«Il libro parla delle bugie in medicina e delle conseguenze gravissime che queste possono avere sulla salute e anche sulla vita delle persone» così il virologo del San Raffaele
Dieci storie di ordinaria follia. Dieci racconti di persone realmente esistite che, di fronte a seri problemi di salute, hanno scelto di non seguire la strada tracciata dalla scienza e dalla ricerca e si sono affidati a stregoni e ciarlatani, rimettendoci spesso e volentieri la pelle. “Balle mortali”, l’ultimo libro del professor Roberto Burioni, è insomma una raccolta delle più recenti, conosciute e pericolose ubriacature collettive verso cure “magiche”, intrugli, pseudoscienziati e sedicenti professori che hanno offerto a persone ingenue e spesso disperate una soluzione ai loro mali più facile e meno dolorosa di quella proposta dalla scienza ufficiale. E i risultati, ovviamente, non sono mai stati quelli sperati.
Professor Burioni, siamo a Roma alla presentazione del suo ultimo libro. Di cosa parla e perché ha sentito il bisogno di scriverlo?
«Il libro parla delle bugie in medicina e delle conseguenze gravissime che queste possono avere sulla salute e anche sulla vita delle persone. Racconta dieci storie di persone che hanno creduto a verità non provate dalla scienza, e quindi a bugie, ed hanno avuto conseguenze molto gravi: non di rado, la morte. Si parla del siero Bonifacio, della Cura di Bella, di Stamina, della medicina germanica e di tante altre cose. Come detto, sono storie, non si parla quasi per niente di vaccini e serve ad allargare l’orizzonte di quello che ho scritto in questi mesi».
Di recente ha aperto un sito internet in cui smaschera bufale.
«Il sito si chiama Medical Facts ed andrà ad affiancare la mia pagina Facebook. Con questo spero di riuscire ad informare correttamente le persone, non solo sui vaccini ma anche su altri temi medici. È un sito molto comodo da consultare ed è realizzato anche con l’aiuto di molti colleghi».
Nel suo intervento ha fatto una breve storia della figura del medico negli ultimi cento anni, ovvero da quando tutto quel che poteva fare era diagnosticare la malattia e guardare come evolveva. Come è evoluta in questo secolo la professione?
«La figura del medico è evoluta da professionista che poteva curare molto poco a professionista che può salvare le persone. Oggi abbiamo una medicina più complicata, specializzata, fatta di tanti colleghi che lavorano insieme ognuno per la sua specialità. Ma è una medicina che non deve perdere il contatto con il paziente. Se viene a mancare il rapporto di fiducia è proprio lì che si infilano i ciarlatani».
Ecco, come si fa a convincere le persone, che lei ha definito “tifosi”, che hanno delle convinzioni non scientifiche a cambiare idea?
«È molto difficile convincerli perché chi ha delle convinzioni che si basano su elementi irrazionali ovviamente non è sensibile alle argomentazioni razionali. Ci vuol pazienza e soprattutto la capacità di convincere. Non basta più parlare a molte persone. Non basta più dire cose corrette. Bisogna dirle in una maniera che convinca le persone. Questa è la nuova sfida».
A volte le vengono imputate aggressività e presunzione. Lei ha però risposto che i veri presuntuosi sono altre persone…
«Sarei arrogante io che ho avuto l’umiltà di studiare 35 anni gli argomenti che tratto prima di poterne parlare? Arrogante è chi pretende di poterlo fare dopo cinque minuti di Google. Non è così. Lo studio è importante. Il sacrificio e l’impegno lo sono altrettanto e non dobbiamo svilirli dando l’impressione che anche senza studiare si possano sapere le cose».
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