Salute 31 Agosto 2023 16:39

Dal verme nel cervello alle mosche negli occhi, storie raccapriccianti di parassiti nell’uomo

Ha fatto grande scalpore l’estrazione chirurgica di un verme vivo nel cervello di una donna australiana presso l’ospedale di Canberra. Il caso è stato documentato sulla rivista Emerging Infectious Diseases. Tuttavia, non l’unico caso insolito di parassita ritrovato nel corpo umano

Dal verme nel cervello alle mosche negli occhi, storie raccapriccianti di parassiti nell’uomo

Ha fatto grande scalpore l’estrazione chirurgica di un verme vivo nel cervello di una donna australiana presso l’ospedale di Canberra. Il caso è stato documentato sulla rivista Emerging Infectious Diseases. Tuttavia, non l’unico caso insolito di parassita ritrovato nel corpo umano.

Nel 2016, ad esempio, un gruppo di ricercatori cinesi ha segnalato sulla rivista Infectious Diseases of Poverty il ritrovamento di larve di scarabeo nelle feci di una bimba di 8 mesi di vita. Inizialmente si pensava fossero dei vermi, ma ulteriori indagini hanno rivelato che le creature erano larve di Lasioderma serricorne, comunemente noto come lo scarabeo di sigaretta. I ricercatori ritengono che le uova dello scarabeo siano state ingoiate quando la bambina è entrata in contatto con il fango o quando ha mangiato arance. «Questo report implica che il L. serricorne può infestare accidentalmente l’uomo e causare cantariasi che può portare a gravi danni ai neonati e ai pazienti anziani a causa del coinvolgimento di importanti organi del corpo», hanno scritto i ricercatori.

Negli Usa scoperto vermi negli occhi di una giovane donna

In un’altra prima volta, in Oregon, è stato scoperto un tipo di verme oculare, precedentemente osservato solo nei bovini, in una donna dell’Oregon.  Nel 2018, dopo una cavalcata a Gold Beach, in una zona dove vengono allevati bovini, la donna, 26 anni, ha accusato di irritazione agli occhi per una settimana. La causa è stata scoperta quando si è tolta un piccolo verme dall’occhio sinistro. Ha cercato aiuto medico e successivamente sono stati rimossi 14 vermi, la maggior parte dei quali dalla paziente stessa. Si è scoperto che i minuscoli vermi, ciascuno lungo meno di un centimetro (mezzo pollice), appartenevano a una specie chiamata Thelazia gulosa. Richard Bradbury, l’autore principale dello studio che ha segnalato il caso e che lavora con la divisione delle malattie parassitarie e della malaria dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha affermato all’epoca che l’infezione era rara. «Le infezioni da vermi Thelazia si verificano principalmente negli animali e gli esseri umani sono solo ospiti occasionali», ha affermato.

Verme polmonare del ratto

Graham McCumber, 24 anni, è finito in ospedale alle Hawaii accusando rigidità articolare, affaticamento e nausea dopo aver mangiato del cavolo raccolto dal suo orto. Si è scoperto che la causa era il verme polmonare dei ratti, un parassita diffuso nel sud-est asiatico e nelle isole tropicali del Pacifico. Questo verme vive solo nei roditori, ma le sue larve possono infettare creature tra cui lumache, chiocciole e gamberetti d’acqua dolce. Se questi ospiti intermedi dovessero essere mangiati dall’uomo, le larve possono causare l’angiostrongiliasi, una malattia che colpisce il cervello e il midollo spinale. McCumber è sopravvissuto, ma non era solo. Ci sono state anche segnalazioni di persone che si sono infettate con i vermi polmonari dei ratti dopo aver ingoiato lumache per sfida. Alcuni casi sono lievi ma altri possono essere fatali. Gli esperti dicono che la malattia può essere prevenuta lavando e cucinando accuratamente verdure, lumache, granchi o gamberetti, controllando le verdure ed evitando di mangiare verdure crude dove il parassita è prevalente.

Larve di mosca nell’occhio, nel braccio e nel collo di una donna

L’infestazione da larve di mosca, nota come miasi, è rara nel nostro paese, ma è stata riscontrata in persone che avevano viaggiato in aree tropicali e subtropicali. In un caso, i medici hanno rimosso tre mosche vive, ciascuna di due centimetri di dimensione, dall’occhio, dal braccio e dal collo di una donna. La 32enne americana aveva avuto un occhio gonfio per quattro settimane dopo aver visitato la foresta amazzonica. Il caso è stato riportato sul Daily Mail.

Trovata una tenia nel cervello di un uomo in Gran Bretagna

Nel Regno Unito i medici hanno trovato una tenia nel cervello di un uomo di 50 anni . Per 4 anni il paziente ha sofferto di mal di testa, convulsioni, flashback  e percepiva strani odori. Fino a quando, nel 2012, medici hanno rimosso un verme che era penetrato da un lato all’altro del suo cervello. Il verme è stato scoperto dopo che le immagini della risonanza magnetica hanno rivelato un insolito gruppo di anelli che si muovevano attraverso il suo cervello. Gli scienziati, come hanno riportato sulla rivista Genome Biology, hanno successivamente scoperto che si trattava di un tipo di tenia nota come Spirometra erinaceieuropaei, che si trova tipicamente negli anfibi e nei crostacei in Cina. I medici responsabili della scoperta hanno affermato che probabilmente l’uomo aveva contratto il parassita durante una visita in Cina, attraverso carne o acqua contaminata. Hayley Bennett, che lavorò al caso, disse all’epoca: «Gli esseri umani sono ospiti rari e accidentali di questo particolare verme».

Consigli per ridurre il pericolo di parassitosi

Tutti questi casi sono, per fortuna, molto rari. Tuttavia, per evitare di diventare una sfortunata vittima sarebbe meglio seguire una serie di indicazioni utili. Si tratta di poche regole di senso comune, che possono aiutare a difenderci anche da microrganismi più diffusi e meno raccapriccianti:

  • prima di viaggiare verso una meta esotica è bene informarsi sui pericoli, parassiti compresi, a cui si potrebbe andare incontro e chiedere a un medico, meglio se specializzato in viaggi, eventuali specifici consigli;
  • lavarsi spesso le mani: non si può mai sapere con cosa rischiamo di «contaminarci»;
  • Lavare frutta e verdura cruda prima di mangiarla;
  • optare per alimenti, come carne e pesce, cotti o che siano stati sottoposti a processi di abbattitura e simili;
  • evitare di entrare in contatto con animali di «dubbia provenienza» e di cui non si conoscono i possibili pericoli.

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