Il Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici negli Ospedali italiani elaborato da Agenas e Aiop, sulla base dei risultati del Programma Nazionale Esiti (Pne), ha valutato la qualità dell’assistenza ospedaliera pubblica e privata in sette aree cliniche: sistema cardiocircolatorio, sistema nervoso, sistema respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto e osteomuscolare
Per assicurarsi prestazioni di alta qualità, soprattutto se riguardano i sistemi cardiocircolatorio, nervoso e respiratorio, sarebbe meglio affidarsi a strutture private accreditate con il Ssn che siano monospecialistiche o che abbiano un numero limitato di specialità. Almeno stando a quanto emerso dal Rapporto sulla Qualità degli Outcome clinici negli Ospedali italiani elaborato da Agenas e Aiop, sulla base dei risultati del Programma Nazionale Esiti (Pne). Il 27% delle strutture private (80 su 297), secondo questa valutazione, ha standard elevati, mentre la qualità delle strutture pubbliche è stata valutata alta o molto alta solo nel 9% dei casi (45 su 511). Ma questo è solo un lato della medaglia: nel privato il 32% delle strutture (75 su 297) è risultato di qualità bassa o molto bassa, percentuale che nel pubblico scende a 19 punti.
Il documento elaborato da Agenas e Aiop, così come si legge in una nota propone «una valutazione comparativa delle strutture ospedaliere – di diritto pubblico e di diritto privato del Ssn – elaborata in funzione del rispettivo livello di aderenza agli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza ospedaliera. Il risultato è una fotografia della qualità offerta dal nostro Ssn, che consente il confronto sulla base della natura giuridica delle strutture – secondo la metodologia Treemap del Pne – e la valutazione della eterogeneità interna sia a ciascun comparto sia tra aree geografiche».
Per Enrico Coscioni, Presidente di Agenas «grazie alla realizzazione del Rapporto presentato prosegue il lavoro di collaborazione tecnico-operativa dell’Agenzia nei confronti delle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, nonché delle loro aziende sanitarie, in ambito organizzativo, gestionale oltre che in tema di efficacia degli interventi sanitari. Avere strutture – siano esse di diritto pubblico o privato – in grado di garantire una sempre più efficace presa in carico dei pazienti è l’obiettivo che Agenas persegue sin dalla sua istituzione. Dunque, ben venga l’individuazione di buone pratiche da diffondere in modo uniforme per tutto il territorio nazionale».
«Il Rapporto, frutto dell’accordo di collaborazione stipulato tra Agenas e Aiop ha voluto mettere in evidenza sia l’apporto che la componente pubblica e quella privata hanno fornito al corretto funzionamento del Ssn, sia la risposta rispetto all’emergenza pandemica. Ciò è stato possibile rielaborando i dati dell’edizione 2022 del Programma Nazionale Esiti per verificare, a un livello di dettaglio maggiore, la qualità delle prestazioni erogate dalle strutture pubbliche e da quelle private accreditate», – aggiunge il Direttore Generale Agenas, Domenico Mantoan.
Per la Presidente Nazionale Aiop, Barbara Cittadini «Il Pne ha, sempre, avuto la finalità positiva di volere restituire una fotografia attraverso la quale identificare tutti gli spazi di miglioramento percorribili per realizzare una sanità di prossimità, efficace ed appropriata. Con questo lavoro, nato dalla virtuosa sinergia tra Agenas e Aiop, partiamo proprio dall’analisi degli esiti in funzione della natura giuridica delle strutture per superare l’ideologica dialettica che contrappone “il pubblico al privato”. È prioritario riflettere sull’estrema variabilità della qualità all’interno delle due componenti, in ogni Regione e tra Regioni, facendo emergere quelle contraddizioni che devono essere migliorate in un percorso di efficientamento complessivo che tuteli i valori di universalità, solidarietà ed equità ai quali si ispira il nostro Ssn».
La qualità dell’assistenza ospedaliera è stata valutata in sette aree cliniche specifiche: sistema cardiocircolatorio, sistema nervoso, sistema respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto e osteomuscolare. Le strutture ritenute di alta qualità sono quelle monospecialistiche o con poche specialità: la maggior – l’87% tra le pubbliche e il 92% tra le private- di quelle di qualità alta/molto alta sono ad indirizzo specifico o con sole due aree valutabili.
Nell’area del sistema cardiocircolatorio si rileva un’elevata concentrazione su livelli alti/molto alti di aderenza agli standard: mentre nel Nord e, ancora di più, nel Sud e Isole la proporzione di strutture di diritto privato over-standard è superiore rispetto a quella delle strutture di diritto pubblico, nel Centro la situazione è ribaltata. Al Centro, le strutture di qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra le strutture accreditate che tra quelle di diritto pubblico.
Nell’area sistema nervoso la divaricazione tra le due componenti è sostanziale soprattutto al Sud e Isole: qui le strutture che riportano livelli di qualità alta/molto alta sono proporzionalmente di più tra le accreditate, mentre quelle che riportano una qualità substandard sono proporzionalmente di più tra quelle di diritto pubblico. Nel Centro, in linea con quanto emerso per l’area cardiocircolatoria – le strutture di qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra le strutture accreditate che tra quelle di diritto pubblico.
Nell’area sistema respiratorio, per quanto riguarda il confronto pubblico-privato, la percentuale di strutture che raggiunge standard di qualità alta/molto alta è significativamente maggiore tra quelle accreditate. Anche rispetto all’aderenza sub-standard, le strutture di diritto privato e di diritto pubblico si comportano in maniera differente.
Nell’area della chirurgia generale, rispetto alle strutture con livelli alti/molto alti di conformità agli standard, se al Nord non ci sono sostanziali differenze tra le due componenti, nel Centro e nel Sud, pubblico e privato accreditato si comportano diversamente. Al Centro infatti le strutture di diritto pubblico con qualità alta/molto alta sono il 67%, contro il 53% tra quelle di diritto privato, mentre al Sud e Isole le rispettive proporzioni sono di 35% e 49%. Specularmente, le strutture sub-standard sono proporzionalmente di più al Centro tra quelle di diritto privato e al sud tra quelle di diritto pubblico.
Nell’area della chirurgia oncologica è il Nord ad avere risultati simili al Sud, con le strutture di diritto privato che, nel confronto con quelle di diritto pubblico, sono proporzionalmente di più tra quelle di qualità alta/molto alta e di meno tra quelle di qualità bassa/molto bassa.
Al Centro, se le strutture sovra-standard hanno la stessa percentuale tra le pubbliche e le accreditate, le strutture con qualità bassa/molto bassa sono proporzionalmente di più tra quelle di diritto privato.
Nell’area gravidanza e parto emerge una importante divaricazione tra le due componenti: al Nord il 56% delle strutture di diritto privato registra livelli di qualità alta/molto alta contro il 15% del Sud, mentre le strutture accreditate di qualità bassa/molto bassa sono il 22% al nord e il 75% nel sud e isole.
Nell’area osteomuscolare le differenze tra le due componenti sono soprattutto al Centro e al Sud, dove, rispettivamente il 37% e il 52% delle strutture pubbliche riportano livelli di qualità bassa/molto bassa.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato