilevata in molti paesi in tutto il mondo. Inoltre, uno studio italiano che sarà pubblicato sulla rivista “Pathogen and Global Health” ha analizzato JN.1, concludendo che questa variante “va seguita e monitorata”
Una nuova “sorella” di Omicron è stata classificata come “variante di interesse” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a causa “della sua diffusione in rapido aumento”. Si tratta di JN.1, rilevata in molti paesi in tutto il mondo, tra cui India, Cina, Regno Unito e Stati Uniti. Secondo l’Oms, il rischio per la popolazione è attualmente basso e gli attuali vaccini continuano a offrire protezione. Ma avverte che le infezioni Covid e altre virali e batteriche potrebbero aumentare quest’inverno. Anche i virus respiratori come l’influenza, il virus respiratorio sinciziale e la polmonite infantile sono infatti in crescita nell’emisfero settentrionale. Inoltre, uno studio italiano che sarà pubblicato sulla rivista “Pathogen and Global Health” ha analizzato JN.1, concludendo che questa variante “va seguita e monitorata”, spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, tra gli autori.
“JN.1 non preoccupa più delle altre che abbiamo visto in questi mesi”, dice Ciccozzi. “Quello che notiamo è che oggi con JN.1 aumentano le reinfenzioni. Faccio un esempio: chi ha è stato contagiato a fine estate o inizio autunno – spiega – magari con Pirola, può anche essere ricontagiato di nuovo”. Secondo l’Oms JN.1 si sta diffondendo rapidamente in molti angoli del mondo. Attualmente è la variante in più rapida crescita negli Stati Uniti, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, rappresentando il 15-29% delle infezioni. L’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito afferma che JN.1 costituisce attualmente circa il 7% dei test Covid positivi analizzati in un laboratorio.
JN.1 si sta diffondendo rapidamente probabilmente perché presenta una mutazione aggiuntiva nella proteina spike rispetto alla variante BA.2.86 da cui discende. “Si prevede che questa variante possa causare un aumento dei casi di Sars-Cov-2 in mezzo a un’ondata di altre infezioni virali e batteriche, soprattutto nei paesi che entrano nella stagione invernale”, afferma l’Oms. Esistono ancora prove limitate sulla capacità di JN.1 di aggirare l’immunità offerta dai vaccini, ma non ci sono segnalazioni di persone che si ammalano più gravemente con questa variante rispetto alle precedenti. L’Oms afferma che sono necessari ulteriori studi per valutare l’impatto sulla salute poiché il numero di paesi che riportano dati sulle persone ricoverate in ospedale con Covid si è drasticamente ridotto.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato