Salute 24 Settembre 2024 15:07

“Da Quore a Cuore”, al via la campagna Novartis per gestire il post infarto e riavere un cuore sano

Un evento cardiovascolare cambia improvvisamente la vita di chi lo subisce e il suo  “cuore”, da organo perfetto qual era, diventa un “quore”, da correggere, proprio come un errore ortografico. Su questo concetto si basa la campagna “Da Quore a Cuore”, destinata a chi ha avuto un evento cardiovascolare, o è un soggetto ad alto rischio, e deve imparare la corretta “manutenzione” del “cuore” attraverso l’aderenza terapeutica nella prevenzione secondaria

“Da Quore a Cuore”, al via la campagna Novartis per gestire il post infarto e riavere un cuore sano

C’è differenza tra “quore” e “cuore”. Non è un refuso, un errore da scuola elementare: l’attenzione e la cura trasformano il “quore” in un “cuore” sano e robusto. Questo gioco di parole si presta a fare da titolo alla campagna Novartis “Da Quore a Cuore”, patrocinata dall’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci (AISC) e dalla Fondazione Italiana per il Cuore (FIPC), per sostenere il progetto educativo “Ascolta il tuo battito”.

La campagna vuole riportare l’attenzione su quanti hanno un “quore” debole perché ad alto rischio di malattie cardiovascolari o perché non riescono a seguire le raccomandazioni cliniche dopo l’evento, fondamentali per guidarli a ritrovare un “cuore” più sano.

“Non avrei mai immaginato a 52 anni di dover affrontare un attacco di cuore e modificare la gestione post-intervento. Come atleta ho sempre creduto che il mio cuore fosse in perfetta forma eppure, in quel momento, ho realizzato la sottile differenza che esiste tra un “Quore” e un “Cuore”. Dopo l’infarto – spiega Antonio Rossi, campione olimpionico di canoa – ho capito quanto sia importante non solo allenare il corpo, ma anche prendermi cura del cuore in modo completo e consapevole. Grazie al supporto del centro cardiologico di riferimento che mi ha reso maggiormente consapevole, ho imparato a gestire il percorso di cura e di monitoraggio del colesterolo LDL, per evitare che il mio “Quore” resti vulnerabile”.

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei soggetti adulti di cui il 30% è ascrivibile a una condizione di trombosi o di aterosclerosi (cardiopatia ischemica, l’ictus ischemico e l’arteriopatia periferica).

La campagna “Da Quore a Cuore” si rivolge a quanti hanno un alto rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica (es. hanno già avuto un infarto o un ictus, o soffrono di diabete, o hanno una familiarità con queste patologie) e a quanti hanno già avuto un evento acuto, ma che non seguono correttamente il percorso di cura.

“Con questa iniziativa è chiaro l’intento di sottolineare l’importanza di una corretta gestione di un “quore” che non è più quello di prima e che richiede una cura e un’attenzione diversa e più consapevole – spiega Alberico Catapano, Presidente SISA (Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi) – Attraverso la prevenzione secondaria, viene incoraggiata una serie di comportamenti e di scadenze da rispettare per verifiche periodiche sui valori di monitoraggio (colesterolo LDL, pressione, glicemia, etc.) e dell’andamento del piano terapeutico. Mantenere i livelli di LDL entro i limiti raccomandati abbassandone in modo importante è essenziale per ridurre il rischio di recidive e complicanze. Inoltre, i controlli rigorosi e costanti di questi parametri permettono di adattare tempestivamente le terapie, migliorando quindi la prognosi e la qualità di vita dei pazienti”.

“Questa campagna rappresenta perfettamente l’impegno costante di Novartis nel fronteggiare le sfide più complesse nel campo delle malattie cardiovascolari. Da oltre 40 anni continuiamo a mettere la scienza e le tecnologie più avanzate al servizio della salute, sviluppando nuove soluzioni terapeutiche per le patologie cardiovascolari. Continua il nostro impegno nella prevenzione secondaria – commenta Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head, Novartis Italia – offrendo il supporto e le risorse necessarie per affrontare le sfide che seguono un evento cardiaco. Insieme a professionisti sanitari, Istituzioni e Associazioni pazienti, vogliamo aiutare le persone a vivere una vita più lunga e sana, garantendo che nessun cuore smetta di battere prematuramente”.

Una serie di eventi su tutto il territorio nazionale

Per dare concretezza a questo messaggio, partono oggi dal Policlinico di Milano, e proseguiranno in altre Regioni della penisola, i controlli gratuiti del colesterolo LDL e i consulti degli specialisti cardiologi.

“Il triste primato delle malattie cardiovascolari conferma la principale causa di morte nel mondo, superando persino i tumori – sottolinea Stefano Carugo, Direttore del Dipartimento Area Cardio-Toraco Vascolare del Policlinico di Milano – Le innovazioni disponibili permettono ora di prevenire circa l’80% degli eventi cardiovascolari ed è fondamentale promuovere iniziative come queste, in cui i centri cardiologici implementano percorsi strutturati e personalizzati, per garantire una salute cardiovascolare ottimale e per ridurre il rischio di eventi avversi. Passare da un “quore” debole a un “cuore” controllato rappresenta un percorso molto ampio per intercettare e educare i soggetti ad alto rischio”.

Primo obiettivo: ridurre il colesterolo LDL. Soprattutto in chi ha avuto un evento acuto

Il colesterolo LDL (LDL-c) è il principale fattore causale modificabile per la riduzione del rischio cardiovascolare, come dimostrato da decenni di studi clinici che hanno evidenziato il suo ruolo nel determinare la malattia cardiovascolare su base aterosclerotica (ASCVD) L’esposizione, nel tempo, a livelli elevati di LDL-c contribuisce alla formazione della placca ateromasica nelle arterie, aumentando così il rischio di eventi ischemici acuti, come l’infarto del miocardio e l’ictus. Ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dell’LDL è ancora una sfida, tanto che 8 su 10 pazienti ad alto rischio non riescono a ridurre il colesterolo LDL ai livelli raccomandati. La corretta gestione dei pazienti che hanno superato un infarto o un ictus deve necessariamente mirare a raggiungere i valori di LDL-c raccomandati dalle Linee Guida congiunte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea di Aterosclerosi (EAS), che sono quelli inferiori a 55 mg/dL.

L’aderenza terapeutica nella prevenzione secondaria

Un’altra grande sfida è quella dell’aderenza terapeutica: solo il 43,6% delle persone in cura segue correttamente il trattamento, con un’adesione che tende a diminuire nel tempo a causa della complessità del regime e degli effetti indesiderati.

“E’ cruciale che informazione e consapevolezza siano i pilastri del nostro sistema di cura, tanto nei cittadini/pazienti quanto nei professionisti sanitari – osserva Emanuela Folco, Presidente FIPC – Ogni iniziativa educazionale rappresenta perciò un valore inestimabile per promuovere la cultura della prevenzione delle malattie cardiovascolari, utile anche a garantire che i pazienti aderiscano alle terapie prescritte, a stili di vita salutari e a controlli medici regolari. Tutti questi sono elementi chiave per il successo del percorso di cura e la tematica dell’aderenza terapeutica dovrebbe essere un obiettivo strategico nel campo della medicina e della Sanità Pubblica, coinvolgendo attivamente medici di medicina generale, farmacisti, specialisti ospedalieri e Istituzioni”.

“La consapevolezza del rischio cardiovascolare tra i cittadini è ancora limitata, così come la conoscenza delle azioni concrete che si possono intraprendere per prevenire queste patologie o impedirne il peggioramento. Una delle iniziative più importanti – conclude Rossana Bordoni, Presidente AISC-APS – è promuovere uno stile di vita sano come forma di prevenzione e per noi pazienti essere opportunamente informati, impegno che la nostra Associazione porta avanti da anni”.

 

 

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