Al Senato convegno organizzato dalla dem Paola Boldrini dal titolo “Idee in pratica: per una sanità attenta alle differenze di sesso e genere”. Brusaferro: «La pandemia ci ha mostrato come ci siano differenze significative tra uomo e donna in termini di salute e malattia». Speranza: «Spazio per investimento strategico»
Tutti sanno che l’osteoporosi colpisce ad una certa età in prevalenza le donne. Ma non tutti sanno, ad esempio, che il Long Covid, ovvero la persistenza di sintomatologie che lascia l’infezione da Sars-Cov-2, interessi prevalentemente il genere femminile. Sono due esempi che mostrano in maniera lampante come il diffondersi della medicina di genere sia ormai una necessità non più prorogabile. Se ne è parlato al convegno “Idee in pratica: per una sanità attenta alle differenze di sesso e genere”, organizzato nella Sala Nassirya del Senato dalla senatrice del Pd Paola Boldrini, Vice Presidente della Commissione Sanità.
La medicina genere-specifica si occupa delle differenze biologiche tra i due sessi nonché delle differenze più propriamente di genere legate a condizioni socio-economiche e culturali e della loro influenza sullo stato di salute e di malattia, rappresentando un punto d’interesse fondamentale per il Servizio Sanitario Nazionale.
Al Convegno ha preso parte, in videocollegamento, il Ministro della Salute Roberto Speranza che ha aperto l’evento: «Vorrei che una visione di genere permeasse tutta la riforma del Servizio sanitario nazionale. Dobbiamo immaginare che una chiave di lettura di genere sia permeante rispetto a tutte le azioni che mettiamo in campo. Questo è il tenore della sfida che dobbiamo provare a realizzare. Credo ci sia spazio enorme per un investimento strategico sulla medicina di genere, in modo particolare».
Nel corso dell’evento è stato presentato il libro Look into the future: the sex and gender in Pharmacology alla presenza delle autrici Flavia Franconi, farmacologa di fama internazionale, e Delia Colombo, esperta di medicina di genere.
Presente anche Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità che ospita il centro di riferimento della medicina di genere diviso in due settori: Fisiopatologia genere-specifica e Prevenzione e salute di genere, che hanno il compito di svolgere attività istituzionali, attività di ricerca e attività educazionali e formative nell’ambito della medicina di genere.
«La pandemia – spiega il Presidente ISS – ci ha mostrato come ci siano differenze significative tra uomo e donna in termini di salute e malattia. Ad esempio, lo vediamo nel fenomeno del Long Covid, ovvero la persistenza di sintomatologie che lascia l’infezione da Sars-Cov-2 dopo la fase acuta e che sembra interessare maggiormente le donne rispetto agli uomini. Invece gli uomini sono più colpiti dalla malattia in fase acuta, come mostrano i dati dei ricoveri in terapia intensiva e quelli della mortalità».
Sul tavolo della discussione anche l’applicazione della legge del 2018 sul tema: «La legge 3/2018 (Applicazione e diffusione della Medicina di Genere nel Servizio Sanitario Nazionale) con il suo art.3, al quale ho lavorato e che ho fortemente voluto – ha spiegato la senatrice Paola Boldrini – è una legge innovativa a livello europeo, pietra miliare per fare in modo che il Sistema sanitario sia in grado di garantire le cure più appropriate a donne e uomini, che sono diversi non solo dal punto di vista biologico ma anche psico-socio-culturale».
«L’attuazione della legge sta andando avanti, con l’istituzione dell’Osservatorio sulla medicina di genere presso l’ISS, con i decreti attuativi e con le linee guida in arrivo per la ricerca farmacologica. Ma molto ancora dobbiamo fare, per far sì che farmaci, vaccini, servizi di diagnosi e cura non siano antropocentrici ma siano a misura di uomo e di donna. Questo approccio è in grado di rendere la politica sanitaria più equa nel diritto alla salute, in un momento in cui con il PNRR ci apprestiamo a investire ingenti risorse».
Tra i relatori anche l’ex Rettore della Sapienza e ora consigliere del ministro dell’Università e ricerca Eugenio Gaudio, che ha ricordato come anche nella formazione dei medici dovrà avere un ruolo sempre più importante l’approccio di genere: «Ogni essere umano è unico e irripetibile, ignorare questo è un errore scientifico e culturale. Garantisco l’impegno del Ministro Messa nel potenziare la ricerca sulla medicina di genere e nel formare le nuove generazioni di medici su questo tema».
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