Salute 14 Novembre 2019 12:39

Dal trapianto di microbiota nuove speranze per le terapie oncologiche. Valdagni (Istituto Tumori Milano): «Scoperta sconvolgente»

Dagli studi più recenti emerge che la flora batterica influisce sulle infiammazioni del corpo e, per questo, può essere un’arma per colpire il cancro. Di questo si parlerà al primo convegno internazionale “MIBIOC – The way of the microbiota in Cancer”, in programma il 21 e 22 novembre presso l’istituto dei tumori di Milano

di Federica Bosco
Dal trapianto di microbiota nuove speranze per le terapie oncologiche. Valdagni (Istituto Tumori Milano): «Scoperta sconvolgente»

Nuove speranze dal microbiota per terapie oncologiche ed autoimmuni. Secondo recenti studi è emerso che la flora batterica presente nell’organismo influisce sulle infiammazioni e di conseguenza può essere un’arma per colpire il cancro. Una scoperta che sarà al centro del primo convegno internazionale dedicato al ruolo del microbiota in Oncologia, “MIBIOC – The way of the microbiota in Cancer”,  in programma il 21 e 22 novembre presso l’istituto dei tumori di Milano.     

“Sappiamo che c’è un’influenza diretta dalla flora batterica intestinale sul nostro benessere, questa è una scoperta per altro sconvolgente -ammette il Professor Riccardo Valdagni Direttore di Radioterapia Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Presidente di MIBIOC –  perché cambia un po’ i rapporti con batteri, virus o funghi che vivono dentro e sul nostro corpo. Abbiamo sempre pensato che siano passeggeri passivi del nostro corpo, invece ci rendiamo conto che sono dei co-piloti e guidano con noi il nostro benessere ed anche il nostro malessere.

Ad oggi questi studi che risultati stanno dando?

Per Ester Orlandi, Radiologa ed Oncologa presso l’Istituto Nazionale dei Tumori si può parlare di associazione tra diversi tipi di microbiota e forme tumorali. “Questa è una associazione che viene riconosciuta per diverse patologie, – mette in evidenza –  primo tra tutti è l’Helicobacter Pylori per il tumore allo stomaco, ma ci sono  altre specie”.

Trasferimento di microbiota intestinale

L’ultima frontiera della ricerca si sta spingendo in una direzione che potrebbe dare una svolta significativa nella cura dei tumori. A parlarne con una certa cautela, cercando di frenare facili entusiasmi, è il dottor Claudio Verneri dell’Oncologia medica Uno dell’Istituto dei Tumori di Milano.

“Sulla base di questi studi preclinici esiste la possibilità di trasferire la sensibilità a trattamenti antitumorali, semplicemente attraverso un trasferimento di microbiota intestinale. Se questo fosse vero, nell’uomo saremmo di fronte ad una rivoluzione globale nell’ambito oncologico.

In che modo si può trasferire  il microbiota da un soggetto ad un altro per rendere efficace la terapia?

“Sono in studio diverse possibili strategie più o meno invasive: la strategia meno invasiva consiste nel modulare il microbiota umano attraverso dei cambiamenti nello stile di vita, in particolare del regime alimentare. Un secondo approccio un pochino più invasivo consiste nell’introdurre dall’esterno, attraverso i probiotici, dei microorganismi vivi che una volta ingeriti e superata la barriera gastrica, arrivano nell’intestino  e vanno a competere con quelle che sono le specie di batteri già esistenti, con l’intento di modulare la composizione del microbiota umano. Talvolta questi probiotici vengono somministrati in combinazione con dei prebiotici, ovvero molecole che dovrebbero fungere da nutrimento per i probiotici, favorendo l’attecchimento a livello intestinale. Infine, c’è la terza possibilità, che è quella più drastica e invasiva, che negli animali da laboratorio, e anche nell’uomo in specifiche patologie, prevede un trapianto fecale o di microbiota”.

In che cosa consiste il trapianto di microbiota?

“Consiste essenzialmente nel trasportare un microbiota da un soggetto sano, o malato che ha risposto molto bene alle terapie, in un altro soggetto che invece è resistente a quel trattamento al fine di sensibilizzarlo, trasportando il microbiota”.

In che modo?

“Occorre, innanzitutto, fare l’ablazione, ovvero una drastica riduzione del microbiota del soggetto ricevente in maniera tale che quando i batteri vengono trasferiti, abbiano più probabilità di attecchire in un campo relativamente vuoto o poco colonizzato da vecchi batteri. Studi clinici sono in corso anche per sperimentare l’efficacia in oncologia di questa metodica, che, rispetto le altre due, è più complessa, ma potrebbe avere il vantaggio di modulare in maniera più rapida, drastica e forse più duratura un microbiota che magari con il solo approccio alimentare o con i probiotici, potrebbe avere più difficoltà effettivamente a modificarsi”.

Articoli correlati
Johnson & Johnson in oncologia: 35 nuove richieste di autorizzazione di farmaci entro il 2030
In un quadro di massima allerta per quanto riguarda la diffusione mondiale del cancro, Johnson & Johnson illustra la sua attività di ricerca in oncologia. Entro il 2030 la big pharma USA prevede di presentare 35 nuove richieste di autorizzazione per farmaci e terapie oncologiche
Fondazione AIRC: con Le Arance della Salute, una mobilitazione collettiva contro il cancro
L’anno di Fondazione AIRC inizia con una nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi che invita ad agire concretamente per fare la differenza, per se stessi e per gli altri, attraverso l’adozione di sane abitudini e il sostegno alla ricerca
Tumori del sangue, creato algoritmo che potrebbe migliorare diagnosi e cure
I ricercatori di Genomics England, dell'Università di Trieste e del Great Ormond Street Hospital for Children dell’NHS Foundation Trust hanno sviluppato un nuovo algoritmo per rendere più accurata l'analisi del sequenziamento completo del genoma, effettuato con tecniche di Whole Genome Sequencing (WGS) in pazienti con tumori del sangue
di V.A.
Tumori: test genomici sottoutilizzati e gravi disparità regionali, 14 punti per ridefinire gli standard
Una ricerca condotta da Cipomo con il contributo di Cergas SDA Bocconi, ha rilevato gravi disparita regionali in Italia nell'accesso e nell'organizzazione dell'oncologia di precisione
di V.A.
Tumori: nuova vita alle statine e agli antifungini, studio rivela efficacia contro le cellule malate
"Affamare" i tumori e poi colpirli "riciclando" farmaci ben noti, a basso costo, utilizzati da anni per tutt’altri scopi, in grado di arrestare la crescita delle cellule tumorali, messe a "stecchetto" con brevi cicli di digiuno. Così i farmaci che, come le statine, impediscono la sintesi di colesterolo cruciale per soddisfare il bisogno di nutrienti delle cellule tumorali, combinati a brevi cicli di digiuno, potrebbero diventare una terapia “low cost” per combattere tumori difficili come quello al pancreas, il carcinoma del colon-retto e il melanoma. Lo dimostra una ricerca appena pubblicata sulla rivista Nature Communication da un team di ricercatori dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...