L’Ad e Presidente: «L’intuizione osservando mia madre. Una paziente cronica e poco aderente alla terapia. Per supportare questi malati dobbiamo unire le forze e osservare il percorso multidisciplinare. Non si può vincere la battaglia da soli»
Value Based Healthcare Ecosystem: un modello che coinvolge diversi stakeholder nell’ambito della presa in carico dei pazienti cronici. Una maggiore integrazione tra medici specialisti, MMG, farmacie, infermieri attraverso il ripensamento dei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali, con il supporto delle nuove tecnologie a disposizione.
Massimo Grandi, Amministratore Delegato e Presidente di Daiichi Sankyo spiega a Sanità Informazione come è nato il progetto VBHE e con quale obiettivo. «Abbiamo deciso di investire in un ecosistema partendo dall’osservazione del comportamento di mia madre: ha 84 anni ed è in poli terapia con sette compresse. È una delle pazienti croniche poco aderenti alla terapia. Guardandola ci siamo resi conto che, come azienda Daiichi Sankyo Italia, non riuscivamo a risolvere il problema da soli. Potevamo fornire l’assistenza farmacologica migliore per la fibrillazione atriale ma le avremmo risolto un settimo del problema. Abbiamo capito che per supportare il paziente dobbiamo unire le forze e osservare il suo percorso multidisciplinare».
«La battaglia che porta ad avere un paziente sempre più seguito e sempre più aderente non si può vincere da soli. Bisogna darsi una mano e fare un pezzetto di strada insieme. Mia madre si interfaccia spesso con diversi stakeholder del sistema: un ospedale, una farmacia, un infermiere, un medico e anche un’assicurazione. Per supportarla abbiamo creato un ecosistema: tutti questi attori intorno a un tavolo, con un approccio multisciplinare sfruttando l’opportunità del digitale. Value Based Healthcare Ecosystem nasce sotto l’egida della rete cardiologica dell’IRCCS con la main partnership di Daiichi Sankyo Italia. L’obiettivo finale è molto semplice: in Italia ci sono 24omila infarti l’anno, la comunità scientifica sostiene che il 20% di questi potrebbero essere evitati con un miglior controllo del paziente» conclude Grandi.
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