Lo studio italiano: fatigue e problemi reumatologici i più diffusi. I pazienti, tutti infettati durante la prima ondata della pandemia, sono stati contattati a intervalli regolari fino a novembre 2022 per verificare la presenza di sintomi post-Covid
Oltre un terzo dei pazienti che si sono infettati durante la prima ondata della pandemia ha ancora sintomi di long-Covid, nonostante siano trascorso più di due dall’infezione. È questo il risultato di uno studio condotto dalle università dell’Insubria e di Udine pubblicato sulla rivista Open Forum Infectious Diseases.
La ricerca ha coinvolto 230 pazienti seguiti al Presidio Universitario Ospedaliero di Udine e che avevano contratto Covid-19 tra marzo e maggio 2020. I pazienti sono stati contattati a intervalli regolari fino a novembre 2022 per verificare la presenza di sintomi post-Covid. Il 36,1% aveva ancora sintomi all’ultima rilevazione e la metà di essi soffriva di almeno tre problemi correlati a Covid. I più comuni erano fatigue e problemi reumatologici, presenti nel 14,4% dei pazienti. Nel 9,6% dei casi sono l’ansia e la depressione e a farla da padrone.
I ricercatori hanno esaminato anche gli effetti della vaccinazione: nessun miglioramenti dei sintomi post-Covid per chi l’ha effettuata dopo aver contratto l’infezione, non aveva nessun effetto. È risultato, inoltre, che le donne hanno un rischio più che doppio rispetto agli uomini di soffrire di long-Covid e di avere un numero maggiore di sintomi. Ancora più alto il rischio stimato tra chi soffre di malattie croniche.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato