Se alcune persone sembrano essere immuni all’infezione da Sars-CoV2 è perché presentano particolari caratteristiche immunitarie rispetto agli altri. A individuarle è stato uno studio pubblicato sulla rivista Nature
Se alcune persone sembrano essere immuni all’infezione da Sars-CoV2 è perché presentano particolari caratteristiche immunitarie rispetto agli altri. A individuarle e descriverle è stato un gruppo di ricercatori internazionali in uno studio pubblicato sulla rivista Nature. Nello studio sono stati analizzate 16 persone che non erano mai state positive al virus Sars-CoV-2, né erano state vaccinate contro di esso. I ricercatori hanno spruzzato il virus nella sua variante originale nei nasi dei soggetti.
I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi. In un gruppo, sei persone sono risultate positive in entrambi i test giornalieri per più di due giorni, presentando anche sintomi. In un altro gruppo, tre partecipanti sono risultati positivi in uno solo dei test, e per non più di due giorni, senza sintomi. Nell’ultimo gruppo, sette persone sono risultate costantemente negative al coronavirus. In totale, i ricercatori hanno analizzato più di 600.000 cellule di sangue e nasali di tutti gli individui partecipanti. Ebbene, è emerso che nei gruppi secondo e terzo, i partecipanti hanno prodotto interferone – una sostanza che aiuta il sistema immunitario a combattere le infezioni – nel sangue prima che venisse prodotto nel rinofaringe, la parte superiore del naso dietro la gola da cui sono stati prelevati i campioni nasali.
Questi gruppi non presentavano nemmeno infezioni attive all’interno delle loro cellule T e macrofagi, che sono entrambi tipi di cellule immunitarie, nota il coautore dello studio Marko Nikolic dell’University College London. I risultati suggeriscono che gli alti livelli di attività di un gene del sistema immunitario chiamato HLA-DQA2 prima dell’esposizione al Sars-CoV-2 hanno aiutato a prevenire un’infezione prolungata. I risultati miglioreranno la comprensione delle risposte cellulari associate alla protezione dal Covid -19, il che potrebbe aiutare lo sviluppo di vaccini e trattamenti.
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